Esistevano gli spaghetti western e negli anni '80 avevamo pure il post atomico alla maccheronica; 2019 Dopo La Caduta Di New York è un film di Sergio Martino del 1983, non due anni dopo la caduta di New York, ma due anni dopo la Fuga Da New York, quella di Jena Plissken in 1997 (che poi nell'originale non è Jena ma Snake). Sin dal titolo è evidente il richiamo al capolavoro di Carpenter, però Martino ciuccia un po' da tutte le parti, compresi Interceptor (i primi due capitoli della saga Mad Max sono rispettivamente del '79 e dell'81), Il Mondo dei Robot e pure Il Pianeta Delle Scimmie. C'è un po' di fantasy, con gli Eurac cattivi (i nuovi dominatori del pianeta dopo la terza guerra mondiale, addirittura termonucleare!) che sono bardati come cavalieri medievali e si muovono su bianchi destrieri tolkeniani (senza che sia chiaro perché le radiazioni nucleari abbiano deformato, ucciso e decimato gli umani, nonché reso infertili le donne sopravvissute, ma non abbiano minimamente impensierito la radiosa propserità della razza equina).
Il nostro Kurt Russell, tale Michael Sopkiw (Parsifal nel film), viene mandato dal Presidente (il conte Dracula di Fracchia Contro Dracula) della Nuova Confederazione - i ribelli, che poi sono i vecchi U.S.A - a trovare l'unica donna che può ancora avere figli, nascosta da qualche parte a Manhattan. E perché lei si e tutte le altre no? Perché lei era in coma prima della guerra e quindi le radiazioni non l'hanno contaminata (ah ecco, scientificamente non fa una piega ...). Parsifal parte, raccatta milizie per strada, trova pure una biondona che fa al caso suo (in tutto il film le donne rimaste girano con pezzi di cervello putrefatto che penzolano dalla scatola cranica, mentre Parsifal scova l'unica coniglietta di Playboy truccata Max Factor), sconfigge gli Eurac, replicanti cyborg (chiamati "siborg" nel film, ma si sa, Blade Runner era uscito nelle sale da appena un anno, un po' di ignoranza è comprensibile), si allea con uomini scimmie, ammazza gang di diseredati deformi (praticamente i fan rimasti dei Sex Pistols), e porta a casa la pagnotta, come era ovvio. Interessante pure il suo abbigliamento da cantante dei Metal Church.
Citazioni sparse a man bassa, come il capo del popolo dei nani che si chiama Kirk. C'è una Anna Kanakis clamorosa, appena 21enne, con due sopracciglia che sembrano la Schwarzwald ed un fisichino ancora lontano dalle gioie della maturità mammaria. Per altro Lady Kanakis sul suo sito web personale data il suo debutto cinematografico nel 1989 con O Re, film di Luigi Magni, una roba presentabile insomma non uno scheletro nell'armadio come il post atomico e pecoreccio 2019. A dirla tutta allora, prima aveva pure interpretato Zucchero Miele E Peperoncino (non accreditata nel cast, ha il pregnante ruolo di una "giovane nuda sul letto"), I Nuovi Barbari di Castellari, Attila Flagello Di Dio, Occhio Malocchio Prezzemolo E Finocchio e Acapulco, Prima Spiaggia .... a Sinistra. Tutta roba che non aiuta a far colpo alla cena dell'Unione delle Banche Svizzere.
Tarantino adora 2019, che definisce un suo cult personale, ma su Tarantino non si può far granché affidamento, qualsiasi film italiano prima del 1990 per lui è un capolavoro assoluto. Il termine che in modo più ricorrente sono solito usare a proposito di queste pellicole è "commovente", poiché è davvero commovente assistere alle invenzioni artigianali di questo manipolo di professionisti/autori/artigiani/mestieranti del cinema, i quali, con budget risibili, creavano 90 minuti fuori da ogni schema e previsione, nel bene e nel male. In ogni caso, creavano con un entusiasmo tale da non poter lasciare indifferenti. Da non perdere i plastici di New York ridotta in macerie e della base spaziale della Nuova Confederazione (perché spaziale e perché sempre di notte?), gli effetti sonori delle pistole laser (roba che nemmeno l'Allegro Chirurgo), nonché gli addobbi della auto modello Destruction Derby. La promozione del film recitava: "Capofila dei post atomici, l'opera di Martino ha preceduto 1997 Fuga Da New York", già, perché c'è chi dice che la sceneggiatura sia precedente.