E' capitato spesso che da queste pagine mi sia scagliato contro una certa commedia italiana contemporanea, neo generazionale, dialettale, psicanalitica (all'acqua di rose), incartapecorita su certi cliché "situazionisti" e su attori e personaggi feticcio. Tuttavia non è che il mal di pancia ce lo abbiamo solo noi, perché pure in America, che di filoni di commedia ne conta 853, ce n'è uno che ha preso piede e che francamente mi risulta altrettanto indigesto. Parlo della commedia politicamente scorretta, quella che potremmo intestare (non solo, ma anche) ai fratelli Farrelly di Tutti Pazzi Per Mary. Commedie che fanno un uso consapevole della volgarità (che è parte fondante ed ineludibile della sceneggiatura), che sguazzano nel turpiloquio, in gag spermatiche e genitali, che hanno personaggi iper cinetici, sempre sopra le righe, che agitano il corpo come cartoni animati e vivono in modo estremo situazioni normali e viceversa. Anche in questo caso spesso è cinema di contraposizione, giovani vs vecchi, donne vs uomini, "dentro" e "fuori" qualcosa. Dice: "ma come, ti lamenti di rutti, scorregge e inguini indiavolati, dopo aver tessuto panegirici per il cinema di genere italiano dei '70 e degli '80?" Beh si, perché i politicamente scorretti di oggi sono operazioni pianificate a tavolino che non hanno niente di naive, di genuino. La volgarità qui non è mai un mezzo, ma sempre il fine (unico). Questi non sono tentativi "commerciali" di portare la gente al cinema, sono strategie artificiose e scientifiche di rincretinire le persone, prendere la gente per il colon retto e metterla a sedere davanti ad uno schermo, giocando continuamente di rimandi e ammiccamenti sul fatto che in realtà noialtri spettatori siamo più intelligenti di quei ghiozzi quelli lì.
Prendete Sex Tape con Cameron Diaz (vera eroina del genere, ma c'è cascata pure la Aniston, per dire). E' una sorta di manuale del filmaker politicamente scorretto: parolacce a gogo, situazioni piccanti, facce e faccette stirate alla Jim Carrey, personaggi di contorno monodimensionali, totalmente inverosimili, la cui unica funzione è fare da contraltare demenziale ai protagonisti (come se il resto del film fosse un documentario sull'Ermitage), gente piena di tic, nevrosi e deficit psicofisici da spernacchiare ad ogni livello e bassezza. Per tutto il tempo si corre come indemoniati a destra e a manca, la metà dei dialoghi sono urlati, l'altra metà è semplicemente di una banalità disarmante. Bene che vi vada, sorriderete a dentri stretti in un paio di occasioni, mentre gli autori del film sono convinti che vi stiate sganasciando di grasse e incontenibili risate. Il punto non è tanto il pecoreccio in sé, quanto l'uso premeditato e manipolato del pecoreccio che anestetizza qualsiasi genuina trovata (presunta) comica trasformandola in un esercizio di stile terribilmente posticcio, ruffiano, velleitario e asettico. Tutto l'ambaradan fracassone e goliardico serve a farvi sentire un po' grevi, perché ogni tanto tornare al livello Flinstones ci renderebbe più "umani".
Prendete il personaggio di Rob Lowe (una volta era un attore), è cretino all'inverosimile. E Jack Black che si presta ad una vaccata simile, facendo per altro il boss YouPorn con la morale di un sacrestano? Siccome bisogna essere scorretti per default, i termini di ogni cosa vengono rovesciati. Allora i bambini diventano dei mostri diabolici, gli animali (altro leit motiv del genere) sono predatori instancabili da abbattere con oggetti improponibili, la droga è un elemento comico come un altro, etc. Acchiappi il fenomeno mediatico del momento (qui abbiamo i sex tape, con tutto il corredino di dildo, kamasutra, etc.) e ci costruisci sopra una sceneggiatura quanto più "organica" (inteso in senso di liquami) possibile. Il giochino è semplice, è quello del tutto e del contrario di tutto. E però davanti alla MdP non ci si mette un Vincenzo Crocitti o un Enzo Andronico qualunque e si scommette sul botteghino, bensì si pagano fior di milioni alle mega star degli Studios hollywoodiani perché sdoganino il film "cattivo". Per molto meno ai Vanzina che scritturavano Nino D'Angelo e Megan Gale hanno bucato le ruote della macchina. Sex Tape è un film veramente stupido e l'unica cosa che c'è di altamente scorretto nei suoi fotogrammi è il tasso di amorfismo.