Rapina A Belfast

Rapina A Belfast
Rapina A Belfast

Complice l'idea di organizzare una vacanza a Belfast (idea per altro complicatissima da un punto di vista logistico se ci si incaponisce a non voler passare da Dublino, ma evito di tediarvi con il racconto delle ore trascorse al riguardo davanti al pc), mi imbatto in questa commedia di Terry George, regista ovviamente irlandese, ovviamente di Belfast, solitamente autore di pellicole drammatiche dal taglio decisamente più forte come Hotel Rwanda o Reservation Road. Stavolta il tono è decisamente più lieve e spensierato nonostante, a giudicare da qualche locandina vista su internet, venga presentato quasi come un action poliziesco. In Italiano c'è direttamente la parola "rapina" nel titolo, così abbiamo tagliato la testa al toro. Ora, la rapina nel film c'è, anche la Polizia ed i fucili dell'Ira, però la storia va altrove, molto altrove e si rischia di esser fuorviati.

Partiamo da Boston, Massachusetts, dove vediamo Brendan Fraser scappare nottetempo inseguito per strada da una donna livorosa in mutande e reggiseno e con un coltellaccio in mano. Quindi ci trasferiamo a Belfast, anni dopo, dove Fraser gestisce per conto di un parente un negozietto antiquario. La sua vita apparentemente tranquilla e anonima viene "sconvolta" da un ragazzo che si rifugia nel negozio dopo aver fatto una rapina al mercato ittico della città. Sappiamo che il ragazzo è Jimbo, impelagato nei debiti di gioco contratti con Maddog, mafiosetto della zona. - SPOILER: Tra Maguire (Fraser) e Jimbo (Martin McCan) si instaura una sorte di empatia, tanto che Maguire prende a cuore le sorti del ragazzo, gestisce la trattativa con la Polizia e alla fine risolve l'intera faccenda, per altro sciogliendo anche qualche nodo del suo passato americano (...ricordate la scena iniziale che vi ho descritto?).

Si respira l'aria del basso proletariato sgangherato anglosassone in Rapina A Belfast, anche se l'Irlanda del Nord è tutto fuorché britannica, tuttavia atmosfere, colori (sbiaditi) e uno stile di vita semplice, umile (con risvolti financo contadini) sono di quelli che piacerebbero a Ken Loach. Ce ne accorgiamo soprattutto inizialmente, sui titoli di testa; poi l'azione si concentra dentro appartamenti a schiera e nella strada dei negozi dove risiede Maguire, e di lì non ci spostiamo più. In effetti è più un'idea indotta che una reale serie di fotogrammi che ci viene offerta perché, per dire, anche i bimbi "zingari" che il poliziotto Michael Legge segue quotidianamente sono tutto fuorché "zingari" ma anzi sembrano semplicemente sotto proletariato irlandese. Ci sono poi anche accenti strani, qualche personaggio sembra un oriundo tedesco, ma vattelappesca cosa può aver combinato il doppiaggio italiano. Lo stesso Fraser (co-produttore del film) ha un aspetto dimesso, sfigato, un po' imbolsito; cerca di flirtare con una donna eritrea che gestisce un'attività nei dintorni e per la verità ci riesce anche, ma tutto all'insegna della moderazione e dell'antieroismo.

Rapina A Belfast è un film gradevole, semplice e divertente, tutto sommato ben fatto, anche se viaggia sempre in terza, le marce alte non prova mai a metterle (non sviluppa sottotrame possibili, come quella di Yaya DaCosta che scappa dalla guerra in Africa, le reminiscenze della guerra con Albione, etc.). Ci sono attori di mestiere come Colm Meaney e facce da caratteristi come David O'Hara o come il rossiccio amico di Jimbo. Non c'è tensione, non c'è adrenalina vera (anche la rapina è più comica e nevrotica che tesa) ma in fondo va bene così, perché per una volta un film decide di prendersi tempi non necessariamente vorticosi ed ansiogeni, concentrarsi maggiormente sui personaggi (che però sono tutti ad un passo dallo stereotipo, anche se molto "familiari") e sulla storia, sufficientemente articolata pur rimanendo comprensibile. Qualche omissione di troppo forse sul passato di Maguire, ma è irrilevante ai fini della leggibilità del racconto. Mi sarebbe piaciuto vedere un po' di più di Belfast ma è segno che quest'anno quella vacanza proprio non s'ha da fare.

Trailer ufficiale

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