Ogni tanto a Hollywood capita che partoriscano idee in simbiosi, tempo addietro ad esempio ricordo i due film ispirati a Biancaneve, entrambi del 2012, quello con Charlize Theron e Julia Roberts nei panni della regina cattiva "specchio specchio delle mie brame". Nel clima islamofobico in cui viviamo, gli studios americani hanno avuto un'altra idea simile, l'assalto alla Casa Bianca, come minaccia ultima degli Stati Uniti, della libertà dello zio Sam e conseguentemente del mondo giusto bello e occidentale. Mi sono già occupato di Attacco Al Potere (Olympus Has Fallen), stavolta è il turno del gemello Sotto Assedio (White House Down). Il film diretto da Antoine Funqua mi è piaciuto moltissimo, genere americanata sborona ma fatto divinamente: Sotto Assedio è diretto da Roland Emmerich...e già mi sono cominciato a preoccupare. Emmerich è molto costante nel suo modo di dirigere i film, i difetti che ha - almeno, quelli che a mio parere sono tali - ci sono sempre, mai che salti un turno. Montaggio iper serrato, approfondimento un po' (giusto un po') superficiale dei personaggi, tentativo maldestro di fondere parentesi comicarelle con dei momenti di adrenalina pura, meccanismi ben oliati ma ripetitivi e mai veramente originali, personali, creativi. Formalmente i film di Emmerich sono uno spettacolo per gli occhi, ma quando hai finito le 2 ore e passa di minutaggio (Indipendence Day, Godzilla, The Day After Tomorrow, 2012), non ti rimane niente, neve al sole, solo boom ... kaboooom ... sbradataaaang!! A mio gusto personale è andata un po' meglio con Il Patriota, forse l'unico film che mi abbia convinto pienamente di Emmerich.
Date le premesse, Sotto Assedio perde clamorosamente il confronto con Attacco Al Potere; anche se a tratti le due pellicole si ricordano moltissimo, con eventi e situazioni narrative simili, persino scene simili, come in un gioco di sponda al biliardo, rimane il fatto che Fuqua si intesta un film assolutamente più coinvolgente, brillante, efficace, cazzuto. Tanto per cominciare Emmerich fallisce sugli attori; Jamie Foxx presidente - un po' imbranato - degli Stati Uniti non rende per niente, Foxx è uno che deve essere il protagonista dell'azione, lo sparring partner (a tratti quasi comico) proprio no. Channing Tatum ha il carisma di un merluzzo impanato; fisicatissimo, per carità, ma al di là del fatto che fa le sue scene in prima persona senza stuntman, non regala molti altri motivi di interesse. James Woods si impantana in uno dei peggiori ruoli della sua carriera, svogliato lui, senza spessore il personaggio. Il manipolo di cattivi che dirige sono presi pari pari dall'album delle figurine Panini dei villain di serie B (quando nel film viene letta la loro scheda tecnica c'è da sbellicarsi). Richard Jenkins (lo speaker della Casa Bianca) e Maggie Gyllenhaal (Servizi Segreti del Presidente) sono ottimi attori, ma certo il ruolo non li aiuta e fanno quello che possono. In parole povere, Gerard Butler, Morgan Freeman, Aaron Eckhart e Angela Bassett se li bevono tutti a colazione.
L'assalto alla dimora del Presidente è un po' sottotono; non intendo per le esplosioni ed i mezzi d'assalto (figuriamoci, pare un luna park!), dico proprio come crescendo di tensione, stratagemmi criminali. Fuqua lo costruisce a meraviglia invece, e per quanto improbabile e fracassone, lo si segue senza batter ciglio dal primo all'ultimo fotogramma. Emmerich si mette in testa di creare il "dynamic duo" con Foxx e Tatum, e secondo lui sono al pari di Glover e Gibson in Arma Letale, un'alchimia perfetta (sese, come no....). Nei film di Emmerich è tutto maldettamente piatto, prevedibile, di plastica; anche se ci sono esplosioni incredibili, riprese megatotali e combattimenti iper cinetici, non sfonda, c'è poco da fare, gli manca il tocco magico. Mai i budget faraonici, ma il tocco sì. Il super hacker nerd che ama la musica classica e fa battutine di continuo è simpatico come Vittorio Sgarbi che non trova una bionda under 30 per trascorrere la serata; va un po' meglio con la guida delle visite turistiche, che parte male ma dopo in effetti qualche sorriso lo strappa. Se ciò che racconta Fuqua richiede una certa sospensione dell'incredulità, sono decine le scene di Emmerich che ne richiedono un corrispettivo al quadrato. Alla fine della fiera comunque, i cattivi non sono né gli arabi, né i cinesi, né i cubani, ma i nord coreani nel caso di Attacco Al Potere e degli americani (eteroguidati dalla lobby delle armi) in Sotto Assedio.