Nel 1986 Monsieur Cannibal, aka Ruggero Deodato (un uomo che, vorrei ricordarlo, è stato sposato con Silvia Dionisio, e già solo per questo è un mio eroe sempiterno), decide di dare al pubblico la sua versione di Venerdì 13; se ne va in Abruzzo spacciandolo per il Canada o giù di lì, e gira uno slasher fortemente orientato al genere americano per teenager in cerca di emozioni forti. Nasce così Camping Del Terrore, una pellicola che, col senno di poi, lo stesso Deodato valuterà troppo "raffazzonata" perché segnata da aggiunte posticce di scene di raccordo girate successivamente (ad esempio il duplice omicidio in flashback, o l'inizio nella palestra) e da dissapori con gli attori (per la verità un'attrice in particolare, Valentina Forte, che doveva essere la protagonista ed invece rifiutò per scontri con Deodato). La trama è presto detta; gruppo di ragazzuoli fancazzisti in cerca di divertimento si insedia in un campeggio abbandonato tra boschi e montagne. Il luogo sorge su un antico cimitero indiano e porta con sé, ovviamente, una maledizione, quella di uno sciamano trasformato in un mostro che va in giro a mietere vittime. Uno dopo l'altro i ragazzi cadranno sotto la sua lama, fino al finale (doppio).
Personalmente mi sono divertito durante la visione, il film ha una sua aurea di culto, anche perché sino a pochi mesi fa il titolo non era mai stato edito in Italia su dvd, per difficoltà contrattuali varie. Inoltre c'è da dire che Deodato è bravissimo nel trasformare il suo film in un prodotto farlocco americano; ne riprende i codici, la filigrana, i trademark, e così Camping Del Terrore pare veramente in tutto e per tutto un prodotto del circuito "B" dello zio Sam. Complice anche un cast che mette assieme attori italiani e americani. Abbiamo Mimsy Farmer (la famosa "signora in nero" del film di Barilli, e per altro già vista con Argento in Quattro Mosche Di Velluto Grigio), David Hess (attore specializzato negli horror-thriller), Bruce Penhall (tipico quarterbeck yankee), il britannico John Steiner e il triestino Ivan Rassimov (volti noti del nostro cinema di genere), Charles Napier (attore feticcio di Russ Meyer, prezzemolino dei telefilm action anni '80, nonché sceriffissimo merdaccia in Rambo II), Nancy Brilli, qui ad inzio carriera (questo è il suo secondo e ultimo horror dopo Demoni 2, l'anno dopo salirà di livello nel cinema che conta con Compagni Di Scuola di Verdone). Per altro, a proposito della Brilly, nel film ci sono due nudi, con topless annesso, e sono proprio della Brilli e di Luisa Maneri (una specie di Teresa Mannino molto più figa). Si dice che sul set anche tra la Brilli e Deodato ci fu una mezza cosa, chissà...di certo Ruggero ha buoni gusti.
Camping Del Terrore, come detto, ha belle atmosfere e ambientazioni, e se lo si guarda con poche pretese - come si deve fare con gli slasher - ci si diverte. Altrimenti si rischia di notare parecchie cose che non tornano. Per dirne una, quando il biondone atletico fa cliff hanging, scalando la montagnola a mani nude e zainetto in spalla, c'è un bello svarione; in cima lo aspetta lo sciamano, il biondo si spaventa e vola già. Peccato che quando lo vediamo rotolare per la scarpata è diventato riccio e castano, potere della fifa evidentemente. Quando i ragazzi arrivano al camping lo trovano diroccato e impestato dalla vegetazione, del resto è solo privo di manutenzione da 15 anni; due minuti due e la ganga aggiusta le docce, con acqua calda e tutto il resto....sese, come no. Spendiamo due parole sui ragazzi poi, insopportabili, caciaroni, libidinosi (col solito classico grassone "comico" vittima di scherzi, le bellone bionde, la ninfomane, il quarto di manzo aitante, il bruno in seconda, eccetera), di quelli che se te li ritrovi vicini di tenda in vacanza vorresti sgozzarli nottetempo; ecco perché si fa il tifo per lo sciamano, sperando che li squarti in un lago di sangue. Notte dopo notte ne sparisce qualcuno, e al mattino nessuno se ne preoccupa ("si saranno trattenuti fuori a limonare"), tutto normalissimo. Pure la botola fuori dalle docce che trova la Brilli sfida l'intelligenza, poiché Nancy si cala dall'alto verso il basso, ma poi la vediamo sbucare in una tana dal basso verso l'alto....l'unica spiegazione plausibile per una simile disposizione morfologica è che i due luoghi siano resi comunicanti da un passaggio interrato, ma Deodato non ce lo dice, quindi lo "deduci", diciamo così. Pure tutte quelle trappole disseminate nel campeggio da Hess, andrebbero pure bene se non fosse che poi lasci che una banda di ragazzi chiassosi giri tranquillamente per i boschi rischiando - come accade - di prendersi un punteruolo di ferro nelle carni?!
Qualche falla di consequenzialità logica nel film c'è, forse anche a causa di un montaggio a mio parere non proprio eccellente, che tira via su alcune scene e pare saltare dei fotogrammi; mi aveva sfiorato infatti il dubbio che l'edizione Quadrifoglio fosse magari cut, ma a quanto leggo in giro sarebbe invece proprio quella integrale. Il film ha un primo finale che svela l'arcano, ma poi ne arriva un secondo che l'arcano lo ricostituisce. Gli effetti speciali sono un po' caserecci, anche se tutto sommato efficaci per il contesto. Deodato poi, rispetto a Venerdì 13, la butta un po' di più sul fantastico-favolistico (l'incubo premonitore della Farmer però ci viene dato in pasto senza alcuno sviluppo ulteriore). L'ultima scena è un fermo immagine (molto forte contenutisticamente), sulla scia di un certo cinema di allora a cui la pratica piaceva (mi viene in mente ad esempio Orgasmo Nero di D'Amato).