
The Model è un film danese che ha goduto di un discreto battage pubblicitario ma purtroppo tutto sbagliato. "Un raffinato thriller erotico....puro glamour", ebbene la suddetta pellicola non è un thriller, non è erotica e non è affatto glamour, se non nella misura in cui lo è di default un qualsiasi film ambientato nel contesto della moda e delle modelle. Potremmo discutere anche sulla "raffinatezza" dell'operato di Mads Matthiesen, che gira un'opera estremamente lenta, fatta di vuoti più che di pieni, appesa ad un ordito impalpabile, appena percettibile, fotogrammi freddi e algidi come la madrepatria che li ha generati, ma per la verità spesso e volentieri il cinema scandinavo ha questa postura. Anche in questo caso viene da chiedersi se la raffinatezza sia necessariamente da sovrapporre al mondo della moda o possa invece camminare sulle proprie gambe, e allora la reale consonanza con il film è al minimo sindacale. La vicenda è quella di Emma (Maria Palm) sedicenne aspirante modella che lascia il paesello danese (con genitori, villetta a schiera e fidanzatino naif) per trasferirsi a Parigi ed ingranare con la professione. Qui entra nel vorticoso e spietato mondo dei servizi fotografici, delle agenzie di pubbliche relazioni, delle megafeste nelle megaville, della concorrenza e dell'invidia di altre ragazze, della spudoratezza, dell'ostentazione, della snoberia, del corpo mercificato non solo nelle pubblicità dei magazine ma anche nella classifica di avanzamenti di carriera. La povera Cenerentola non è preparata, non è strutturata ad affrontare tutto ciò ed il sogno rapidamente si trasforma in un incubo. - SPOILER: tornerà a casa con la coda tra le gambe, svariati fallimenti sentimentali, uno stupro subito, altri appena appena consenzienti, un accoltellamento perpetrato ai danni di un sessantenne ed una carriera finita prima ancora di cominciare. Il piccolo mondo antico le si stringe attorno (per la verità senza troppi entusiasmi ed affettuosità, sempre alla maniera vichinga) mentre Emma prova a leccarsi le ferite provocate dallo tsunami che l'ha travolta.
Il cast è fatto di silfidi drammaticamente lignee, tanto nelle forme (totalmente priva di curvature e peso specifico) quanto nella recitazione. La protagonista Maria Palm è impressionante quanto a totale inattività dei muscoli facciali. Occhi pesti, aria depressa e seriosa, un pesce costantemente fuor d'acqua. Capisco che probabilmente è esattamente ciò che doveva esprimere ma forse si è un tantino esagerato. Un cartonato avrebbe sortito suppergiù il medesimo effetto. Lo stesso si può dire della sua compagnia di stanza Zofia (Charlotte Tomaszewska) ma anche di ogni altro componente di questo disarmante quadro di anaffettività imperante e disagio emotivo perenne. Persino i bambini recitano senza emozioni in The Model. Non c'è un raggio di luce, appartamenti freddi, popolati da esseri umani che agiscono come automi, con lo sguardo fisso e ebete, replicando azioni senza senso come fossero marionette. Tutto va come ci si aspetta che vada, ragazzina che cade in mano al primo fotografo carismatico che passa, ennesima fiamma (fiammella) di un ragazzotto scafato abituato a far coppia con bambine che hanno un'età di poco superiore alla figlia, giocattolo che viene immediatamente abbandonato e raccolto da qualche altro avvoltoio il cui unico scopo è la fornicazione. La povera calimera dà di matto e come la preda di un ragno divincolandosi finisce con l'arrotolarsi sempre più nella ragnatela, fino al gesto estremo.
Solo un paio di cose mi sono piaciute di The Model, la musica elettronica e il finale. Ho sperato che accadesse quello che accade nell'ultima scena, avrebbe rappresentato un minimo segno di vita, di creatività e coraggio da parte del regista nei confronti di una storia piatta e scolorita come i vestiti che la Palm indossa nella vita di tutti i giorni. Davvero troppo poco per digerire i 90 minuti di girato. Perché qualcuno abbia parlato di thriller è un vero mistero, qui non c'è un solo elemento thriller che sia uno, siamo completamente fuori dai canoni del genere. Tutto ciò che può essere ritenuto erotico è antierotico, siamo agli antipodi. Di glamour poi ci possono essere gli abiti delle modelle, ma stiamo parlando di 3 o 4 minuti in tutta l'economia del film. La Palm avrebbe potuto interpretare un'aspirante attrice o cantante anziché modella e non ci sarebbe stato bisogno di cambiare pressoché nulla. Un lento, noioso, pretenzioso film drammatico.