Cruel Jaws – Fauci Crudeli

Cruel Jaws – Fauci Crudeli
Cruel Jaws – Fauci Crudeli

Nell'ambito dei film squaleschi Bruno Mattei (qui con lo pseudonimo di William Snyder) si aggiudica probabilmente la palma di peggior risultato di sempre. Più che una pellicola sugli squali questa è una pellicola squal-lida, sotto molti punti di vista, per non dire tutti. Arriva quando tutti e quattro gli Squali della serie originale sono stati fatti (compreso l'ultimo, che già di per sé non è esattamente un capolavoro). Pure la sequela di imitazioni, omaggi, tributi e copia/incolla vari si è già scatenata, Stelvio Cipriani (La Notte Degli Squali), Castellari (L'Ultimo Squalo, Il Cacciatore Di Squali), Lamberto Bava (Shark - Rosso Nell'Oceano) e compagnia spaghettara hanno già dato. Né mancano le derivazioni in tema piranhesco, barracudesco e le orche assassine.

Calmo calmo, Mattei se ne viene fuori nel '95 col suo Squalo personale, che poi non è né suo né tantomeno personale. Eh già perché il film è un patchwork di sgraffignamenti dal lavoro altrui (sceneggiatura compresa tutta ripiegata sul film di Spielberg). In primis Castellari, saccheggiato a più non posso, poi alcuni documentari sull'argomento, infine parrebbero esserci anche frammenti della saga originale. Cosa giri esattamente Mattei non è dato di sapere; di suo si occupa degli attori in carne ed ossa, quelli senza branchie, ma per quanto riguarda oceano, fondali marini e soprattutto squali, il furto è un po' il leit motiv del film. Niente autorizzazioni, pochi soldi, meno idee; e allora vai di montaggio "analoggico", con effetti imbarazzanti e ridicoli, ovvero squali (soprannominati "tigre" nel film, ma che sono "semplici" squali bianchi) che cambiano di forma e dimensione, scene di lotta subacquea estremamente confuse, raffazzonate ed incomprensibili; persino le musiche sono un bieco esproprio proletario, non si fatica granché infatti a riconoscere dei "prestiti" derivanti addirittura dalla O.S.T. di Guerre Stellari.

Al netto dell'appropriazione indebita, Mattei non ci mette manco un po' di impegno a girare il girabile. Si pensi ad esempio alla bambina in carrozzella che - miracolosamente - nella scena in cui finisce in acqua braccata dallo squalo, viene ripresa da sotto mentre sgambetta allegramente per tornare a galla. Il cast è aberrante, personaggi monodimensionali ed attori altrettanto "in parte", sui quali svetta quella specie di Hulk Hogan de' noantri proprietario del parco acquatico e leader dei buoni della situazione. Le scene impagabili si sprecano una dopo l'altra, dalle meravigliose riprese in notturna, buie come la pece, alla mitica riparazione del motore manomesso della barca di Hulk, che grazie ad un "vaffanculo" e ad un colpo di chiave inglese assestato con veemente competenza, riparte di slancio al momento giusto.

Impagabile il finale - SPOILER: lo squalo, creatura fortemente "territoriale" (e che, giova ricordare, è in realtà stato "addestrato" dalla Marina americana), dimora nel relitto della Cleveland, inabissatosi proprio a due passi da Hampton Bay....embé, che problema c'è? Si mettono cariche esplosive al relitto e ovviamente al momento dell'esplosione lui è proprio lì nei paraggi, pronto ad essere spezzato in due come un tonno col grissino.  Mattei non ha imparato nulla dai mentori ai quali si è rivolto; dopo appena 1 minuto e mezzo, praticamente ancora sui titoli di testa, abbiamo già visto lo squalo all'opera, altro che suspense e clima di tensione derivanti dal "vedo/non vedo" di Spielberg. Inoltre l'unico metodo per combattere la creatura marina consiste nelle fucilate da bordo nave, il più delle volte senza neppure che l'arma esploda realmente il colpo (si sente il bang ma non si vede alcun effetto, roba da cowboy contro indiani all'Elementari.) Si è parlato di "so bad so good" per questo film, ma per quanto mi riguarda è materiale insalvabile, so bad e basta.

Trailer ufficiale

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