
Intanto, perché Buio Omega, titolo molto suggestivo ma in apparenza astrattamente decontestualizzato dal film? Perché l'Omega è l'ultima lettera dell'alfabeto greco, dunque la fine, motivo per il quale, metaforicamente, porta all'idea di distruzione, dell'oblio, il buio appunto. E la storia che Joe D'Amato ci narra nel 1979 se non è l'apocalisse dell'animo umano poco ci manca. Qui dentro c'è tutto il peggio del peggio, violenza, omicidi, necrofilia, sadismo, cannibalismo, gore. In 90 minuti il vecchio lupo Massaccesi butta dentro tutte le frattaglie possibili....e non dico tanto per dire. La storia, sorta di remake millemila volte più malato e splatter de Il Terzo Occhio (del '66, di Mino Guerrini, con Franco Nero), vede un giovane belloccio e straricco che dimora in una magione gotica da qualche parte sulle montagne d'Austria (ma in realtà siamo in Trentino, verso Bressanone). La sua amatissima fidanzata muore (forse anche grazie alla magia nera), e prima ancora di lei lo aveva abbandonato pure la sempre amatissima madre. Paranoico e psicotico, il ragazzo mummifica il cadavere della donna, e prende a commettere omicidi spinti quasi sempre da pulsioni sessuali, assecondato in questo dalla fida governante Iris, sorta di guardiana/matrigna/amante/demone che soggioga il ragazzo con le sue attenzioni morbose (ma non disinteressate, visto che il patrimonio del rampollo è piuttosto cospicuo). C'è però chi si è accorto delle strane pratiche di questo novello Frankenstein che gioca con i cadaveri, ed inizia ad indagare sulla sparizione della morta....
Magistralmente D'Amato mischia romanticismo e morte, erotismo e necrofilia, dramma e gore, in un groviglio "intestinale" inestricabile, al tempo stesso naive e depravatissimo. Il film è celebre per alcune scene di inusitata violenza: un'autopsia talmente ben fatta da essere stata scambiata per vera, ma erano solo frattaglie animali; unghie strappate con delle tenaglie; cadaveri dissolti nell'acido o cremati nel forno; atti di cannibalismo, sangue a fiumane e quant'altro. Pare che D'Amato girasse con la determinata intenzione di scioccare e realizzare un'opera che facesse vomitare la gente al cinema, un po' come quando Kieran Canter, dopo aver disintegrato la burrosa autostoppista nell'acido solforico, assiste al fiero pasto di Iris che divora una sbobba di soia come fossero i resti della morta, e infatti corre a vomitare. E' paradossale ma Buio Omega è davvero una marcissima storia d'amore, nient'affatto priva di struggenti risvolti romantici, seguendo la linea che l'amore, quello estremo, può portare a compiere qualsiasi gesto in suo nome. Certo, la base di partenza è altrettanto guasta, visto che il personaggio di Kanter è chiaramente disturbato e predisposto a certi comportamenti. Ancora più macabra la sponda che gli offre Iris, inquietante e luciferina come pochi altri personaggi del cinema italiano, resa magnificamente da Franca Stoppi, attrice teatrale subentrata all'ultimo per una sostituzione. Le scene in cui la donna approfitta di Canter, offrendogli il seno per la poppata materna, o peggio, masturbandolo davanti al cadavere dell'amata saponificata, hanno qualcosa di profondamente fastidioso, immorale e patologico.
Ma è il clima generale ad essere distorto e schifoso (sto cercando sinonimi per non ripetere continuamente la parola "morboso", unico vero sostantivo in grado di racchiudere paradigmaticamente questa folle pellicola); c'è del gotico italiano, cupo e opprimente, che si sublima poi in esplosioni splatter incontenibili, come quando Canter, al termine dell'autopsia, addenta addirittura il cuore (di pecora) dell'amata, facendo schizzare fiotti di sangue ovunque (anche se però, completamente vestito di bianco, conduce irrealisticamente l'intera autopsia senza macchiarsi neppure di una goccia cremisi). Scena censuratissima in Italia per lungo tempo. Non è da meno il delirante sesso a tre che Canter intende celebrare con la partner occasionale Anna Cardini (la tizia che fa jogging) e il cadavere della sua principessa imbalsamata. Trucissime, ma ricche di pathos, anche le scene del dissotterramento della morta e della macellazione dell'autostoppista che poi verrà sciolta nell'acido (con tanto di teschio e pupilla che riemergono dall'immondo lavacro). Anche lì, un po' tirato per i capelli il fatto che la Stoppi lanci letteralmente i pezzi di corpo nella vasca colma d'acido senza minimamente preoccuparsi degli schizzi (si sente pure lo "sciafffff") e delle esalazioni urticanti (tant'è che Canter indossa invece un maschera).
Quanto ad atmosfere Buio Omega è imbattibile, al termine della visione si rimane convinti di aver assistito ad una parata di psicopatologie cliniche che ci lasciano mal disposti verso il mondo ed il prossimo, men che mai avremo voglia di una bella bistecca al sangue prima di un mesetto. - SPOILER: Molto divertente il fatto che il becchino investigatore sia anch'egli un opportunista un po' meschino, il quale racconta mezze verità per intascare l'assegno del prete una volta recuperata la salma trafugata della donna. Si sprecano gli omaggi a Hitchcock, al quale viene attribuita persino una frase di commento al film ("solo a pensare a questo film mi vengono i brividi"). Chiaro che Hitchcock non si è mai neppure sognato di vedere il film, anzi era morto prima, né credo rientrasse esattamente nelle sue corde; tuttavia D'Amato ci infila pure una citazione esplicita da vero cinefilo, quando Iris nella penombra schizza fuori brandendo il coltello esattamente come il Norman Bates esaltato e imparruccato come la madre (fisicamente le due figure si somigliano molto). Finale con colpo di scena che ti aspetti già da 10 minuti, ma ugualmente divertente e che assume così una sottotraccia un po' beffarda. Kieran Canter passerà ai film hard per poi chiudere nell'anonimato la sua carriera di attore. Colonna sonora dei Goblin molto gradevole (ma non capolavoro, a mio parere, come invece da più parti si è detto).