Passi Di Morte Perduti Nel Buio

Passi Di Morte Perduti Nel Buio
Passi Di Morte Perduti Nel Buio

Il titolo, oltre a sembrarvi una supercazzola, vi ricorda per caso qualcosa? Bravi, pare Passi Di Danza Su Una Lama Di Rasoio, che non a caso è dello stesso regista e sceneggiatore, Maurizio Pradeaux, una manciata di film in carriera (pochini, appena sette), ed un intervallo di cinque anni a separare i Passi, intervallati nel 1974 da I Figli Di Zanna Bianca. La coppia gemella di film, accomunata da un titolo quasi identico, si specchia continuamente. Tantissime le similitudini a livello di trama. In entrambi abbiamo l'assassino "argentiano" vestito di tutto punto con impermeabile nero, guanti di pelle nera, cappellaccio, rasoio da barbiere come arma prediletta, soggettive pre-omicidio e dettaglio dell'occhio malandrino. Pure gli ammazzamenti - giocoforza - si assomigliano, con lama affilata che taglia le carni e il sangue rossissimo che zampilla. In entrambi abbiamo lo scorcio di finestra (hitchcockiana) dal quale qualcuno osserva qualcun altro fare qualcosa; in entrambi, i vari protagonisti coinvolti, testimoni e/o sospettati, vengono abbattuti uno dopo l'altro dal killer, fino alla risoluzione finale che, in entrambe le pellicole, avviene mediante trappola appositamente tesa all'assassino.

Insomma, se Passi Di Morte Perduti Nel Buio non è un remake della danza sulla lama di un rasoio poco ci manca. In quel caso come in questo non si tratta di due prove superlative, anche se il primo film del '73 è decisamente preferibile al suo successore, ancora più sconclusionato e inefficace. Per la verità Pradeaux parte discretamente, l'incipit sul treno è molto intrigante, derivativo da almeno altri 15 autori (non ultima Agatha Christie), ma assolutamente ficcante. Dopo il primo assassinio iniziano le indagini e già il ritmo si affievolisce (in particolar modo nelle scene che vedono coinvolto l'ispettore Robert Webber); quindi da metà film in poi è tutto un crescendo di situazioni comiche e ridarelle, che ci stanno come il cavolo a merenda. Leonard Mann, doppiato con accento romanesco sforzatissimo, è un battutista di professione, fantozzianamente travestito come neanche Benny Hill; la sua sparring partner è una modella svedese stordita (Vera Krouska), la cui stupidità però è talmente accentuata da farla sembrare un cartone animato. E magari un attimo dopo invece vediamo l'occhio terribile del killer che si staglia nelle tenebre per poi avventarsi sulla vittima e sgozzarla. Possono mancare le parentesi erotiche a gratis? Assolutamente no, e allora ecco un po' di scene servite dalla pantera nera Barbara Seidel, più nuda che vestita, disponibile per sollazzi etero e lesbo, indifferentemente.

Il finale è davvero brutto, l'assassino è trapiantato in sceneggiatura come un abete nel deserto, te lo ritrovi tra le mani solo perché un colpevole al dunque serviva, altrimenti la sceneggiatura sembra quasi non averlo individuato. il tasso di comicità demenziale del duo Mann/Krouska raggiunge la saturazione massima e la finissima trappola tesa dalla polizia e dal sagace Mann all'assassino è tanto strampalata quanto inverosimile. Ma c'è poco da fare, lo spettatore se la deve sorbire e arrivare mesto e desolato ai titoli di coda. Antipatica la maggior parte dei personaggi, approssimative, grossolane e irrealistiche le scene (pure gli omicidi); c'è una cornice - giustamente definita "turistica" da qualcuno - della Grecia (che poteva essere sfruttata in modo ben più originale), così come mezzo cast è greco; ci sono delle musiche di Ortolani che tentano di salvare il salvabile e c'è una fotografia di Aldo Ricci che francamente non è niente male. Il titolo poi....suonava bene e allora bon, assegnato. Il dvd NoShame in compenso è un gran bel prodotto e fa venire voglia di vedere il film anche esclusivamente per la qualità del video, davvero notevole. Il rovescio della medaglia però è che è totalmente assente il comparto extra.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica