Car Crash

Car Crash
Car Crash

Tra i suoi film un tanto al chilo, anche quattro in un anno, Antonio Margheriti si interessa al mondo delle corse e, complice il buon successo ottenuto nel 1980 da Speedcross di Stelvio Massi, imbastisce alla sua maniera - quella da "instant movie" - Car Crash, co-produzione di Giovanni Di Clemente con Spagna e Messico. Il soggetto lo scrive addirittura Marco Tullio Giordana e nel cast c'è l'ultimo Vittorio Mezzogiorno prima del grande salto nel cinema impegnato dei Lizzani, dei Bellocchio, dei Tarkovskij, degli Herzog e dello stesso Giordana. C'è pure il fratello di John Travolta, tale Joey, poi Carl Steiner (nel solito personaggio dell'invasato con gli occhi di fuori che gli riesce benissimo), Sal Borgese come caratterista di livello e la bella Ana Victoria García Obregón, qui probabilmente proprio agli esordi, che i più ricordano per la partecipazione a Bolero Exstasy con Bo Derek.

La storia è quella di un pilota playboy (Travolta) e del suo meccanico (Mezzogiorno), frequentatori di corse clandestine dove si vince un sacco di soldi ma si rischia anche sistematicamente la vita. Nel giro ci sono malavitosi che intendono truccare le corse. Travolta vince anche quando non dovrebbe e questo gli scatena contro il crimine. Tutto si decide alla Black Car Crash, una corsa della morte dove vince non solo chi arriva primo ma anche chi elimina fisicamente gli altri corridori. Durante le loro peripezie i due protagonisti si imbattono nella Obregón, una ambigua mercante di reperti archeologici, e in Steiner, eccentrico miliardario borderline. Car Crash è pura exploitation costruita attorno alle spettacolari riprese di corse automobilistiche (di repertorio e non), con il supporto di Remy Julienne, campione di motocross, stuntman di professione, direttore d'orchestra di parecchi inseguimenti "poliziotteschi" del nostro cinema. C'è poi tutto il comparto dedicato al modellismo di cui Antonio Margheriti si serve ampiamente, realizzato perlopiù dal figlio Edoardo. I veri inseguimenti vengono letteralmente fusi tramite il montaggio con riprese di modellini in movimento (non solo auto, anche treni) creando un flusso continuo tutto sommato ben realizzato, anche se i modellini si smascherano abbastanza facilmente rispetto ai bolidi veri.

Terribile invece la continua velocizzazione delle riprese - pratica abbastanza in voga in quegli anni - che non fa altro che creare un effetto "comica", la scena si fa di colpo meno credibile (e l'intento credo fosse esattamente quello opposto) ed esteticamente il risultato è davvero brutto. Nel complesso devo dire che Car Crash mi è proprio piaciuto poco; Mezzogiorno e Travolta non sono particolarmente accattivanti (tra i due decisamente meglio il nostro Mezzogiorno), la trama è piatta e davvero "minimal", anche se va detto che il dvd Mustang/Cecchi Gori in circolazione si perde pure una decina abbondante di minuti di film, cassando (inopinatamente) anche momenti chiave del film. Tant'è che in certi frangenti non ci si spiega proprio perché si è arrivati a tal punto e si tenta di ricostruirlo per ipotesi, ma è una fatica nella quale lo spettatore non sarebbe tenuto a cimentarsi poiché Margheriti nel film ci aveva messo tutto quello che doveva esserci. - SPOILER: ad esempio la morte del meccanico zoppo Paquito è del tutto sorvolata, dettaglio non da poco visto che la Pontiac Firebird su cui corre Travolta viene dedicata proprio a lui, con tanto di nome impresso sul cofano, e che poi il cattivone Riccardo Palacios viene malmenato da Mezzogiorno, il quale lo accusa proprio dell'omicidio. A un certo punto poi la Pontiac si ritrova ad affrontare dei bulldozer in una specie di cava e un minuto prima ha il cofano (con tanto di inconfondibile presa d'aria Ram Air della serie Trans Am), un minuto dopo il motore è a vista. Cosa è successo?

Le avventure degli eroi procedono abborracciate e sciamannate, senza tanta cura per dettagli, particolari, sfumatura, peso specifico. Si avverte come a Margheriti prema arrivare al momento spettacolare del film, alla ripresa action, il resto è quasi un contorno buttato giù alla bene e meglio per far minutaggio e ottimizzare. A mio gusto, il film non è di quelli memorabili, anche se Mezzogiorno ce la mette tutta per dare tridimensionalità al proprio personaggio, e pure Steiner cerca di infondere profondità al suo (antipaticissimo) miliardario, anche se tutte le sue bizzarrie sembrano più che altro capricci tirati un po' troppo per le lunghe. Una trama gracile e inconsistente, il ricorso ad immagini di repertorio, modellini usati nei momenti "critici", un cast non proprio iconico ed una certa faciloneria nel chiudere il progetto e andare in sala, rendono Car Crash scarsamente godibile a distanza di quasi quaranta anni dal suo concepimento, pur tenendo bene a mente che i suoi "limiti" sono perlopiù da imputare ad un modo (sorpassato) di fare cinema "artigianale" e assai entusiasta, falcidiato dalle crisi, dalla trasformazione dell'industria cinematografica, dal mutare dei gusti del pubblico e dal semplice trascorrere del tempo.

Se un pregio ha il dvd CG è quello di farci sapere attraverso una featurette/intervista a Edoardo Margheriti di quando il padre Antonio venne chiamato da Kubrick a collaborare (assieme ad altri tecnici e perfino scienziati della Nasa) agli effetti speciali di 2001: Odissea Nello Spazio, grazie al pionierismo del cineasta italiano proprio nell'ambito del cinema di fantascienza; offerta che Margheriti declinò perché gli avrebbe portato via 2 anni di lavoro, privandolo della possibilità di dedicarsi al suo cinema.

Trailer ufficiale

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