Un Tè Con Mussolini

Un Tè Con Mussolini
Un Tè Con Mussolini

Sul crepuscolo dello scorso millennio Franco Zeffirelli idealmente decide di far ritorno dall'Inghilterra all'Italia, dopo aver diretto l'adattamento di Jane Eyre infatti, il regista toscano approda alla sua natia ed amata Firenze, dedicandole un film. Un Tè Con Mussolini è un'opera particolarmente personale per Zeffirelli, dentro c'è tutto il suo amore per il cinema in primis, per la sua città in secundis, coinvolge certamente anche memorie biografiche ma si appoggia soprattutto alla storia del protagonista, Luca, che nella realtà si chiama John Mortimer ed ha vissuto in modo più o meno romanzato le traversie che sperimenta il piccolo Charlie Lucas (il quale, divenuto ragazzotto passa il testimone sul set a Baird Wallace).Tuttavia Zeffirelli non recide il legame con Albione assumendo per il racconto il punto di vista di una serie di personaggi inglesi, ovvero come i sudditi della Regina vissero l'avvento del fascismo a Firenze. Una visione obliqua di quel mortifero momento storico che il regista lambisce ma a suo modo edulcora, preferendo esaltare l'aspetto personale e narrativo anziché quello storico-cronachistico.

Alla morte della madre (inglese), Luca viene fortemente trascurato dal padre (Massimo Ghini), un imprenditore fiorentino tutto femmine e lavoro. La sua educazione viene presa in carico da Mary Wallace (Joan Plowright), una dipendente (inglese) del genitore, amica della madre. Assieme alla donna, tutto il suo circolo di amiche britanniche segue il piccolo, assicurandogli un'istruzione ed una crescita adeguata, fino a che il padre non lo spedisce in Austria per approfondire la conoscenza del tedesco (nella speranza di "agganciare" l'avvento della Germania e del nazismo). Al suo ritorno dopo anni, Luca trova a Firenze una situazione profondamente cambiata, l'Italia dichiara guerra a Francia ed Inghilterra, per le strade vige un regime militare, le leggi razziali falciano gli ebrei e le vecchie tutrici di un tempo, tanto care a Luca, scontano l'inimicizia istituzionalizzata verso l'Inghilterra. - SPOILER: Luca si adopera per la sopravvivenza delle vecchie madame inglesi, ed in particolar modo per una diva americana di origine ebraica (Elsa Morganthal), amica di sua madre, della quale lui è innamorato nonostante la grande differenza di età. Durante l'alloggio coatto a San Gimignano, le truppe scozzesi libereranno la città, segnando la fine della guerra e la fuga degli aguzzini tedeschi. Luca dovrà separarsi per sempre da Elsa.

Quello di Zeffirelli è al contempo un memoriale un po' nostalgico, un romanzo di formazione ed una guida illustrata (e patinata) di Firenze. Il tocco è lieve, per fortuna meno ridondante di altre sue pellicole, retorica, patetismo e sentimentalismo non eccedono, lasciando che gli eventi si susseguano in modo abbastanza fluido, naturale ed asciutto, a tratti con toni persino da commedia. Zeffirelli non è interessato a parlare di guerra, il periodo è quasi un pretesto per raccontare un fazzoletto di anni nei quali lo stesso regista passava dall'adolescenza alla maturità, un po' come accade a Luca. Lo sguardo su Firenze è quello di occhi stranieri traboccanti di amore ed ammirazione per una città che è un faro di cultura e civiltà nel mondo. Vengono sottolineati i monumenti, le piazze, le statue, come tante cartoline. L'arte è vissuta come la sublimazione dell'intelletto umano e come il mezzo per dare forma al genio divino. E lo stupore nei confronti di ogni sua esemplificazione non finisce mai. Nonostante la preminenza del racconto che Zeffirelli vuole illustrare, fatto di donne, sentimenti ed amore protettivo, non manca comunque un messaggio di aperta condanna nei confronti del fascismo e della sua sinistra doppiezza e crudeltà. E' il personaggio di Lady Hester Random (Maggie Smith), moglie del defunto console britannico, che più di ogni altro si fa carico di rappresentare la fine dell'illusione fascista, è ai suoi occhi che Mussolini (con il quale prende un tè) passa da premuroso padre carismatico di una nazione a "bastardo" dittatore. Poche pose per Claudio Spadaro, il suo Mussolini si palesa brevemente, non avendo modo di far sentire tutto il perso specifico di quella figura drammaticamente spartiacque per la storia ed il destino dell'Italia del Novecento.

Per dare corpo, fascino ed eleganza ad Elsa Morganthal, cantante in patria, ambita preda degli uomini, intenditrice d'arte, donna generosa ed intelligente, Zeffirelli si rivolge a Cher, perfetta per vestire i panni di una diva effimera e profonda al tempo stesso. Il suo amore platonico e filiale con Luca ha i momenti più intensi di tutto il film. A livello di stretta aderenza ai fatti storici ci sono diverse libertà, ma affatto da stigmatizzare poiché, come detto, la ragione sociale del film non è raccontare Firenze ai tempi del fascismo, ma Firenze e i suoi amanti stranieri, accorsi da tutto il mondo per godere di un così perfetto patrimonio dell'umanità. Ecco che allora tutta la parte riguardante San Gimignano pecca di rigore storiografico (non risulta che i tedeschi volessero abbatterne le torri - atto che non avrebbe avuto alcuna utilità se non fare un dispetto - non risulta che un drappello di aristocratiche inglesi le abbia salvate, non risulta che dei soldati scozzesi abbiano messo in fuga i nazisti, semmai si trattò di divisioni marocchine, ed il tutto per altro avvenne dopo che San Gimignano era già stata abbandonata dalla popolazione civile, la quale dunque non salutò ed accolse i liberatori nel giubilo come accade nel film).

Un Té con Mussolini è un film raffinato, signorile, manierato, accademico, anche un po superficiale se si vuole, ma non nego che rivedere amplificate all'ennesima bellezza vie e piazze che quotidianamente percorro banalmente per recarmi a lavoro mi ha provocato una certa emozione (così come è sempre un emozione ritrovare Pino Colizzi e soprattutto la sua inconfondibile voce). C'è posto per sentimenti amorosi poetici e puri come quello di Luca per Elsa, ingannati e disillusi come quello di Elsa per l'avvocato Vittorio (Paolo Seganti), disinteressati e materni come quello di Lady Wallace per Luca, per amori intellettuali e spirituali come quello rivolto alla città di Firenze, e non mancano neppure sottintesi omosessuali (il personaggio di Georgie interpretato da Lily Tomlin) ed il travestitismo di Wilfred Random, il figlio di Lady Hester (interpretato da Paul Chequer), dovuto alla necessità di mimetizzarsi tra le donne agli occhi dei soldati tedeschi, elementi con i quali Zeffirelli gioca un po' di sponda levandosi qualche capriccio.

Trailer ufficiale

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