Alla comparsa di questa pellicola davanti ai miei occhi il mio primo pensiero è stato: qualcuno uccida il titolista italiano! Io farei una manifestazione, uno sciopero in piazza per mettere alla gogna i titolisti italiani, senza cervello che decidono titoli furbi e "simpatici" solo per loro che spesso e volentieri decretano il destino fallimentare di un film in sala. Ma chi verrebbe solleticato da un titolo così stupido? Certamente non è stato quello a solleticarmi in videoteca quanto piuttosto la presenza di Salma Hayek. Il secondo motivo è stato che trattasi di commediola americana disimpegnata e questo si adattava molto al mio desiderio di un fine settimana "easy". Come previsto, il film non è stato niente di che, carino, divertente, semplice, lineare; quello che ci voleva. La storia vede un gruppo di amici che andavano a scuola insieme e giocavano nella locale squadra di basket. Vincono il campionato alla partita decisiva ed il loro coach diventa una specie di gran maestro di vita. 30 anni dopo, il vecchietto muore e la squadra si ritrova per le esequie. Non si sono visti per tutto quel tempo ed ognuno ha messo su famiglia, lavoro e quant'altro. L'incontro, come prevedibile, sarà uno scontro, per altro con mogli e figli al seguito. Adam Sandler è il figo della situazione, quello realizzato, con i soldi, e Salma Hayek come moglie. Poi c'è Kevin James che sta con Maria Bello (altra bellissima), David Spade che pare Vince Neil, Chris Rock e Rob Schneider che fa una parte piuttosto buffa (un fallito, amante del genere "mature", con figlie top model, fissato per la vita alternativa). Si ridacchia qua e là. Salma Hayek, nonostante la stella sulla Walk Of Fame di Hollywood, ha un ruolo piuttosto collaterale e con pochi ciak (indirettamente proporzionali al cachet, immagino). Certo, quando compare, anche per poco, illumina lo schermo, forte anche del fatto che interpreta una donna di classe, stilista, sofisticata e curata. Splendida. Ma non è una novità.
