
"Delitto passionale", "dramma della gelosia", "delitto d'onore", nell'Italia di qualche anno fa erano espressioni che sostanzialmente indicavano la punizione mortale inflitta da un uomo ad una donna ritenuta adultera; poteva bastare anche solo il sospetto e qualche tribunale avrebbe adottato la dovuta tolleranza e comprensione nei confronti dell'omicidio purificatore. Questo perché subire il tradimento era considerato un "disonore" e soprattutto perché l'adultera non era ritenuta una donna, una persona, ma un oggetto di proprietà del marito. Erano previste specifiche attenuanti nel Codice Rocco e solo nel 1981 la giurisprudenza italiana ha abrogato quelle disposizioni. Oggi l'intera filiera si è mediaticamente trasformata nel "femminicidio", termine sotto il quale si fa rientrare tutto ed il contrario di tutto, ma tant'è, in buona parte raccoglie l'eredità del delitto passionale.
Il film di Flavio Mogherini ribalta quest'ottica poiché le parti in causa sono esattamente invertite. Abbiamo Peter Doncev (Fabio Testi), attore di teatro sposato con una scrittrice di successo; il rapporto tra i due è spento da tempo, entrambi frequentano altre compagnie, lei un diplomatico, lui una collega attrice. Quando la moglie viene uccisa a pistolettate in una camera d'albergo (dove aveva trascorso la notte con l'amante), la vita di Peter e di sua figlia Ania - una ragazza sulla sedia a rotelle, molto fragile emotivamente - cambia drasticamente. La cognata Tania (Serena Grandi) accorre al capezzale di famiglia, mentre il vice ispettore Ivan Zanev (Paul Martignetti) che si occupa delle indagini, prende a cuore le sorti di Ania. Anche Milena Radeva, con la quale Peter ha un flirt, viene uccisa a colpi d'arma da fuoco; i sospetti si stringono attorno a Peter e l'uomo viene braccato dalla Polizia. - SPOILER: Dopo una fuga sui tetti Peter cade nel vuoto, intestandosi i delitti prima di spirare. Doncev però aveva un alibi, la notte dell'omicidio l'aveva trascorsa con la sua ex, Julia Yancheva (Florinda Bolkan), moglie del regista della commedia teatrale, che infatti scagiona il defunto. Proprio mentre anche Tania (pure lei amante di Peter) sta per essere uccisa, la Polizia interviene tempestivamente, smascherando l'assassino: Ania, la figlia di Peter, mentalmente disturbata e patologicamente gelosa del padre.
I titoli di testa ci avvertono che la storia è realmente accaduta da qualche parte nell'est Europa (forse siamo in Bulgaria), così come in chiusura quelli di coda ci dicono che l'assassino è tutt'oggi detenuto in una clinica psichiatrica. Dramma della gelosia dunque ma trasfigurato rispetto alla tipica ambientazione, magari alla sicula, che avremmo potremmo immaginare noialtri. Da notare il particolare argentiano del familiare che si accolla i delitti per proteggere chi ama. La pellicola è un thriller che, per la presenza di Serena Grandi, viene talvolta sbrigativamente assegnata al filone erotico. Le scene calde sono solo un paio, in apertura quella tra il diplomatico e la scrittrice, e ovviamente quella che coinvolge Testi e la Grandi. Beh, pur non essendo una pellicola erotica un passaggio bollente con la Grandi non poteva certo mancare, diciamo che era la condicio sine qua non perché l'attrice recitasse un qualcunque ruolo. Ed è una bella scena (che ovviamente si guadagna un po' ruffianamente la locandina del film), durante la quale, pur senza troppa volgarità, la Serena nazionale esibisce il gargantuesco repertorio che l'ha resa famosa e tanto amata dai cinefili. La Grandi, pure vestita, è particolarmente bella in questo film, ma ha tutto sommato pochi minuti in scena, il suo è un personaggio non protagonista. Testi è un po' spaesato; il razzie award all'interno del cast però lo vince per acclamazione Martignetti, credibile come ispettore di Polizia esattamente come Mario Merola presidente onorario della Lega Nord. Il look da poliziotto grida vendetta, col codino, gli occhialini da John Lennon, il basco fashion ed un'aria da liceale dei quartieri alti. Forse anche per questo Mogherini lo affianca ad un vecchio ispettore prossimo alla pensione. La Bolkan ha un personaggio da grande attrice in disarmo, del resto quelli erano gli anni delle comparsate in film di genere come questo, La Strana Storia di Olga O (altro titolo "bulgaro", sempre in coppia con la Grandi) e Miliardi (ma nel 2003 farà anche di peggio con Cattive Inclinazioni, il suo ultimo lavoro al cinema). Musiche atroci di Gianni Ferrio, sceneggiatura lenta, regia non proprio memorabile, Delitto Passionale non è un film da demolire ma neppure un thriller di grande spessore, se poi la copia che vi capita sottomano è quella ultra tagliata che gira sulle tv locali, rischiate di farvi un'idea anche peggiore del reale valore della pellicola.