Career Opportunities, arrivato da noi come Tutto Può Accadere, viene spesso maliziosamente venduto come un film di John Hughes ma è vero solo in parte. Il motore della pellicola è lui, soggetto e sceneggiatura sono suoi (ed è anche produttore), è sempre lui che scegli anche il regista, Bryan Gordon, saltato all'attenzione di Hughes dopo un cortometraggio che lo aveva colpito particolarmente. La situazione per certi versi è speculare a quella di Tobe Hooper e Steven Spielberg in Poltergeist, da tutti ritenuto un film di Spielberg anche se di fatto non lo è (ma è innegabile che ci sia la sua mano dentro, a livello perlomeno di influenza). A posteriori Hughes ha disconosciuto il film, che fu un flop commerciale e che, a suo dire, andò in una direzione sbagliata. A Gordon recriminò di non aver seguito i suoi consigli e le sue indicazioni, il che rende ancora di più Tutto Può Accadere un film effettivamente più di Gordon che di Hughes. Col tempo questa commedia americana si è comunque guadagnata un suo posto tra i cult giovanilistici degli anni '90, innanzitutto per la "indimenticabile" interpretazione di Jennifer Connelly, senza la quale molto probabilmente il film non sarebbe valso neppure la metà di quel che è (qualunque cosa sia). Mentre il co-protagonista maschile, Frank Whaley, sarebbe potuto essere un Matthew Broderick, un Michael J. Fox o uno dei tanti ragazzini dei Goonies o di Stand By Me, nessuna avrebbe potuto sostituire degnamente la Connelly lungo questi 83 minuti. All'epoca la rivista People denunciò la strumentalizzazione del corpo della Connelly (comunque 21enne), avendo per altro sostanzialmente ragione. L'attrice newyorkese è platealmente sessualizzata, trasformata in un oggetto di piacere estetico per gli spettatori maschi, anche se fortunatamente questa fortissima sottolineatura è in parte bilanciata dal talento attoriale che la Connelly ha sempre avuto sin dai suoi esordi. Prima del '91 aveva già girato il proprio debutto con Leone in C'Era Una Volta In America, Phenomena con Argento, Labyrinth assieme a David Bowie, Étoile di Peter Del Monte e Hot Spot di Dennis Hopper, una filmografia di tutto rispetto.
Qui non siamo lontanissimi dagli intenti alla Porky's, anche se Tutto Può Accadere si preoccupa perlomeno di avere una storia e di non ridurre tutto al mero allupamento di adolescenti. L'idea di per sé è geniale, minimo sforzo massimo risultato, una notte dentro un centro commerciale, più o meno un parco giochi, chi non lo ha sognato almeno una volta? Accade a Jim (Frank Whaley) ragazzo che parla tanto ma compiccia poco e si riduce a fare le pulizie notturne nei magazzini Target. Durante il suo giro (metà lavoro, metà bighellonaggio) si imbatte in Josie (Jennifer Connelly), figlia di un politico, ricca, viziata ed annoiata, e soprattutto disperatamente in cerca di attenzione e di emancipazione dal giogo del padre (violento, o almeno così dice lei). Fuori dalle mura del grande magazzino una ragazza perfetta e upper-class come lei avrebbe sicuramente ignorato lo sfigato (e cazzaro) Jim, ma in quella magica notte, fuori dal tempo e dallo spazio, "tutto può accadere", le differenze sociali si cancellano e Jim e Josie diventano solo due ragazzi, reciprocamente attratti, lui dalla bellezza e dal mistero di lei, lei dalla gioia di vivere e dalla libertà di lui. A guastare la festa però ci si mettono due rapinatori...
La pellicola è a suo modo semplice e lineare, tutta giocata sulla freschezza degli interpreti, sull'appeal di un centro commerciale interamente a disposizione e sul sex appeal della Connelly, scientificamente vestita e ripresa in modo tale che ogni inquadratura sia un attacco al cuore ed al testosterone dello spettatore. La sua fisicità estremamente prorompente coniugata con il viso dolce (e bellissimo) di una ragazzina fa scattare immediatamente l'effetto lolita. Per non parlare di situazioni borderline come l'ammiccante trotto sul cavalluccio meccanico o quando la Connelly si nasconde con Whaley in un camerino di prova, sdraiandosi letteralmente sopra di lui. Nessuno dopo il 1991 ha dimenticato quella canottiera bianca. La promozione del film giocò tantissimo su quest'aspetto, senza alcuna remora riguardo all'erotizzazione della Connelly, anzi quasi cercando di cavalcare l'onda dell'indignazione di parte della stampa come People. A proposito della scena del cavallo meccanico, una pubblicità di cartone ritraeva Whaley che guarda la Connelly con la seguente didascalia: "lui sta per avere la cavalcata della sua vita", roba da Marino Girolami e Alvaro Vitali. Senza definirlo un capolavoro o un film imprescindibile (se non per motivi extra cinematografici...), Tutto Può Accadere è in realtà meno peggio di come è stato dipinto, è una commedia gradevole, assai poco "volgare" (come invece venne etichettata all'epoca), con qualche tempo morto e qualche battuta a vuoto, ma che intrattiene e mette e di buon umore, il cinema commerciale americano ha prodotto ben altre porcherie. Da segnalare il cameo di John Candy, il datore di lavoro che assume Jim e che cade in un buffo equivoco durante il loro incontro.