
Silent Partner è un thriller U.S.A. di basso profilo che da noi è uscito direttamente in homevideo per la No Shame. Tuttavia, pur non occupando i riflettori del cinema mainstream, è un mezzo schiaffo per chi lo guarda di qua dall'Oceano. E' la conferma che pure il più modesto e low budget dei prodotti di intrattenimento americani non sarebbe realizzabile da noi senza scadere nel ridicolo. Già faccio fatica a ricordare un thriller italiano degli ultimi due o tre lustri - ce ne sono, ma non arriviamo neanche al minimo sindacale - figuriamoci uno fatto bene. Per lo Zio Sam un film come questo è davvero robetta, forse da tv via cavo chissà, comunque un sottoprodotto di poche pretese. Le pretese saranno anche poche, ma Silent Partner è assolutamente dignitoso e gradevole, senza arrivare a scomodare John Frankenheimer o Steven Soderbergh. Quando mai avremo (nuovamente) il coraggio di affrontare certi generi e farlo con prodotti decenti (e senza citare i soliti Manetti Bros)? Silent Partner per altro è una coproduzione russo-moscovita, il che aggiunge un po' di pepe (e magari è una ottima maniera per trovare soldi). Lungi dall'essere un capolavoro, si lascia guardare e ha i suoi perché, solidi e piacevoli.
Un facoltoso uomo d'affari russo si suicida, ma prima di spararsi un colpo invia alla figlia un prezioso file denominato "Silent Partner" col quale sarebbe possibile smascherare diversi corrotti (ad alti) livelli della politica e della finanza russa e americana. La CIA manda in loco Gordon Patrick (Nick Moran), un analista, un impiegatino d'ufficio, ad indagare sulla morte. Patrick respira da subito una cappa asfissiante e ostracizzante da parte delle autorità locali, e pure l'ambasciatore americano pare saperla parecchio lunga rispetto a quel (poco) che dice. Mentre l'analista inizia a sentire puzza di bruciato, una bionda gli si catapulta praticamente addosso, dice di essere braccata, aveva un legame col business man morto e chiede protezione. Dapprima incredulo, Patrick prende sotto la sua protezione la bella Dina (Tara Reid) e scopre che mossa peggiore non avrebbe potuto fare. Da quel momento viene inseguito come il peggiore dei criminali, esce a rotta di collo da situazioni mortali. Incidenti, agguati, sparatorie, esplosioni, sequestri, la fuga di Gordon e Dina è al fulmicotone, anche se ai due mancano parecchie tessere del puzzle per capire cosa stia realmente succedendo sopra le loro teste. - SPOILER: Stati Uniti e Russia stavolta sono alleati nel tentativo di eliminare gli scomodi testimoni di un traffico di interessi e denaro che arriva a coinvolgere persino l'attuale vice Presidente della Casabianca, nonché prossimo probabile eletto. Il magnate russo stava cambiando vita, e prima di morire, aveva affidato alla figlia (che si rivela essere proprio Dina) tutte le prove del malaffare. Al termine della rocambolesca partita buoni vs cattivi, Gordon riuscirà a tornare perlomeno vivo in America, mentre Dina rimarrà in Russia, stanca di fuggire e nascondersi. Il Silent Partner però è misteriosamente sparito.
I difetti principali della pellicola sono sostanzialmente due, un montaggio a tratti troppo serrato e velleitario (nella scena in cui la Reid piange, sorpresa dal padre a prostituirsi, ci sono un miliardo di dissolvenze e cambi di prospettiva del tutto inutili narrativamente, un mero sfoggio di fighetteria registica, fuori luogo in un film da quattro soldi) e una trama ingarbugliata che si risolve solo parzialmente. Il rovescio della medaglia però offre una buona dose di tensione, interpreti che non si macchiano di infamie e brutture particolari (grandi nomi non ce ne sono ma si sopravvive) e qualche buona azione girata davvero bene, vedi l'inseguimento in auto che parte dall'aeroporto o la sparatoria al giardinetto dei bambini, con super forze d'assalto infagottate di armi e munizioni fino ai denti. I cattivi sono sufficientemente cattivi, i buoni sono spaesati e improvvisati, come è giusto che sia. Alla fine della fiera non si rimane con la sensazione di aver visto Mission Impossibile o l'ultimo Bond movie, ma nemmeno una puntata del Maresciallo Rocca. Interessanti le location russe (sempre ammesso che di Russia si tratti, ma credo di si, vista la co-produzione). Silent Partner rende bene il clima di minaccia a 360 gradi, visto che i due protagonisti non hanno santi ai quali votarsi e prendono schiaffi da qualsiasi direzione. E forse anche il fatto che pure lo spettatore non comprenda sino in fondo chi e cosa abbia fatto quello che ha fatto, lo mette allo stesso livello di Gordon e Patrick i quali, oltre a salvare la propria vita, non hanno raggiunto nessun altro obiettivo spendibile.