Non c'è molto in giro su questo film, da non confondere con l'omonima pellicola drammatica del 2010, né con le sinuosità panteresche di Naomi Campbell. Poche recensioni critiche, poche menzioni, il dvd edito in Italia qualche tempo fa da Storm Video è già esaurito, eppure da quel poco che ho potuto leggere pare che questa coproduzione amero-spagnola sia considerata un piccolo classico dell'erotismo anni '80 e assai ben trattata. Sarà.... a me è sembrata algida e un po' noiosa. Probabilmente non ero dell'umore giusto quando ho fatto partire il play sul lettore, forse ero troppo assonnato, o comunque non sono riuscito a mettermi sulla stessa lunghezza d'onda di Claude Mulot, regista dell'opera, ma non mi è sembrata questo granché. I titoli di testa citano il colto riferimento letterario di Honoré de Balzac per una storia ottocentesca ambientata tra Parigi e Barcellona.
Nottetempo Jacques (Emiliano Redondo), un ricco borghese parigino, si reca nel bordello più famoso diella città e seleziona accuratamente le ragazze disponibili; tra queste ne riconosce una in particolare, una mulatta caraibica di nome Venere (Josephina Jacqueline Jones). Ricorda molto bene la sua storia, la conobbe ad una festa, pochi giorni dopo che la donna era arrivata a Parigi dalla Martinica. Armand (José Antonio Ceinos), un suo amico scultore, si innamorò seduta stante di quella bellezza, la conobbe e ne divenne il compagno. Mentre Armand era uno spiantato bohemienne, Venere inizò a lavorare come modella in un atelier di moda, subendo le pressanti attenzioni dei mariti della clienti. La gelosia furibonda di Armand causò l'allontanamento di Venere, la quale andò a stabilirsi come dama di compagnia presso una facoltosa signora dalle accese voglie saffiche, Marie (Karin Schubert). Il ritorno del marito di Marie da un lungo viaggio all'estero interrompe l'idilio muliebre; come Marie, pure lui intende consolarsi con una giovane ragazza, Louise (Florence Guerin), e anzi pretende che Venere e Louise si prestino a dei giochi erotici assieme. Le due ragazze diventano molto amiche (ed anche qualcosa di più) ma devono lasciare la villa e si separano. Tempo dopo sarà Jacques a riunirle, portando a Venere notizie di Armand. Lo scultore ha terminato l'opera più bella ed importante della sua vita, una venere nera che la ritrae perfettamente, ma si sta lasciando morire di stenti, povero in canna. Per aiutarlo Jacques acquista la statua garantendo a Armand 5000 franchi, quindi per sfuggire al rigido inverno parigino, parte alla volta della Spagna portando con sé Louise e Venere. Si instaura un malzioso ménage à trois, con le due ragazze che amoreggiano di continuo e di tanto in tanto coinvolgono pure Jacques. - SPOILER: Un giorno d'improvviso Armand si presenta a casa di Jacques e, sotto l'occhio silente della venere nera scolpita d'ebano, spara alla sua amata Venere, per poi rivolgersi l'arma contro e togliersi la vita; nessuno dovrà godere del suo più grande tesoro.
La pellicola è impacchettata in modo patinato e letterario, l'ambientazione salottiera francese è molto marcata, i siparietti proletari che riguardano Armand sono di maniera - lui accovacciato accanto ad una stufa oramai semispenta, infagottato di coperte, spettinato e con la barba incolta, mentre il crudelissimo padrone di casa, ovviamente ciccione, pretende l'affitto - pare quasi di vedere un povero Cenerentolo disperato ed incompreso. Il suo fraterno amico Jacques non esita un istante a portargli via la statua a cui Armand è legatissimo, approfittando della sua condizione di indigenza e malattia; oltre ciò, prende pure in consegna la vera Venere in carne e ossa e se la ripassa ben bene assieme a Louise nella calura iberica, mentre Armand tira il calzino sotto le nevi francesi. Le parentesi erotiche sono molto frequenti ed anche piuttosto azzardate, tuttavia permane un po' l'effetto Emmanuelle; sarà la comune ambientazione transalpina, ma l'impostazione è molto simile, erotismo meccanico e superficiale. Manca quel quid ruspante che ad esempio caratterizza invece molte delle pellicole italiane del periodo, magari tecnicamente più scadenti ma, allo stesso tempo, più accattivanti e seducenti. La Schubert è impiegata come un pollo in batteria, ovviamente interpreta la dama lesbica un tanto al chilo (quanta fantasia....). Devo anche dire che la Jones, eroina del cinema soft del periodo, mi è parsa tutto tranne che irresistibile; decisamente più interessante la Guerin (ma anche la stessa Schubert). Non so se il doppiaggio del dvd Storm sia quello originale, perché è incredibilmente posticcio e artefatto, certamente contribuisce al giudizio negativo sul film. Un lavoro a mio parere modesto e trascurabile, privo di reale mordente e morbosità, a dispetto dei tanti nudi.