
The Double è una spy story che vuole essere questo e quello, come lo stesso Michelino Brandt ci dice negli extra al film, atmosfera così, citazioni di qua e di là, personaggi "ben strutturati", colpi di scena "eh la madona", eccetera eccetera .... e invece è un filmetto insulso, che non sa di niente, e non ha proprio alcunché di quello che Michelino immagina. Quando, dopo pochi minuti, mi sono visto il canuto Richard Gere ed il canuto Martin Sheen al quartier generale della Cia, mi è venuta l'acquolina in bocca, pregustavo un film da mille e una notte, una roba classica e moderna assieme, vecchi leoni all'assalto del thrillerama odierno (discretissima pure Odette Yustman). La sceneggiatura però mi ha messo il bastone tra le ruote, riuscendo ad essere al contempo banale e farraginosa (mica facile). 98 minuti all'insegna dall'insipido, altro che colpi di scena epocali! Il primo, quello che riguarda Gere, Brandt se lo gioca subito, per dire: "oh, te pensi che io me lo sia bruciato, e invece dopo vedi...". E infatti, più in là: "aridanghete!", arriva il secondo, quello che riguarda Topher Grace, che, detto tra di noi, non sta né in cielo né in terra, anche perché Topher (....ma che nome è Topher??!) è troppo modesto come attore, non ha proprio il physique du role, non ha le spalle per reggere né il ruolo né l'esorbitante rivalezione shock (e capirai!). E comunque, la gran trovata, manco fila granché a livello di credibilità e logica. In The Double - così chiamato perché si vuol dare ad intendere che tutto è doppio, ed ogni protagonista ha una metà oscura - le cose accadono in modo sempre ovvio, facile, liscio, come fosse perchesssì. Non c'è tensione narrativa, non c'è climax; alla fine The Double è un thriller modestissimo che di spionistico ha giusto le velleità, ma non la materia, il peso specifico, la polpa. Tirato via, sempliciotto, plateale nei momenti clou, senza però che lo spettatore senta per davvero le farfalle nello stomaco. Ok, divertente Gere che fa un po' il cattivello, ma insomma, alla fine ci si crede e non ci si crede, visto che è tutta una corsa a giustificarlo moralmente....Un finale loffio così poi, raramente me lo ricordavo. Grigio, pallido, sbiadito, anonimo, qualunque, incolore, tutti sinonimi che ben si affibbiano a The Double, una vera delusione, come morir di fame e ricevere un mezzo bicchierello d'acqua da bere. Pfui.