
Dice che negli States il responso critico è stato freddino, dove non ostentatamente avverso; m'importa assai, secondo me Broken City è proprio notevole. Quello che mi è piaciuto davvero tanto è che non ci prova neanche per un attimo a lisciarti il pelo, il film è irsuto, scorbutico, politicamente scorretto, vuole esserlo e lo rimane fino alla fine, fino all'ultima scena. Il più pulito ha la rogna dentro quella storia, tutti - rigorosamente tutti - hanno un qualche lato oscuro della luna che sarebbe meglio non far sapere in giro; chi è omosessuale, chi è corrotto, chi ha un omicidio sulla coscienza, chi ha una relazione adulterina, chi si prepara una comoda e agiata vita post matrimoniale a base di vitalizi comprati con segreti politici, la lista è lunga. E la cornice di questa dannazione è New York, fatta anche di quartieri come il Bolton Village, ovvero delle favelas abitate da immigrati che sopravvivono alla giornata. E' un mondo crudo e indifferente quello di Broken City; mai titolo fu più adatto alla vicenda narrata, la città è interrotta, la società che la abita è altrettanto guasta.
Mark Wahlberg furoreggia col suo detective ex poliziotto dal passato torbido (un processo dal quale è uscito scagionato per il rotto della cuffia, alcol, droga e nessun orizzonte). Non è il buono della situazione, non è il personaggio col quale puoi entrare in totale empatia, qualcosa non quadra e lo senti. Si comporta male con la sua ragazza, è un picchiatore, appena gli si presenta l'occasione cede nuovamente alla bottiglia, fa cinicamente il suo lavoro senza preoccuparsi delle conseguenze (che saranno gravi), ma....al momento dovuto è disposto a pagare i suoi debiti. Questo non lo rende un eroe, ma solo una persona che sa ritrovare la sua dignità ed assumersi la responsabilità delle sue scelte. L'universo che lo circonda è pure peggiore, su tutti un grandissimo Russell Crowe, cicciotto e col capello che non si può guardare, sindaco della città rotta, e decisamente pericoloso. Bella prova quella di Crowe, che non si concede ad ammiccamenti stracciauteri, ma fa fino in fondo il suo lavoro "negativo", da grande professionista. Belle le musiche, bella la fotografia, calda, notturna e colorata. Ottimo il ritmo con il quale si susseguono gli eventi. Il plot è denso e pieno di cose; c'è qualche presunta coincidenza fortuita di troppo (che so, la visita di Whalberg alla società edilizia proprio nel momento in cui stanno distruggendo documenti compromettenti, o l'incontro a casa di Crowe proprio mentre lui sta rivedendo una certa VHS....), tuttavia sono leggerezze trascurabili nell'insieme del film, che ha il suo bel peso specifico. Nero, amaro, senza attenuanti. Catherine Zeta-Jones ha un ruolo marginale ma efficace, un po' come succede ultimamente a Demi Moore, quando sono chiamate a dare il proprio contributo, per piccolo che sia, le pantere sfoderano tutta la carica "attricesca" di cui ancora sono dotate (oltre al fascino intonso). In tutta onestà, non ho molto altro da aggiungere, Broken City è un film da vedere, dal quale farsi sciroccare un po' lo stomaco.