Target – Scuola Omicidi

Target – Scuola Omicidi
Target – Scuola Omicidi

Arthur Penn è un regista che ha diretto film importantissimi per il cinema americano e non solo, da Billy The Kid ad Anna Dei Miracoli, da Gangster Story a Alice's Restaurant e Il Piccloo Grande Uomo, tutti gli anni '60 di Penn sono una serie di landmark del miglior cinema a stelle e strisce. All'altezza di Target (1985), Gene Hackman è già stato diretto due volte da Penn, nel suddetto Gangster Story e in Bersaglio Di Notte, tra i due evidentemente c'è feeling e stima reciproca. Questo poliziesco arriva sul finale di carriera del regista di Filadelfia, tecnicamente è la sua terz'ultima direzione per il cinema. Non è brillantissimo Target ma si lascia vedere ed apprezzare grazie ad un'abbondante dose di mestiere da parte di tutti i partecipanti, davanti e dietro la macchina da presa. La storia vede una normale famiglia americana sconquassata dall'improvvisa sparizione della moglie (di Gene Hackman) e madre (di Matt Dillon) Gayle Hunnicut. Mentre è in viaggio in Europa la donna è stata in realtà misteriosamente rapita. I due uomini partono per cercarla e strada facendo il giovane ragazzo scopre che il padre ha un passato nella CIA e che ciò che sta succedendo è una forma di ritorsione nei suoi confronti per qualcosa accaduto tanto tempo fa. Inizialmente il rapporto tra i due è conflittuale ma poi, nel tentativo di salvare la pelle della Hunnicut, sono costretti a fare team e schivare le pallottole mentre il complotto si svela progressivamente.

Il più rilevante motivo di interesse di Target è l'ambientazione europea vista attraverso gli occhi dell'America. Parigi, Amburgo, Berlino sono le città attraversate dal carrozzone yankee, e le città del vecchio continente vissute da uomini di azione americani sono sempre rese con una certa meraviglia. Le auto sono troppo piccole per loro, tutto è fuori scala, fuori misura per il popolo che crede fermamente che bigger sia sempre better. Tra tanti attori di oltreoceano però Hackman è uno di quelli con il profilo più adatto per riciclarsi sul mercato europeo. La storia affonda profondamente le radici nel periodo della Guerra Fredda, del resto il muro di Berlino è ancora in piedi nell'85 e gli scampoli di spionaggio e controspionaggio tra Usa e Urss sono ovunque. La sceneggiatura (scritta addirittura a sei mani) non è troppo di sostanza, scorre alquanto lineare ed orizzontale ma è il buon lavoro di regia, montaggio e recitazione a tenere in piedi la pellicola che comunque migliora sensibilmente nella seconda parte, quella un po' più densa. Ci sono vari elementi ma tutti poco approfonditi, il rapporto opaco tra moglie e marito, quello blando tra padre e figlio, il passato di Hackman, le oscure trame politiche, il menù ci viene offerto al minimo sindacale e a Target sembra proprio mancare un po' di benzina per acquisire maggior vitalità e pregnanza rispetto anche a molti titoli coevi. Al botteghino non andò benissimo e fece suppergiù pari con i costi di realizzazione. Hackman si mangia un po' tutti, vuoi per la statura dell'attore vuoi per una relativa consistenza degli altri personaggi. A scuola si direbbe che Target strappa una sufficienza rotonda ma non arriva al sette, solido ma tutto sommato ordinario.

Trailer ufficiale

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