Space Vampires

Space Vampires
Space Vampires

In Space Vampires (1985) Tobe Hooper mischia vari filoni, fantascienza (quella cupa però alla Alien), horror (il tema vampiresco arriva da lì ed anche qualche citazione zombesca), ironia, e una puntina di erotismo, derivante soprattutto dalle apparizioni di Mathilda May (e delle suo indimenticabile décolleté), sempre svestita e dal rituale di accoppiamento che la "space girl" - come viene chiamata nell'edizione italiana del film - deve mettere in atto per succhiare l'energia agli umani. Il film inizia con uno shuttle che viene spedito nello spazio per studiare il passaggio della cometa di Halley. La cometa cela nella sua coda un'astronave aliena. Su questa nave gli astronauti rinvengono strane forme di vita e le portano a bordo dello Shuttle. Settimane dopo lo Shuttle viene recuperato sulla Terra ma degli astronauti vengono rinvenuti solo i cadaveri. Nel frattempo tre umanoidi perfettamente conservati, due uomini e una donna, vengono sbarcati al Centro di Ricerche Spaziali di Londra. La loro comparsa si rivela una minaccia per l'umanità, poiché i tre alieni prendono vita e si alimentano succhiando energia vitale dalla gente. Non solo, i "risucchiati" vengono come contaminati, e devono a loro volta succhiare energia vitale per sopravvivere o dopo 2 ore avvizziscono. Gli umanoidi invece possono addirittura spostarsi da un corpo all'altro prendendone possesso e stabilendo connessioni telepatiche. Hooper quindi imbastisce la lotta degli umani contro questi terribili vampiri spaziali; protagonisti della salvezza sono un colonnello dell'Intelligence britannica (Colin Caine) e l'unico sopravvissuto dello Shuttle, un colonnello americano, capitano della spedizione spaziale (Tom Carlsen). Tra lui e la umanoide pare essersi stabilito un rapporto speciale.

Space Vampires appartiene a quel genere di film a cui non frega nulla di spiegare i perché, fa accadere le cose in sequenza e basta, cercando spettacolarità, ritmo ed intrattenimento. Gli effetti speciali funzionano, tant'è che il film vinse anche un premio allo Stiges Film Festival, e più in generale viene ricordato come un buon esempio di FX degli anni '80. Se ci mettiamo a fare le pulci alla verosimiglianza scientifica della storia conviene chiudere baracca e burattini, e andarsi a prendere un libro di Odifreddi. Hooper in questo senso è molto carpenteriano, si mostra più interessato alle atmosfere, alla messa in scena, allo spettacolo in senso lato; hai pagato il biglietto per essere tirato per i capelli dentro ad un buon film, e questo accade. Il "vampirismo" degli alieni evoca da vicino gli xenomorfi di Ridley Scott, non tanto per morfologia quanto per approccio ed intenzioni, la loro originaria forma pipistrellesca però è un passo piuttosto ardito nel fumetto. Così come gli umani contaminati, dunque "vampirizzati", assomigliano più a degli zombi che a dei vampiri (si veda in tal senso l'attraversamento di Londra da parte di Caine). Gli alieni vengono uccisi mediante il sistema "classico" previsto da ogni buon manuale di ammazzavampiri, un palo conficcato in corpo, di ferro però anziché di frassino, e non proprio nel cuore ma appena qualche cm sotto, in uno dei loro "centri vitali". Tutto ciò lo scopre il professor Hans Fallada (Frank Finlay), come, perché, quando, non lo sapremo mai. Lui è un tanatologo, studia la morte e questo è quanto. Hans Fallada pare una citazione non casuale del noto romanziere tedesco del '900. L'arma suprema che annienta tutti i vampiri spaziali è una specie di mega stiletto molto old fashioned, anch'esso rinvenuto da Fallada, senza alcuna spiegazione per lo spettatore.

Il film è tratto da un libro del 1976 il cui titolo è proprio Space Vampires (ma in originale la pellicola si chiama Lifeforce, quella che succhiano gli alieni). La sceneggiatura del film invece è scritta da Dan O'Bannon, lo stesso autore di Alien, e qui allora i conti iniziano a tornare. Hooper dà un'impronta da vecchio film della Hammer, pur se aggiorna il contesto storico e gli effetti speciali; tuttavia se si osserva il fatto che l'ambientazione è curiosamente londinese, che Fallada assomiglia vistosamente ad uno dei tanti personaggi interpretati da Boris Karloff, che gli incontri tra Steve Railsbek (il colonnello Carlsen) e la May avvengono spesso in situazioni molto "gotiche" (il sogno/incubo nella cripta, e l'unione finale nella cattedrale) molto simili alle ambientazioni dei vecchi horror hammeriani, si noterà una velleità citazionista ed affettiva di Hooper. Il casting originale prevedeva addirittura attori come George Peppard (il mitico Hannibal dell'A-Team) nel ruolo di Carlsen, Anthony Hopkins e poi Terence Stamp in quello di Caine, Klaus Kinski in quello di Fallada, e Billy Idol per uno dei due umanoidi maschi. Tra gli effettivi presenti invece, da menzionare il capitano Picard di Star Trek - The Next Generation (Patrick Stewart). La versione iniziale del film durava 128 minuti, poi ridotta a 116, comunque ampiamente superiore ai 97 dell'edizione dvd italiana della Stormovie (quella homevideo americana è di 101 minuti). Un po' ridicolo il nostro doppiaggio che usa termini come "intergalactic pest" o "space girl" per dare un tocco di antani (fanta)scientifico al film.

Trailer ufficiale

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