Star Trek: Il Futuro Ha Inizio

Star Trek: Il Futuro Ha Inizio
Star Trek: Il Futuro Ha Inizio

Non sono un super fan di Star Trek, ok da ragazzo vedevo volentieri i telefilm, ma come tante altre cose che la tv mi inculcava. Mi riferisco alla serie originale con Shatner e Nimoy, non a quelle successive (...ché il robot Data, per dirne una, mi ha sempre fatto sbellicare dal ridere). Non sono un Trekker e nemmeno un Trekkie, già perché ho scoperto che esiste una differenza, tipo vegetariani e vegani. Un tipo (mi pare i trekkers) sono fans della serie e bon, finisce lì; i trekkies invece sarebbero quelli talmente maniaci che pretendono di vivere la vita reale come fossero dentro Star Trek sempre, 24 ore su 24, incontrando evidentemente delle plausibili difficoltà psicopatologiche che allieterrano i conti correnti di molti professionisti freudiani e junghiani. Per farla breve, ho simpatia per Star Trek ma non ne sono mai stato un fanatico, e non so a memoria tutto ciò che riguarda i vari personaggi. Di film al cinema ne ho visti qualcuno, almeno fino al quarto (Rotta Verso La Terra) tutti, poi credo di essermi perso qualcosa.

Di questo di J.J. Abrams (il numero 11 per la cronaca) avevo sentito parlare un gran bene; anzi, prima che uscisse...un gran male, mentre dopo, un gran bene. Dato che a me mr. Abrams piace, i suoi film in genere mi divertono, gli ho dato fiducia, pur trattandosi in questo caso di un prequel/reboot della serie (solo i termini mi fanno venire l'orticaria). Ebbene, J.J. va a segno un'altra volta. Non so e non mi interessa cosa ne abbiano pensato i supa-dupa fans, quanto lo abbiano giudicato coerente o apocrifo rispetto alla serie di Gene Roddenberry (che nel frattempo è passato a miglior vita, lassù nello spazio interstellare); per me Star Trek: Il Futuro Ha Inizio (come lo hanno ribattezzato in Italia) è stato un bel luna park spettacolare e suggestivo. Non che il film sia esente da difetti; ad esempio la caratterizzazione di Spock l'ho trovata debole se non molto molto velleitaria ed arbitraria. Irriconoscibile a confronto dello Spock originale; troppo calcata l'ambivalenza della natura umana e vulcaniana, anzi, ambivalenza per niente! Spock (Zachary Quinto) è una specie di adolescente frustrato tutto umano, con mille paturnie, ha la fidanzatina con la quale si dà pure i bacetti, è parecchio parecchio emotivo per avere la frangetta e le orecchie a punta, e non segue la logica manco per niente. Trattandosi del personaggio più delicato, speciale e "diverso" di tutto l'impianto, direi che Abrams e i suoi sceneggiatori qui hanno sbarrocciato ampiamente. Molto ben fatta invece la caratterizzazione di Jim Tiberius Kirk (Chris Pine), sborone, guascone, pratico, ribelle, nato con le attitudini al comando, l'eroismo ed una grande umanità nelle vene, pare proprio di vedere Shatner da giovane.

Dei vari Checov, Uhura, Sulu e Scottie si può dire poco, la loro profondità è molto relativa nella storia. Checov ok, passi; Uhura (Zoe Saldana) è carta da parati e sostanzialmente fa la figa nera; Sulu prende una piega un po' action, e con Scottie la buttiamo proprio sul comico demenziale, un po' troppo a mio giudizio (Simon Pegg oramai pare incastrato in quel ruolo lì, il buffone; praticamente non c'è alcuna differenza col personaggio che faceva in Mission Impossible). Va anche detto che quei "tipi" negli anni '60 avevano tutta un'altra valenza, che oggi è andata fisiologicamente perduta. Provenienze geografiche diverse e disparate, il mondo Sovietico, l'Oriente, la comunità afro-americana e la vecchieria demodé della Scozia. Uhura era una donna nera in plancia di comando, qualcosa di fortino per il mondo di 50 e passa anni fa; per altro competente, sexy e molto determinata come modo di porsi. Di quella Uhura lì rimane solo la sensualità, il resto è andato in cavalleria con tutta l'anticaglia della Guerra Fredda, dei Martin Luther King e degli "I have a dream". E Doc Bones McCoy? Ecco, pure lì Abrams non brilla, perché il personaggio del dottore, amico personale del capitano Kirk, è un po' troppo macchietta, Karl Urban - l'attore che lo interpreta - fa un po' troppe faccine. Alla fine lo spessore rimane una prerogativa dei soli due veri protagonisti di tutto questo circo: Kirk e Spock, con la differenza detta però, ovvero che Spock magari è anche un bel personaggio, ma non è Spock (vederlo cazzottare Kirk perché gli nomina la mamma è roba da Nino D'Angelo); Kirk invece regge su tutti i fronti. Un plauso comunque alle somiglianze fisiche, davvero encomiabili.

Sul versante spettacolarità ed effetti speciali andiamo a vavuma; il bluray acuisce certamente il valore delle immagini, ma il team Industrial Light & Magic ha fatto un ottimo lavoro; tutto molto scorrevole, credibile, esteticamente appagante. Chiaro che il film abbia un ritmo incalzante, zero momenti di stanca, tanta avventura. Chiaro anche che non vi siano grandi messaggi o sottotrame, è tutto molto diretto, immediato, naive (un po' ingarbugliata e tirata per i capelli la storia dell'universo parallelo che non modifica il continuum spazio-temporale). Il cattivone di turno (Nero) è un irriconoscibile Eric Bana (io veramente non l'avevo riconosciuto). C'è pure Leonard Nimoy a fare un cameo, vecchietto vecchietto. Verso metà film, quando la USS Enterprise viene attirata nella trappola romulana, vediamo un mare di detriti spaziali, tra questi anche il droide R2-D2 di Star Wars, piccolo crossover da veri nerd. Il film comunque è quanto meno riconducibile a due fumetti, Star Trek Countdown (2009) nel quale si racconta la storia del romulano Nero e di Spock nel futuro della Next Generation, e Star Trek: Nero (2009), ambientato nello stesso periodo del film e riguardante perlopiù la storia romulana.

Trailer ufficiale

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