Yatta-Yatta-Yatta-Man! In Italia arrivò su Rete 4 nel 1983, poi esplose nelle reti locali, e io davanti alla tv c'ero, come antamila bambini italiani che facevano il tifo per Ganchan e Janet contro il trio Drombo, che era troppo stupido per farcela, ma che era pure troppo divertente per essere cattivo, e poi quella Miss Dronio...a nove anni ancora non mi era chiaro perché, ma mi suscitava strane riflessioni escatologiche sul senso della vita.
Nel 2009 il Giappone ha prodotto il film tratto dalla serie tv (in Nipponia ce ne sono state due, in Italia solo una), da noi è arrivato due anni dopo. Titolo originale: Yatterman. Storia e ambientazioni si prendono pochissime libertà rispetto alla trama originale, siamo ai limiti del cosplaying, soprattutto per quanto riguarda costumi e personaggi. E del resto il rischio è un po' quello quando si fanno film del genere, a patto di non sconvolgerli pesantemente - il che denota coraggio, visione d'autore e personalità, ma in genere fa anche incazzare pesantemente i die hard fans. Takashi Miike, definito il "Tarantino d'Oriente", gioca sul velluto e non cambia praticamente niente, se non mischiare un po' elementi derivanti da entrambe le serie prodotte.
Yattaman è innanzitutto (ed esclusivamente) uno spettacolo per gli occhi, la ricostruzione è maniacale, robot, ambienti, computer grafica, davvero irresistibile il circo messo in piedi da Miike. Non ha alcun senso parlare di trama, anche perché è l'aspetto visivo a contare di più, unito all'ironia delle situazioni, alle allusioni timidamente erotiche e all'estetica nipponica. Una specie di bagno caldo nel quale immergersi, gustando ogni sfumatura di sali, incenso e docchiaschiuma fino all'ultima goccia.
I personaggi sono resi ottimamente e con fedeltà, Miss Dronio (Kyōko Fukada) è stupenda e sensuale, ma pure Boyakki o Ganchan sono eccellenti. I luoghi comuni degli anime si sprecano, e ci gioca su la stessa Shoko (la figlia del professore archeologo), definendosi la tipica "sfigata" della situazione. Poi abbiamo la mitica maialina portafortuna, il robottino Robbie Robbie, Yatta Can, c'è l'immenso balletto del trio Drombo (movenze praticamente identiche!), le punizioni inflitte da Dokrobei per i fallimenti delle missioni, eccetera. La versione italiana si è presa qualche libertà in più in fase di doppiaggio, vista la particolare consonanza con il Newbokan, il fanclub italiano di Yattaman (di certo, per dire, in Giappone non avevano previsto la battuta citazionista di Rocky, quando Tonzula in versione wrestler chiama Miss Dronio gridando il suo nome nella stessa maniera in cui Stallone faceva con Adriana, che per l'occasione diventa "Adriooonioo" (Adriana + Dronio). Yattaman è un film totalmente autoreferenziale e che difficilmente verrà apprezzato da chi non conosce la serie, anche se rimane la fascinazione per il grande estro visivo e creativo partorito per mettere in scena il mondo di Yatterman, un po' assurdo, un po' squinternato, sicuramente buffo, pop e coloratissimo.