L'idea era buona, kitsch ogni oltre limite ma genialoide, rivitalizzare il filone squalesco con un tocco di assurdità sborona: e se i tornado risucchiassero dall'oceano pure gli squali oltre alle masse d'acqua, e poi li rischiantassero su Los Angeles? L'immagine era forte, nuvolaglie di carcaridi scagliati dal cielo su ignari passanti, letteralmente investiti da mascelle sanguinarie e fameliche. Già, però un'immagine, per definizione, dura lo spazio di un attimo, un flash, costruirci sopra, anzi attorno, 86 minuti di film è più complicato, ci vogliono altre idee, e mezzi. La Asylum di mezzi ne ha sempre avuti pochini, la casa di produzione americana gioca sul filo del rasoio realizzando progetti sgangherati, strampalati ma che lisciano il pelo ai patiti della exploitation e del cinema trash (o, più nobilmente, "bis" se preferite). La Asylum ha pure il vizietto di prendere dei titoli delle major e rifarli in versione cheap ma assai più brutale (non troppo diversamente da come era in uso in Italia col cinema di genere di qualche decennio fa, anche se gli esiti, per fortuna, sono stati assai più soddisfacenti a casa nostra).
Sharknado in America è stato un film tv (trasmesso nel 2013); essendo in breve divenuto un fenomeno di culto grazie alla rete, riuscì forzatamente a strappare delle proiezioni in sale cinematografiche. Un solo giorno di programmazione, un solo spettacolo, a mezzanotte, per 200.000 dollari di incasso. In Italia è uscito direttamente in dvd nel gennaio 2014. Si fregia della nomea di "film più brutto di sempre" anche se poi, per dire, su Rotten Tomatoes (Bibbia del cinema senza pippe autorali) ha raccolto l'82% dei consensi. Siamo al "so bad, so good", il film fa simpatia proprio per la sua estrema sciatteria, una filosofia un po' contorta ma che fa sempre presa sugli amanti del cinema ai margini del Cinema. Il regista Anthony Ferrante ebbe a dire: "gli squali funzionano e anche i disastri funzionano. Mettili insieme e ne tirerai fuori qualcosa". Detto fatto, spezzoni di documentari sugli squali, su disastri ambientali realmente accaduti, effetti speciali agghiaccianti (letteralmente), un uso della computer grafica belluino e amatoriale, dialoghi, personaggi e situazioni contro ogni credibile spiraglio di ragionevolezza, leggi della fisica e della biologia totalmente stravolte. Guardando Sharknado si impara che i tornado si annullano semplicemente tirando una bomba al loro interno, l'esplosione causa una specie di compensazione e bingo, hai risolto. E gli squali respirano tranquillamente anche fuori dall'acqua, ingaggiano combattimenti, mordono, svolgono complesse strategie di attacco, manco fossero cyborg, dei veri e propri killer irriducibili.
Si poteva non pensare ad un sequel? E infatti, Sharknado 2 - The Second One dovrebbe arrivare a breve negli States. La Asylum comunque nel frattempo non è stata a guardare realizzando il merchandising del film, e altre pellicole improbabili tipo Sharktopus vs Pteracuda, che fonde squali con piovre e pterodattili con barracuda, il delirio. E ancora più delirante sarà vedere come questi tizi pretendono di mettere in piedi mischioni del genere con quegli effettacci speciali da due lire che si ritrovano. Ma in questi casi l'annuncio, il titolo e la locandina fanno già mezzo film. Che poi Sharknado ha dato la stura a tutta una serie di boutade farlocche reperibili in rete tipo Sharkavalanche, Sharkicane, eccetera; praticamente squali + generatore random di fenomeni naturali. In Sharknado ci sono pure facce note; ok, non dico Clint Eastwood e Meryl Streep, però abbiamo Tara Reid (addirittura Maial College tra i suoi titoli di punta, mica pizza e fichi!) e coso....Ian Ziering (Beverly Hills ...non Cop ma 90210). Poi c'è Cassie Scerbo, al cui nome potete anche far seguire un comprensibile "sticazzi", però alza notevolmente il tasso estetico del film (ci voleva poco, lo so). John Heard ha una parte che dire mortificante è un eufemismo, ma la pagnotta serve a tutti. Ziering ha proprio ammesso che almeno portava a casa l'assicurazione medica. L'analisi del film, se permettete, la saltiamo a piè pari, ché è impossibile spendere due parole seriamente su quello che succede e sui buchi di minima conoscenza scientifica che scandiscono la pellicola (quale pellicola?! Qui è tutto digitale, pure i pop corn e la Pepsi che vi ingollate durante la visione). E' orrendo, siamo d'accordo, e nemmeno poco, indifendibile; però alla fine, se te lo sei sciroppato possibilmente a gratis, senza comprare il dvd - legalmente intendo, magari in tv o su Sky - ti è sembrato quasi divertente. Dico quasi. Ussignur!