Ho visto CommediaSexi al cinema. Si lo so, vedere La Guerra dei Fiori Rossi di Yuan Zhang avrebbe dato tutto un altro tono al blog, e invece no, si rimane fieramente rasoterra. Uscito a Natale e assegnato immediatamente alla categoria dei cinepanettoni desichiani e boldeschiani (e un po’ CommediaSexi ci marcia su), il film appartiene in realtà ad altro genere. Commedia stupidotta e sexi, ma non volgare; neanche granché sofisticata, per carità, ma comunque più garbata delle rappresentazioni anatomico-corporali delle saghe pecorecce a cui il Natale al cinema ci ha oramai abituati. “Si ma c’è la Santarelli!” dirà qualcuno... e io vi dico, nel film la Santarelli recita il ruolo della Santarelli, il che di sicuro le fa guadagnare la pagnotta con agio. Come attrice la ragazza non è malaccio, magari non le affiderei il ruolo di Marie Curie, ma per il film di D’Alatri va benissimo e la demolizione a prescindere in quanto bionda, velina e rifatta, non paga, fidatevi.
L’incipit si rivela colmo di funesti presagi, con i titoli d'apertura che scorrono su una sorta di balletto sgallettato simil-Bagaglino. Oddio, sembra di essere in tv - mi sono detto, Invece nel proseguo il film ha saputo meravigliarmi. Mi ero preparato al peggio, maledettamente prevenuto come il 99% di quelli che pensano di saperla lunga. La sua vera forza rispetto ai Natale a Timbuctu e compagnia bella direi che sta nel cast, fatto di attori e non di macchiette e tormentoni televisivi (....o almeno, non solo). Massimo Wertmuller (Ministro delle Telecomunicazioni) lo adoro, uno dei migliori (e più trascurati) attori italiani a parer mio; i suoi siparietti alla bouvette della Camera con Bonolis sono impagabili, eccezionali. Stefania Rocca (moglie di Bonolis) è un’attrice altrettanto brava, e miliardi di volte più bella e fascinosa della Santarelli. Certo i loro ruolo sono marginali e secondari, ma riescono comunque ad aggiungere molto. Michele Placido svolge poco più che un cameo. Margherita Buy purtroppo è incatramata nel consueto personaggio della nevrotica depressa farmacodipendente. Sergio Rubini è un altro signor attore, un po’ alla Barbareschi, personaggio bizzarro, credo anche leggermente antipatico fuori dal set, ma sul suo talento professionale niente da dire, chapeau.
Il vero punto debole dell’operazione è Bonolis. Il pubblico del tubo catodico è diviso in chi lo idolatra come un messia e in chi lo ha sulle scatole ritenendolo un piacione paraculo. Molti hanno scansato il film appartenendo alla seconda fascia di teleutenti. Io stesso ho procrastinato il più possibile la visione proprio per questo motivo. Il presentatore ha inoltre dichiarato di essersi ispirato a Sordi, non ritenendosi un vero attore a tutto tondo. La consapevolezza dei suoi limiti è al contempo la sua forza e il suo ostacolo principale. Il problema non è che Bonolis nell'interpretare il suo Onorevole Bonfili si sia ispirato a Sordi, il problema è che Bonolis FA Sordi, come fosse un imitatore da cabaret di periferia. Una mimesi assoluta e ininterrotta che sfocia nella parodia. Così facendo creando disagio allo spettatore che finisce con l'estraniarsi sistematicamente dal film. Va a farsi friggere la cosiddetta sospensione dell’incredulità. D'Alatri ha rischiato parecchio con una simile scommessa e, a mio modesto parere, non l'ha vinta.
Ci sono comunque molte battute divertenti (su tutte, fenomenale quella del Tetris al ristorante francese) e si ride spesso lungo l’ora e tre/quarti di durata. Come scrivevo poc'anzi, finalmente una commedia (vera), né più né meno, un prodotto che non è opera dei soliti stantii santoni del 25 dicembre. Magari sul finale CommediaSexi è un po’ tirato via, troppa fretta di concludere, ed anche la parte di Bonolis in "ritiro spirituale" vira eccessivamente sul demenziale, ma a conti fatti il film permette di trascorrere del tempo in allegria e spensieratezza. Non pensavo, ma mi è piaciuto.