The Ward è un film che conferma appieno l'andazzo recente del Maestro, ovvero vivacchia di mestiere, quando c'è da tenere alta la tensione e costruire belle scene lo fa alla grande, gli attori li sa dirigere, però le idee non son più quelle di una volta, il che paradossalmente esalta ancora di più il suo talento, visto che adesso con poco fa tanto. The Ward - il cui significato in inglese sfrutta il doppio senso di "reparto" ma anche "difesa" - è una storia tutta al femminile, con delle giovani ragazze che nei '60 vivono recluse in un ospedale psichiatrico dove un medico sperimenta cure "avantgarde" per la guarigione ed il reinserimento delle pazienti in società. Ovviamente il manicomio è pure infestato da una presenza, e altrettanto ovviamente la risoluzione dell'enigma costerà sangue e vita umane...
Del film ho letto stroncature pure da parte di fans carpenteriani, roba anche molto pesante; a me invece è piaciuto, ne riconosco gli evidenti difetti, però mi pare comunque un lavoro valido, Carpenter fa il suo mestiere, cioè creare angoscia, inquietudine e claustrofobia per un'oretta e mezzo. Dirige in modo asciutto e "semplice" (nel senso buono del termine), e sinceramente ho ammirato la capacità di rimanere in un ambiente così limitato (quasi fosse un teatro) per tutto quel tempo e mantenere sempre alta l'asticella dell'adrenalina. I personaggi poi, come di consueto, sono ben "approfonditi", non le macchiette di certi thriller/horror, praticamente bidimensionali; Carpenter dona emotività e verosimiglianza ai protagonisti e questo giova alla storia. Poi ok, certe cose potevano venire meglio, e il disvelamento dell'inghippo è oramai piuttosto abusato (le pellicole che adottano lo stesso "stratagemma" comincia o ad esser troppe), però direi che l'autore si mantiene su livelli ancora dignitosi, basti pensare a cosa produce oramai il nostro Darione.... Vero, i carrelli (intesi camera che riprende sul carrello che scorre sui binari) nei corridoi dell'ospedale sono troppi e troppo frequenti, sembrano dei raccordi comodi comodi tra una scena e l'altra, così come il fatto che in quel pezzetto d'America lì piove sempre, e sempre a temporale, e sempre con lampi e tuoni minacciosi. E pure certe "apparizioni" suscitano ilarità, pare un po' di vedere le parodie demenziali dei teen horror, con la mostrilla che sbuca fuori da ogni dove, tipo pupazzetto a molla; ma almeno su questo aspetto, una volta chiarito il "perché", il ridicolo involontario rientra, la cosa assume un suo senso.
Nonostante i vestitini della prateria, qualcuna delle interpreti ha l'aspetto un po' troppo fighèscion moderno per essere anni '60, ma alla fine, essendo un film tutto interni, la dissonanza si attenua. Molto peggio assistere alle interviste delle girls tra gli extra del bluray, alcune sono veramente insopportabili, da affogarle in un happy meal. Vale un po' il discorso fatto con Fantasmi Da Marte, The Ward (che ho gradito assai di più) non è il miglior Carpenter ma è comunque un film gradevole, con momenti modesti ed altri decisamente riusciti, e poi un Carpenter "peggiore" non esiste, nel senso che una vera schifezza Long John non l'ha ancora fatta. Hai detto poco!