
Tutta Colpa Del Paradiso è il mio film del cuore di Nuti, quello che ho più amato, pur avendo amato la maggior parte dei titoli con la sua firma. Qui però a mio avviso Nuti raggiunge il suo apice, costruendo una commedia incredibilmente malinconica, amara e profonda ma al contempo capace di far ridere, emozionare, persino commuovere, con tocchi poetici, con una cornice come quella del Gran Paradiso che parla da sola e vince tutto, ed un perfetto bilanciamento di realtà è assurdo; quel binario parallelo che spesso Nuti ha inforcato nei suoi film riuscendo a dare una coloritura bizzarra e del tutto originale alle sue storie. Nel caso di Tutta Colpa Del Paradiso mi riferisco ad esempio alla parentesi nei garage della palazzina dove Romeo (Nuti) torna una volta uscito dal carcere, l'incontro con quella strana popolazione di creature fantastiche che sembrano uscite da un post apocalittico alla 1997 Fuga Da New York, una schiera di nani e punk che sembrano una deriva psichedelica e distopica nel bel mezzo di una commedia italiana per famiglie. Oppure l'orchestrina improvvisata che Romeo mette in piedi alla locanda valdostana, oppure ancora l'incontro con lo stambecco bianco, qualcosa veramente in odore di fantasy.
Al netto di questo momenti, il "paradiso" è la sceneggiatura di Cerami, Nuti e Veronesi mescolata al brillantissimo occhio registico di Nuti. Ottima fotografia, ritmo incantato, montaggio impeccabile, tempi comici che solo Nuti sapeva avere; una specie di meccanismo ad orologeria perfetto che trova nella faccia buffa e nei sorrisi sornioni di Francesco la sua sublimazione. Si ride molto durante il film ma questo non deve trarre in inganno, Tutta Colpa Del Paradiso è un film delicato, che tocca un tema affatto semplice come la genitorialità e l'adozione, e Nuti - che non era ancora padre - rivela una mano lieve e garbata nel comporre il mosaico. La sinergia con la Muti è perfetta e, come anche i muri sanno, all'epoca tra i due nacque un vero e proprio flirt. Mostruosa l'interpretazione di Laura Betti dell'assistente sociale che si contrappone all'ex galeotto Romeo, personaggio odioso che la Betti, da grande e consumata attrice, rende in maniera impeccabile. Spettacolare Novello Novelli, stralunato come sempre, divertentissimo Alessandro Partexano. Le musiche di Giovanni Nuti, fratello di Francesco, sono un vero e proprio valore aggiunto, bellissime.
La pellicola fu il nono incasso della stagione cinematografica italiana 1985-1986 e Nuti vinse il ciak d'oro come attore. Tutta Colpa Del Paradiso fu letto il film di passaggio alla definitiva maturità di Nuti, non che quelli prima fossero acerbi, affatto, ma è vero che da questo momento in poi l'aspetto visivo, formale (in poche parole registico) delle sue storie fa un balzo di qualità notevolissimo, completando la già ricca ricetta che Nuti aveva offerto sin lì. Non sempre a Francesco è stato riconosciuto questo talento, la sua grande professionalità come regista (che ad esempio sbalordirà nel tanto vituperato OcchioPinocchio) è stata un po' sottovalutata se non azzoppata dal suo far ridere. Già in Tutta Colpa Del Paradiso è evidente la mano di un gran bel direttore d'orchestra. Dopo mille (re)visioni del film continuano a rimanermi negli occhi tanti piccoli particolari all'apparenza insignificanti ma in realtà molto suggestivi; penso alla camminata della Muti sotto un cielo notturno tempestato di fuochi d'artificio, è il momento nel quale tutto può accadere, la fine dell'estate e lo spettatore sa che "quel" palpito sta per arrivare, l'ha respirato dalla prima volta in cui gli sguardi di Nuti e della Muti si sono incrociati; beh, la camminata della Muti verso Francesco sono i passi di una pantera che sta per avventarsi sulla preda, inesorabile, fiera e determinata. - SPOILER: Così come la scena finale, che è puro metacinema, quando Nuti (finalmente) schiaccia un insetto sull'obbiettivo della macchina da presa - sorridendo a modo suo - il confine con lo spettatore è frantumato, il film si chiude, la storia è stata raccontata.