Non sono molto propenso alle serie tv, mi manca il tempo e la costanza di dedicarmi alla serialità di -anta e -anta puntate. Già è una bella gimcana riuscire a vedere (e rivedere) i film che mi interessano, ne esiste una platea sconfinata per la quale sarebbero necessarie parecchie vite; figuriamoci se a questi devo sommare anche centinaia di puntate di serie tv, la formula più trendy del momento, motivo per il quale ogni secondo, da qualche parte in America, viene prodotta una nuova fantamirabolante serie dalla quale poi, inesorabilmente, scaturiranno 12 stagioni consecutive, spin-off, prequel, speciali e adattamenti per il grande schermo. Una tale mole di tempo, lavoro ed attenzione richiesta allo spettatore da obbligarlo a mettersi in ferie dal lavoro, licenziarsi, separarsi dalla moglie, disconoscere figli ed amici e siliconarsi gli occhi direttamente allo schermo a tv, giorno e notte. Anche perché poi se non stai sul pezzo, se non segui la serie cult del momento, se non cogli le citazioni sparse ovunque derivanti da Breaking Bad, The Walking Dead, Game Of Thrones, eccetera, non sei nessuno, conti meno di un elettore di Scelta Civica.
Tutto 'sto pistolotto per dire che, date le premesse, quando mi capita di seguire una serie tv è un evento eclatante al pari del passaggio della cometa di Halley o dell'estinzione dei dinosauri. In genere non accade in tempo reale, mi procuro il cofano dvd/bluray e mi sciroppo il tutto a mio comodo. Certo pure Sky On Demand in questo senso aiuterebbe, ma a me le serie non fanno tutta questa gola, si è capito credo, quindi il punto è che tra un bel filmone come si deve, con tutti i crismi, e 2812 puntate infinitesimali, autoreferenziali ed onaniste di una serie, 99 volte su 100 opto per la prima opzione. Conoscete Jennifer Love Hewitt? Il suo percorso è stato simile a molte pop star che oggi intasano le camerette dei teenager (e i siti porno, sotto il tag "sextape"); partita come bambina prodigio, balla, canta e recita, viene supportata dalla madre nelle sue velleità artistiche, messa sotto contratto dalla Disney, inizia ad incidere canzoni, poi dischi, partecipa a qualche telefilm (prima si chiamavano così), quindi arrivano le prime parti al cinema, finché azzecca il ruolo giusto nella serie giusta ed esplode. Questo più o meno è successo con Ghost Whisperer (107 episodi sulla CBS tra il 2005 ed il 2010). In realtà a quell'altezza il curriculum della Hewitt (chiamata Jennifer dal fratello in onore della sua innamorata, e Love dalla madre in onore di una sua compagna di studi liceali) era già bello nutrito, e qualche spettatore più attento l'aveva già notata (beh, impossibile passasse inosservata....per dirne una, era già stata inclusa nella classifica delle 100 donne più sexy del pianeta dalla rivista Maxim), tuttavia il ruolo della consacrazione ufficiale è stato quello di Melinda Gordon. Dopo arriveranno altre serie importanti tra cui Law & Order, Hot In Cleveland, Criminal Minds. Al cinema ancora il grande film non c'è stato, il visino (ed il corpo) della Hewitt si è prestato perlopiù a commedie sentimentali e thriller/horror giovanilistici, anche se mi fa piacere ricordare in particolare Heartbreakers in compagnia di Sigourney Weaver e Gene Hackman.
Veniamo al dunque; la serie tv che il sottoscritto non si è fatto mancare è The Client List, ispirata all'omonimo film tv del 2010 interpretato sempre dalla Hewitt. L'operazione, sulla carta appetitosa e smaliziata, non si è rivelata poi soddisfacente, poiché giunti appena alla seconda stagione è stata abbandonata. 10 episodi nel 2012, 15 nel 2013 e stop. In Italia arriva tradotta solo la prima stagione ed è a quella che mi riferisco, non so quindi che piega abbia preso il tutto nei 15 episodi successivi, anche se, vista la brusca interruzione, tanto meglio non deve essere andata, al punto che l'ultimo episodio lascia vari "cliffhanger" aperti che non verranno mai recuperati da una terza stagione. Facile immaginare perché sul canale Lifetime pensassero di aver trovato la gallina dalle uova d'oro i cui elementi principali erano: le scollature della Hewitt, la lingerie della Hewitt, un centro benessere con possibilità di "extra" da parte delle massaggiatrici che ci lavorano. Bingo! - avranno pensato i colletti bianchi della tv via cavo, ed invece, altro che bingo, hanno fatto solo ambo. Perché? vediamolo.
In soldoni la storia è che Riley Parks è una strafighissima moglie texana e mamma di due bambini. Ama follemente il marito che però appare sempre più distante e problematico, a tal punto che un giorno, senza dir niente a nessuno, fa baracca e burattini e sparisce nel nulla. Riley rimane con famiglia a carico, un vuoto incolmabile nel cuore, bollette e mutui da pagare. Su indicazione di una vecchia amica incontrata per caso dopo tanti anni, si reca ad un Centro Benessere per essere assunta come massaggiatrice. Qui ben presto scopre che esiste una lista di clienti "speciali" ai quali - su richiesta - viene praticato un extra rispetto alle normali prestazioni sanitarie. Dapprima Riley si rifiuta di omologarsi all'andazzo generale, poi, sempre più in bolletta e sempre più rancorosa verso il marito, accetta di praticare gli "extra". Inizia così una vita parallela di "massaggiatrice sexy" (alla Spa non si intrattengono veri e propri rapporti sessuali completi, tuttavia le ragazze sollazzano i clienti in ogni modo alternativo possibile, con abbondanti profluvi di oli ed unguenti) e casalinga disperata. Amica del cuore, cognato, familiari, nessuno è al corrente della vera professione di Riley la quale, al contempo, si appassiona molto al suo lavoro, stabilendo legami con le colleghe, guadagnando la stima della maitresse e risolvendo spesso e volentieri i problemi sentimentali dei clienti. Puntata dopo puntata, tra Riley ed il cognatino Evan (Colin Egglesfield) si sviluppa un legame sempre più tenero (9 puntate per arrivare al telefonatissimo primo bacio), con il pericolo sempre dietro l'angolo di essere scoperta da qualcuno. Rilery infatti abita in un paesino molto vicino a quello in cui c'è la Spa, con conseguente travaso di potenziali clienti da questo a quello. Il mondo è piccolo e la gente mormora, e va ancora peggio quando l'amica Lacey (Rebecca Field) scopre malloppi indicibili di banconote nascosti nel frigo ed inizia a farsi comprensibili domande sulle mance che Riley riceve al Centro Beessere. La serie si chiude all'ultima puntata con un flirt oramai conclamato tra Riley e Evan, Lacey custode del segreto di Riley,e il marito Kyle Parks (Brian Hallisay) che ricompare di punto in bianco sull'uscio di casa, con aria da gran mistero e canino bastonato. Come se non bastasse, la Polizia ha iniziato ad indagare sulle reali attività del Centro Benessere....
La prima fregatura di The Client List è che promette quello che poi non mantiene. La serie è a limitatissimo e moderatissimo contenuto erotico; di pruriginoso, trasgressivo, piccante c'è pochissimo, di esplicito assolutamente nulla. Assomiglia più ad una telenovela con argomento "uh Santo Cielo...!" che ad una serie che prende di petto il tema "escort", anche se, con la Hewitt, prendere di petto sarebbe dovuto essere un gioco da ragazzi. Quello che ci viene concesso sono degli affacci sul generoso seno della Hewitt e qualche sua fugace (parliamo in termini di secondi) comparsata in lingerie. Per altro tutto limitato alla Hewitt poiché le altre massaggiatrici sono sempre e solo vestite. Ancora più demoralizzante la constatazione che, facendo una conta dei corpi mostrati in tutta la prima stagione, si deve prendere che quelli maschili sono in stragrande maggioranza. I clienti della Spa infatti sono esclusivamente bianchi caucasici, tra i 25 ed i 40, fisicatissimi, palestratissimi, e prestati temporaneamente a professioni di alta finanza e potere, ma che in ogni caso avrebbero tranquillamente potuto svolgere l'attività di modelli. Veramente ridicolo questo aspetto. Vogliono sul serio convincerci che l'utenza di un Centro Benessere di massaggiatrici sia fatta di potenziali Cristiano Ronaldo e David Beckham. Questo argomento avrà sicuramente molto appassionato le spettatrici ma, per come è stata posta e presentata la serie, le aspettativa apertamente solleticate ed alimentate erano quelle dei maschietti seduti davanti alla tv Perdipiù The Client List dedica una parte minoritaria alle attività della Spa (e all'interno di questa, una percentuale ancora minore ai "massaggi" effettivi della Hewitt...quelli delle altre ragazze manco a parlarne), il grosso dei fotogrammi è rivolto alle beghe romantiche e civettuole della protagonista; la mamma parrucchiera, l'amica che non riesce a rimanere incinta, il cognato cavalier servente, tutti gli uomini della zona che vorrebbero un appuntamento con Riley, le catfight con le colleghe acide, etc.. A conti fatti insomma, The Client List si rivela una soap, anche ben fatta e gradevole, ma che non rispetta quel patto idealmente stretto con lo spettatore a partire dalla foto della Hewitt che dalla locandina ti guarda con intensità diritto negli occhi mentre tu la guardi con intensità diritta da un'altra parte.
Aggiungeteci un corredo di musiche perlopiù insopportabili, forse ancora più prevedibili del dipanarsi della storia, scandite da motivetti sdolcinati e rock finto alternativi, immagini patinate e qualche attore non proprio dotatissimo (Egglesfield pare un Tom Cruise de' noantri ancora più granitico e blocco di legno). La Hewitt oltre ad essere la diva incontrastata della serie è anche produttrice e regista; d'accordo che la programmazione televisiva, ancorché via cavo, non consentiva certo un nuovo Impero Dei Sensi, tuttavia qualcosina in più in termini di trasgressione si poteva concedere, anche e soprattutto per rendere più credibile la trama. Non vedere mai nessun'altra ragazza della Spa in abiti "da lavoro" o nel mezzo di un "massaggio" ad esempio è abbastanza assurdo. Se non fosse per qualche mise scollata della Hewitt il Centro parrebbe più uno studio dentistico che un bordello di lusso. Delizioso momento verità ad un certo punto quando uno degli avventori chiede a Riley se le sue tette siano vere o rifatte e lei, sbalordita, risponde che "certo che sono vere!". Qualcuno avrà ridacchiato sotto i baffi ai bordi del set, viste le note dicerie sugli sbombardoni della Hewitt. Jennifer appare in forma strabiliante, tutto si può eccepire tranne l'avvenenza e la capacità seduttiva della protagonista; l'attrice dichiarò di essersi sottoposta ad una ferrea dieta prima dei ciak, si disse entusiasta di poter vestire i panni di Riley - ruolo che la rispecchiava molto (donna guerriera, protettiva, volitiva e sexy) - nonché certa del successo della serie. E infatti.
La serie ebbe anche il suo hype promozionale, scaturito dall'associazione M.T.A.T.C.L. (Massage Therapists Against The Client List) che cercò di impedire con 6250 firme raccolte la messa in onda, ritenendo infangata la propria professione. Il punto è che non c'era bisogno di aiuto per affossare il programma. Arrivati alla fatidica terza serie, la Hewitt annunciò la sua gravidanza chiedendo che il suo fidanzato nonché quello di Riley, che per la cronaca coincidono, fosse il padre del/dei bambini. Pure in The Client List infatti Riley avrebbe avuto il pancione e Kyle sarebbe dovuto essere il padre. Sceneggiatori ed executive della serie invece spingevano perché il papà fosse Evan. Per prendere tempo la Lifetime ritardò la serie (le gravidanze però sono difficili da procrastinare) fino a che venne sancita una irreparabile divergenza creativa tra la Hewitt e il canale che segnò la fine della serie. Anche se, in tv come al cinema, notoriamente non si può mai dire mai.