Byzantium

Byzantium
Byzantium

Neil Jordan torna tra i vampiri dopo la strage di cuori gotici e romantici fatta nel 1994 con Intervista Col Vampiro. E' di nuovo tempo di succhiasangue e malinconie svenevoli. Il pretesto lo offre la sceneggiatura teatrale di Moira Buffini (che nonostante il nome è un'autrice teatrale e cinematografica inglese); il suo "A Vampire Story" del 2008 viene affidato al regista perché lo trasformi in una pellicola. Jordan spinge per rendere il plot meno cerebrale e più "sanguinario", pensando a quegli elementi necessari per rendere una storia godibile sullo schermo. Il risultato sono quasi due ore di pellicola, girate perlopiù nella cittadina di Hastings (dove il sottoscritto passò tre settimane della sua adolescenza e che non è minimamente riuscito a riconoscere nei fotogrammi del regista irlandese). A proposito di Irlanda, Jordan sottolinea pure come quella dei vampiri sia sostanzialmente una leggenda nata in Irlanda, tramandata dal folclore locale e rinforzata poi dall'opera letteraria di Stoker (che arriva dopo Byron e Polidori).

Byzantium narra di due sorelle Clara (Gemma Arterton) e Eleanor (Saoirse Ronan) - ma ben presto scopriamo che in realtà il rapporto di parentela che le lega è diverso - appartenenti alla stirpe dei "sucreant", creature sospese tra la vita e la morte, che si nutrono del sangue umano e sono immortali. Sono braccate da uomini misteriosi e per questo motivo devono continuamente spostarsi di città in città, nell'anonimato, né possono rivelare la propria storia agli umani. Senza legami né punti di riferimento al di fuori di loro stesse, conducono un'esistenza cruda, all'insegna della paura e della violenza (subita e perpetrata). Il loro carattere è complementare ma opposto. Clara è cinica, una macchina di morte terribile, ed usa la propria evidente sensualità per ottenere quello che le serve dagli uomini. Eleanor è più delicata, vive di sensi di colpa (uccide solo persone che vogliono espressamente morire) e sta maturando la volontà di cambiare la propria infelice esistenza. - SPOILER: rifugiatesi in un vecchio albergo abbandonato, il Byzantium, verranno scovate dai membri della Fratellanza (gli altri sucreant esistenti, tutti e solo maschi) e poste davanti alla lotta finale per la sopravvivenza, mentre Eleanor si lega fortemente ad un ragazzo di nome Frank, malato di leucemia, inconsapevolmente pronto ad essere trasformato in non morto e unirsi per l'eternità ad Eleanor.

Jordan sovrappone due diversi piani narrativi, ad incastro, e si diverte a far ricomporre allo spettatore il puzzle. Vediamo scorrere sullo schermo sia la storia di Clare ed Eleanor nell'800, la vera epoca di appartenenza delle donne, che le loro imprese nel mondo contemporaneo, ma ogni dettaglio, ogni perché e percome della vita viene rivelato, poco a poco, solo attraverso flashback. La loro vicenda passata serve a comprendere meglio i caratteri delle protagoniste e le motivazioni profonde delle loro azioni. Così la spigliata Clare, prostituta da oltre 200 anni, appare sotto una luce leggermente diversa, meno mostruosa e caratterizzata da uno spiccato spirito materno. Jordan però la veste sistematicamente in modo sexy, con aderentissimi pantaloni di pelle, tacchi a spillo vertiginosi, corpetti che le scoprono il seno, un trucco pesante. Questa tipizzazione è piuttosto insistita, la Arterton è una bellissima figliola, che sicuramente merita di essere apprezzata per come Madre Natura l'ha fatta (per altro vagamente somigliante a Laetitia Casta), ma Jordan non ci risparmia nemmeno uno suo minuto in scena senza che sia vestita come una concorrente del Grande Fratello all'inaugurazione di una nuova discoteca. La Ronan è all'opposto, un'educanda intabarrata di tutto punto, con golfini che ne soffocano la femminilità, il volto pulito, capelli da casa nella prateria e scarponi da bosco e da riviera. Il che va bene per il suo personaggio di orfana educata rigidamente dalle istituzioni inglese ottocentesche, ma la categorizzazione dei due personaggi è davvero plateale e un po' banale.

Le attrici però sono entrambe bravissime, di una sensualità disarmante la Arterton, intensa la Ronan, che buca lo schermo con degli sguardi quasi insostenibili. Non cambia la musica nemmeno con i personaggi di contorno, Frank (Caleb Landry Jones) pare Kurt Cobain da ragazzo, anche lui caratterizzato in modo vistoso; il soldato Midshipman Darvell è Sam Riley, che ricorda un po' il Mark Darcy di Bridget Jones, è il buono della situazione, a tratti goffo e imbranato, buono dal primo all'ultimo fotogramma. Dove Jordan è imbattibile invece è nella composizione della scena, ogni centimetro di pellicola è splendido visivamente, bellissima fotografia, grandi atmosfere, set affascinanti, visione d'insieme magnetica. C'è sempre però quella ruffianeria tipica di Jordan, quel modo di fare cinema un po' fighetto, che si tratti di parentesi molto melense a livello di dialoghi, o di paesaggi ritratti attraverso una finestra piena di goccioline di pioggia mentre fuori il mare è in tempesta e la musica sottolinea pateticamente il "momento". Jordan si rifiuta scientemente di ricorrere al termine "vampiro" ed adotta il neologismo di "sucreant", modificando la natura delle creature (non hanno problemi con aglio, crocifissi e luce solare), un po' per esigenze narrative, un po' per snobismo.

Pochissimi i veri passaggi horror e d'azione, ma quando ci sono risultano godibilissimi. Gli inseguimenti, relegati perlopiù all'inizio ed alla fine del film, sono coinvolgenti e magistralmente girati, Jordan non è certo uno sprovveduto. Il politically correct a tutti i costi depotenzia un po' la pellicola, ma Byzantium rimane comunque un film molto gradevole ed esteticamente appagante. In particolare tutta la sezione girata sulla fantomatica isola del "Santo senza nome", e l'espediente usato per concretizzare agli occhi dello spettatore l'avvenuto passaggio di dimensione esistenziale della vittima di turno, hanno un sapore estremamente suggestivo ed inquietante (seppur realizzato - e si vede - con la computer grafica).

Trailer ufficiale

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