Arrriva Dorellik - attenzione, proprio 3 erre, non è un errore - è un film di Steno del 1967, per altro la prima volta da protagonista di Dorelli sul grande schermo. Il personaggio di Dorellik nasce in tv, col programma Johnny Sera, come evidente parodia dei criminali in calzamaglia, in primis Diabolik (non il film di Bava, che è addirittura successivo, ma il fumetto delle sorelle Giussani), con quella kappa che fa tanto mistero. Steno mette su questo film, un'operetta pop demenziale, che strizza l'occhio ad un certo humor nero macabro di taglio piuttosto anglosassone, motivo per il quale forse in Italia non è stato ben compreso. Si tratta di un divertissement stupidino, ma volutamente tale, un giochino per far funzionare anche al cinema un personaggio televisivo, affidandosi all'estro dorelliano. La sceneggiatura è di Castellano e Pipolo, co-autori anche di quella fantastica canzone che apre la pellicola, "Arrriva la Bomba", cantata da Dorelli e divenuta famosa ben oltre i confini del film. Una volta che la senti la canti all'infinito. E mentre la bomba esplode, una scritta ci avvisa: "Personaggik e fattik del film sono puramente immaginarik. Ogni riferimento a persone realmente esistenti sono casualik", l'italiano è un po' stentato, dato che con il soggetto al singolare (riferimento) il verbo non va al plurale (sono casualik), vabbè....
Un tizio che fa di cognome Dupont assume Dorellik per un compito improbo, uccidere tutti i Dupont di Francia (oltre 800); già perché un miliardario francese trasferitosi in Brasile, Jack Dupont, è morto senza lasciare testamento, quindi - per motivi curiosi - la sua eredità andrà spartita tra tutti i Dupont della nazione. Il committente vuole essere l'unico erede a papparsi i franchi e assume l'infallibile criminale. Dorellik si mette di buzzo buono, e tramite elenco telefonico, inizia la decimazione, con appena un mese di tempo. Diligentemente commette gli omicidi in ordine alfabetico. La trama è chiaramente un non sense esile esile, che offre continui spunti a Dorelli, ma non solo, per giogioneggiare. Dorellik è tallonato da due ispettori, anzi tre, l'ispettore della Polizia Francese, uno di Scotland Yard (il suo acerrimo nemico) e il Prefetto (la cui moglie è perdutamente innamorata di Dorellik). I tre inseguono tenacemente l'assassino ma egli riesce sempre a gabbarli, facendo echeggiare la sua sinistra (e stupidissima) risata. L'ispettore di Scotland Yard (Terry Thomas) è una macchietta di comicità slapstick, degno epigono di Clouseau/Peter Sellers, al quale Steno evidentemente si ispira, non solo per il personaggio in sé, ma per molte situazioni demenziali all'interno del film, oltre che per il meccanismo dell'ispettore che deve acciuffare il malvivente "mitico".
Dorellik è talmente sfacciato e sicuro delle proprie capacità da pubblicare annunci di "lavoro" sul giornale, offrendosi come manovalanza per commettere delitti, è così infatti che viene reclutato da Rafael Dupont; e come curriculum per i clienti Dorellik mostra un filmato promozionale, una sorta di lungo spot, nel quale si evince l'attitudine criminale della famiglia Dorellik sin dalla prima guerra mondiale (indovinate chi c'era a Sarajevo a sparare all'arciduca Francesco Ferdinando? Nonno Dorellik); persino la morte di Stalin porterebbe la firma di Dorellik (lo vediamo, trafelato, con una boccetta di veleno molto allusiva). L'emulo di Diabolik, nerovestito e mantellato, non ha molta fortuna con le donne però; la sua storica amante, la sua Eva Kant (Margaret Lee), lo lascia perché Dorellik non si decide a sposarla e la trascura per il troppo lavoro. Dorellik in realtà ne è innamorato ma lei si mette con un altro, un Dupont (Riccardo Garrone) che Dorellik si trova costretto ad uccidere (ma in realtà ci pensa la moglie racchia). Nel frattempo assume una nuova segretaria, una gran bella gnocca che poi è Agata Flora; la segretaria serve a Dorellik per tenere la contabilità dei Dupont in un momento cruciale del film. Il nostro "eroe" architetta infatti un piano diabolico: a pochi giorni dalla scadenza del mandato, convoca tutti i Dupont restanti, circa 400, e li mette a conoscenza dell'eredità, ma li avvisa che solo un Dupont dovrà rimanere vivo per ottenerla tutta per sé. Ecco che i Dupont, chiusi in una grande camera, si scannano a vicenda, mentre Dorellik soddisfatto canta al pianoforte "Strangers in The Night". Notevoli comunque tutti i vari omicidi compiuti, uno meglio dell'altro (imperdibile la ricerca di suor Dupont in convento, con tanto di discesa nella cripta, o la tigre di peluche portata a spalla da Dorellik per uccidere la Gisele Dupont/Didi Perego, amante dei safari). Ogni qual volta Dorellik pensa di essere sul punto di farcela, Rafael Dupont gli telefona e gli comunica di aver scoperto un altro ennesimo Dupont da uccidere. Nonostante tutto, Dorellik ce la fa, ma la beffa è che il testamento di Jack Dupont viene alfine rinvenuto e l'intero genocidio si rivela vano. Il finale è all'insegna dell'assurdo, dopo una rocambolesca fuga, Dorellik e l'ispettore Green di Scotland Yard si ritrovano faccia a faccia....ma il problema è proprio la faccia; Green toglie la maschera a Dorellik, che in realtà è l'ispettore Green, e Green stesso ha una maschera, che cela le fattezze di Dorellik. I due insomma si scambiano i ruoli, e l'inseguimento ricomincia, evidentemente un corto circuito demenziale "tanto per", un pretesto buffo per scrivere la parola fine sullo schermo.
Arrriva Dorellik fa venire in mente scene da altri film di parecchio posteriori. Ad esempio, avete presente quando Fantozzi e Filini telefonano al mega direttore Cobram per non partecipare alla gara ciclistica, e Fantozzi si offre di fare l'accento svedese con la patata in bocca, ma viene subito smascherato? Ecco, in Dorellik c'è la stessa scena pari pari, Green telefona a Dorellik con dei limoni in bocca, simula una parlata straniera ma Dorellik lo scopre immediatamente. E avete presente in Fracchia La Belva Umana quando Banfi pensa alle soluzioni dei problemi e l'aiutante De Simone/Sandro Ghiani gliele suggerisce ma Banfi lo umilia, per poi ripetere le stesse identiche cose spacciandole come idee geniali farina del proprio sacco? Anche questo succede in Dorellik praticamente in modo identico. Paolo Villaggio deve aver guardato approfonditamente questo film "sciocco" ma evidentemente pieno di trovate e buone intuizioni. Riuscitissima la colonna sonora, carina carina pure la canzone filastrocca che canta al night Margaret Lee "Crash-Sci-Sci-Patapum" (sempre con lo zampino di Castellano e Pipolo). Da notare che Dorellik sarà la fonte d'ispirazione per il personaggio Paperinik.