Una Notte Con Vostro Onore

Una Notte Con Vostro Onore
Una Notte Con Vostro Onore

Nel 1980 Walther Matthau lavora con Ronald Neame facendosi dirigere in 2 Sotto Il Divano, appena un anno dopo fa di nuovo coppia col regista inglese in Una Notte Con Vostro Onore, tratto dalla commedia teatrale omonima di Jerome Lawrence e Robert Edwin Lee, omonima in inglese, ovvero First Monday In October (cioè la data in cui annualmente la Corte riprende le proprie attività dopo la pausa estiva), poiché la distribuzione italiana stravolge completamente il titolo del film giocando sulla malizia, come al solito. La "notte con vostro onore" c'è ma non è quella che potreste pensare, bensì è una notte di lavoro nella quale i due magistrati protagonisti (Walter Matthau e Jill Clayburgh) hanno un acceso confronto che sarà il big bang del loro rapporto interpersonale. Se infatti fino a quel momento si erano rispettati ma cordialmente detestati, dopo quella notte inizieranno a comprendersi reciprocamente e a intuire che sotto la patina di ciò che ognuno ritiene sgradevole dell'altro/a si cela in realtà un'intelligenza, un carisma ed anche un fascino decisamente accattivanti. La vicenda si incentra sulle sessioni della Corte Suprema Degli Stati Uniti d'America, l'organo più alto della magistratura americana, sorta di Cassazione che ha l'ultima parola su ogni caso federale; nove giudici si danno battaglia ad ogni seduta sui casi del giorno ma uno di questi muore e deve essere sostituito. Viene nominata una donna, Ruth Loomis (Jill Clayburgh). Il suo arrivo sconvolge le dinamiche interne e viene particolarmente mal accolto dal giudice Dan Snow (Walter Matthau), vagamente misogino e soprattutto di idee politiche opposte a quelle della Loomis (conservatrice lei, liberale lui). Il casus belli diventa la richiesta di censura da parte dello Stato del Nebraska di un filmetto pornografico che travierebbe la moralità degli americani. La quasi totalità della giuria è orientata in tal senso e in testa c'è proprio la Loomis, particolarmente rigida e severa nel censurare il film. Sul versante opposto si schiera Snow, acerrimo nemico della censura e di qualsiasi ingerenza della corte (e della politica) nella libertà degli americani finché questa non lede la Legge. I due battagliano senza esclusione di colpi sino a quando la loro attenzione si sposta su di un altro caso, quello di una multinazionale che ha sottratto illegalmente dei brevetti alla collettività per continuare a produrre tecnologia obsoleta, inquinante e costosa. - SPOILER: Snow ne fa una questione di principio, ma in fondo ha ragione perché si scoprirà che le cose stanno esattamente come lui aveva ipotizzato e, ancora peggio, proprio l'ex marito della Loomis è l'avvocato che ha dato copertura alla frode (naturalmente all'insaputa della moglie).

Il cuore del film sono le schermaglie dei due primi attori (entrambi candidati al Golden Globe per il ruolo), sullo sfondo dell'amministrazione della giustizia americana. I livelli di lettura sono due, quello umano e quello culturale. Se sul piano del dialogo e della tenzone tra i sessi Matthau e la Clayburgh garantiscono un ritmo serrato e scoppiettante, non è da meno il loro confronto ideale su cosa si dovrebbe fare in termini di moralità e censura. Le idee della giudice Loomis sono terribilmente bigotte, beghine e puritane, personalmente non ho fatto molta fatica a schierarmi con il giudice Snow e la sua idea di tolleranza. Chi mette le etichette alle cose? Snow è consapevole che la coperta della libertà consente anche ad un registucolo senza talento di ammantare di arte il suo filmetto sconcio ma allo stesso tempo pensa che iniziare a porre paletti porterà inevitabilmente ad un effetto domino per il quale oggi saranno le libertà altrui ad essere sezionate e censurate, domani saranno le proprie, senza contare che il concetto di moralità evolve (o involve) con il passare del tempo ed in parallelo ai mutamenti della società. La Loomis incarna abbastanza fedelmente quell'America un po' retriva, bacchettona e vagamente fascistoide che di tanto in tanto emerge a quelle latitudini e che anche recentemente con le imprese di Trump è tornata ad affacciarsi nei telegiornali di tutto il mondo con il suo portato di becero oscurantismo ed ottusità.

La Loomis tuttavia ha una forte etica ed il suo rigore, ancorché conservatore, è anche un punto di forza poiché quando emergono particolari compromettenti sul suo passato legati alla vicenda della Omnitech, non esita un istante a fare ciò che è giusto. Snow riconosce in lei questa dirittura morale (a proposito di una sentenza della "Madama Giudichessa", come la chiama lui, le chiede come faccia ad essere così puntualmente logica nelle argomentazioni per poi addivenire a conclusioni tanto sbagliate), sostenendola e proteggendola nonostante la distanza ideologica. Inevitabilmente tra i due nasce una simpatia, scaturita primariamente dalla stima reciproca. Matthau si cuce addosso il suo classico personaggio del brontolone acuto e sarcastico, la Clayburgh non è particolarmente morbida, anzi, ma naturalmente la sua femminilità edulcora in qualche modo l'asprezza dei duelli. Il film sarebbe dovuto uscire nelle sale americane nel febbraio del 1982 ma la nomina a primo giudice della Corte Suprema di Sandra Day O'Connor da parte del Presidente Ronald Reagan anticipò l'uscita al luglio 1981, un mese esatto dopo l'insediamento della O'Connor.

Trailer ufficiale

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