Velluto Nero (Black Emmanuelle/White Emmanuelle)

Velluto Nero (Black Emmanuelle/White Emmanuelle)
Velluto Nero (Black Emmanuelle/White Emmanuelle)

Velluto Nero, conosciuto anche come Black Emmanuelle/White Emmanuelle, è una delirante pellicola freakettona che si inserisce nel filone delle Emmanuelle apocrife della Arsan. La nera è la Gemser, la bianca è Annie Belle, entrambe reduci dai rispettivi stracult erotici, l'indonesiana dalla serie delle Black Emmanuelle appunto, la francese da Laurie. Non a caso infatti nel film mantengono rigorosamente i loro nomi di richiamo per il pubblico, Emanuelle e Laurie. Rondi si inventa una specie di comune psichedelico-hippie nel mezzo del deserto egiziano, fatta di ninfomani, zoccole, omosessuali e santoni. Susan Scott vive insieme ad Al Cliver, un santone paraculissimo che quando apre bocca fa delle supercazzole mistiche che te le raccomando. C'è pure Zigi Zanger, figlia della Scott, che non raggiunge mai l'orgasmo e per questo è sempre in cerca di uomini, ed un vecchio attore del muto, pederasta e piagnone (Feodor Chaplin Jr). Poi arrivano la Gemser, "la fotomodella più importante del mondo", con il suo spregevolissimo fotografo personale (Gabriele Tinti), con il quale coltiva un rapporto di odio/amore. Dall'estero arriva pure la Belle, altra figlia di Susan Scott, platinata e rasatissima come nemmeno il soldato Jane. Tutti insieme appassionatamente discettano di fuffa filosofica, dialoghi per la gran parte senza né capo né coda, onanismo spirituale e pseudo intellettuale, con derive apparentemente moralistiche e citazioni colte di Calderón de La Barca, ma poi, più prosaicamente, il tutto si traduce in ammucchiate liberatorie. Al Cliver fa la parte del leone, battezzandole tutte (notevole il siparietto con la Scott nel palmeto mentre lui declama odi al sole, che più che altro sembrano odi al suo membro).

Trama non ce n'è, seguiamo solo la convivenza di questo gruppo di debosciati in pieno deserto. Bellissime però l'ambientazione e la fotografia, siamo immersi tra rovine archeologiche e lande esotiche, e incredibilmente il film è girato ad Abu Simbel ed in altri siti che oggi sarebbero off limit per qualsiasi produzione. Notevolissima anche la musica di Baldan Bembo, davvero stupenda. Tutto il resto è una paccottiglia messa assieme per giustificare il sesso e sfruttare il più possibile i personaggi di Emanuelle e Laurie. Ritmi "da documentario" (come dice Gordiano Lupi), pretese alte, noia abissale. Ok la Gemser è la Gemser (che si produce in scene saffiche e in riti sanguinari) la Scott è la Scott (sempre un gradino sopra le altre) ma Velluto Nero, almeno per il sottoscritto, si è rivelato un polpettone faticoso e pretenzioso (e la Belle è veramente antierotica). Il film è ricordato nei "circoli bene" per un paio di scene forti della Gemser, nelle quali il suo fotografo alla ricerca di un "educativo" connubio di eros e thanatos la costringe a posare in mezzo a dei cadaveri trucidati e putride carcasse animali (...sai che botta d'erotismo!).

Trailer ufficiale

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