
Trasposizione cinematografica dell'omonima piéce teatrale, sempre di Capone (assieme a Rosario Galli) e con gli stessi attori del film. Già dal titolo pare evidente il rimando alla versione femminile di Almodovar della crisi di nervi. Si narra di quattro amici che si ritrovano ogni lunedì per il consueto pokerino. Due sono sposati, uno è un neo sposino (nonostante un lungo fidanzamento), l'altro è separato da sei mesi. Durante la partita emergono tutte le soddisfazioni e le vessazioni che i quattro subiscono dalle mogli feroci (dipinte come il vero sesso forte) fino a che, come trovata per risolvere la serata, si decide di devolvere il montepremi del poker ad una buona causa, chiamare una escort e fare un giro in giostra ciascuno, in libertà e spensieratezza. Come da copione però, davanti alla bomba sexy i quattro si dimostrano impacciati ed inconcludenti, e la stessa sciantosa Yvonne ha qualche segreto nascosto da rivelare....
Il film sconta la sua genesi teatrale, essendo terribilmente verboso, statico e, quel che è peggio, recitato in modo "teatrale" e non cinematografico, ovvero con una fisicità e dei dialoghi costantemente sopra le righe, urlati, dal ritmo asfissiante e nevrotico. Il cinema è l'opposto del teatro, meno si fa - meglio si fa; sfumature, sottigliezze, si gioca sulle inquadrature, sulla fotografia, sulle luci. Il teatro in questo senso è più "eclatante", ha meno strumenti a disposizione e l'attore deve esternare tutto, in modo evidente. Insopportabile (almeno per me) Nicola Pistoia, pare un cocainomane che ha preso il 220, più o meno altrettanto dicasi per Vincenzo Crocitti, un po' meglio Pino Ammendola e Gianni Garofalo. Pessima anche la rappresentazione dell'universo maschile, fatta apposta per compiacere il pubblico femminile. Una galleria di odiosi e banali stereotipi, uomini che calzano a pennello con l'immagine che le donne amano rappresentare dei portatori di pene (...con la "é" chiusa). Altrettanto "ovvia" la sceneggiata al cospetto della phaiga, ovvero quattro decerebrati incapaci di intendere e di volere, col fallo che si sostituisce al cervello (ammesso che abbiano mai avuto sia uno che l'altro), la bavetta che cola sul mento e i pensierini da Quinta Elementare sulla bocca. Altrettanto "ovvio" che al primo tentativo il maschione allupato faccia cilecca, perché - si sa - tanto son tutti parolai. Dal canto suo la escort si rivela una dolce ingenua santarellina, pura e profonda spiritualmente. Un titano al confronto delle quattro formiche fallomunite. Si stenta a credere che l'autore del testo sia un uomo, ma, come detto, considerando il tutoraggio almodovariano e la palese intenzione di ingraziarsi il pubblico muliebre, si spiega abbastanza facilmente il perché di questo atto di autopunizione.
C'è un pizzico di imprevedibilità nella commedia, mediante il ricorso a momenti surreali e fiabeschi, come l'apparizione della Koll in casa a mezzanotte in punto, il cavallo bianco nel finale, o il piccolo balletto canterino degli uomini, trovata anch'essa "teatrale". La prima metà del film è fastidiosa, totalmente affidata ai dialoghi mitragliati dagli attori; da quando compare la Koll la situazione migliora, non (solo) per il motivo che immaginate.... anche perché si aggiunge una variabile in più e le dinamiche tra i personaggi evolvono minimamente, dando più respiro alla rappresentazione. A parer mio, il film si tollera giusto per la presenza della Koll che conferma anche qui di essere (stata) una strafiga siderale. Bellissima e sensuale, eccede però anche lei nella parte dell'ochetta (non trattandosi di un film di Brass dove deve farlo da contratto), almeno finché "finge" con i clienti di essere la escort desiderata. Ok, è una finzione nella finzione, quindi in un certo senso "giustificabile" nell'economia del film, ma rimane comunque conforme alla cifra del resto della pellicola, una pletorica e iperbolica caratterizzazione dei personaggi attraverso dialoghi esagitati e invasati. In una piccola parte anche Sabrina Salerno. Odiosa persino la musica, una roba sintetica anni '80 che fa venir voglia di sfondare il televisore a mattoni (se non fosse che l'hai pagato un'enormità!). Pessimo il dvd Millennium Storm, pare di vedere una VHS riversata in dvd, master buissimo in molti punti e con sgraffiature sparse. Esistono varie versioni teatrali della commedia e pure un seguito (con un cast diverso).