Julio Medem esordisce nel '92 con Vacas, col quale vince il premio Goya (come miglior nuovo regista) e svariati altri premi in giro per i festival cinematografici del mondo (Londra, Montreal, Tokyo, Torino). Da lì in poi ogni sua produzione viene largamente apprezzata ed applaudita, tanto da pubblico e critica. Si arriva così al 2001, al film che tragitta il basco nel nuovo millennio, Lucía y El S...[Continua]
Quella di Lenny è una brutta storia, disperata, violenta, sboccata, autodistruttiva senza redenzione. E' la storia di Lenny Bruce, pseudonimo di Leonard Alfred Schneider (troppo ebreo per essere apprezzato), un comico che tra la fine degli anni '50 e i primi '60 fece esplodere il puritanesimo americano, si immolò per la causa e forse, anche grazie al proprio sacrificio, cambiò per sempre l'uso del...[Continua]
Ogni tanto sbuca dal niente un film di genere, nettamente "di genere", come si usava fare in Italia qualche decennio fa. La moda è passata, l'estro pure, i soldi non ci sono mai stati (perlomeno fuori da certi recinti e confini); eppure siamo stati grandi proprio con il nostro cinema di genere, tutto il mondo ce lo riconosce, noi sembriamo esserne poco consapevoli o tutt'al più persino infastiditi...[Continua]
Lo Chiamavano Bulldozer viene spesso scambiato per Bomber e viceversa. Sono entrambe pellicole dirette da Michele Lupo, interpretate da Bud Spencer (senza Terence Hill), a tema sportivo, appena 4 anni le separano e la trama, naturalmente declinata nelle rispettive discipline sportive (football americano e pugilato), finisce con l'assomigliarsi. In entrambi i casi Bud è l'allenatore della situazion...[Continua]
Larry Flint sembrava poco, così per la distribuzione italiana è stato aggiunto Oltre Lo Scandalo, in modo da essere sicuri che avremmo avuto lo "scandalo". Per altro il titolo originale del film era The People Vs Larry Flint, con tutta la forza della sua ambivalenza, dettata dal fatto che letteralmente la traduzione è "il popolo contro Larry Flint" ma che quella è anche la formula rituale del diri...[Continua]
Comunque la si pensi su questa pellicola, nel 2015 Gabriele Mainetti - regista esordiente sul lungometraggio, ma già con una discreta esperienza alle spalle sia come attore che come cortometraggista - si è conquistato un posticino nella storia del cinema italiano, (re)inventando il cinema di genere in un'epoca storica in cui pare quasi una parolaccia e nessuno più si ricorda che per decenni il nos...[Continua]
Quando Pozzetto ancora doveva costruirsi il personaggio che poi lo avrebbe reso celebre in tante commedie del nostro cinema (il milanese bamboccione, sognatore, ingenuo e di buon cuore), ad un regista esordiente di appena 25 anni fu affidata la direzione di questo film. Certo, il fatto che si trattasse del figlio di Steno ha sicuramente dato una mano, però sempre di scommessa si trattava. E' così ...[Continua]
Vittorio Cottafavi è stato sceneggiatore e regista di comprovata esperienza, inizialmente orientato verso il neorealismo, verso la fine degli anni '50 dirige alcune pellicole di genere storico-mitologico (siamo nei confini del "peplum"), per poi dedicarsi prevalentemente alla tv e agli sceneggiati quando il successo al botteghino inizio a scemare (tra gli altri, ha firmato Cristoforo Colombo nel '...[Continua]
La nascita cinematografica di 007, che succede a quella letteraria di 9 anni (James Bond compare per la prima volta nel romanzo di Flaming, Casino Royale del 1953), il battesimo di uno dei franchise più fortunati della storia del cinema, anzi probabilmente il più fortunato in assoluto, se nel 2018 siamo ancora qui ad aspettare il prossimo titolo della serie e se, ad oggi, siamo arrivati a quota 24...[Continua]
Vita da Strega, nella provincia americana (che però sa molto di Inghilterra vittoriana) ai giorni nostri. Ecco le atmosfere che respirerete in questa black comedy americana firmata dalla piperita Anna Biller, cineasta emergente losangelina di origini nipponiche, qui anche sceneggiatrice e produttrice. Una gradevolissima sorpresa che però potrete assaporare solo a patto di accettare di vedere il fi...[Continua]
Faccio fatica a ricordare un film brutto con Roy Scheider, soprattutto se si considera il periodo che va da Lo Squalo ('74) alla metà degli anni '90 circa. Sarà perché Scheider è un attore che mi fa battere il cuore e dunque sono sempre ben disposto quando vedo il suo nome tra i titoli di testa. Una Lama Nel Buio arriva tra All That Jazz e Tuono Blu, due estremi che non potrebbero essere più dista...[Continua]
Nell'onorata carriera di Lorenzo Onorati, fatta di cameriere senza malizia, insegnanti di violoncello, femmine bizzarre, nobildonne col vizietto, c'è stato un tempo anche per ballare la lambada, rigorosamente blu però. Perché proprio blu? forse perché in america è il colore delle pellicole a tre X? O più prosaicamente perché la dominante cromatica del film è proprio quella? Chissà, fatto sta che i...[Continua]