
A un certo punto Joe D'Amato va a Santo Domingo, e gira Duri A Morire (Die Hard...qualcuno ci aveva già pensato) con Luc Merenda. Sul posto, realizza che l'isola dominicana non è niente male, come set cinematografico si presta alquanto, in particolare per qualcosa di esotico...facciamo anche erotico...erotico spinto...magari si potrebbe osare di più, Joe D'Amato è uno coraggioso, sfrontato, i guadagni gli piacciono, così come alzare costantemente l'asticella della spregiudicatezza e delle difficoltà nel suo lavoro....e bingo, è fatta: arriva il primo film hard ufficiale della storia italiana. Girato nel '78 (ma distribuito nel 1980) Sesso Nero è da sempre etichettato come l'iniziatore della corruzione pelvica su grande schermo, otto sono in totale le pellicole che Massaccesi girerà a Santo Domingo, alcune soft altre tutt'altro che soft. Di Orgasmo Nero mi sono già occupato tempo addietro, stavolta si affronta Sesso Nero, e già dall'assonanza dei titoli si intuisce l'approccio "industriale" che D'Amato ha nei confronti della sua produzione caraibica (parte del girato poteva finire indistintamente di qua o di là, cosa che poi in effetti è successa; ottimizzazione massaccesiana).
A proposito di Sesso Nero, D'Amato dichiarò: "Fu molto apprezzato, faceva parte di un discorso di ricerca, di pionierismo nel campo dell'hardcore", e chi l'avrebbe mai detto che quasi 30 anni dopo, nel 2006, il film restaurato sarebbe stato proiettato addirittura alla Cinémathèque Française in occasione di una retrospettiva celebrativa di D'Amato. Ancora più curioso scoprire quale fu la vera genesi della sceneggiatura; si narra che George Eastman (alias Luigi Montefiori), che ha pure un piccolo ruolo nel film (il greco proprietario del night club), dopo aver perso tutti i soldi giocando d'azzardo, scommise con D'Amato per un milione di lire che sarebbe riuscito a scrivere il film in un solo giorno. D'Amato, che la sapeva lunga - avendo già a disposizione attori, tecnici e location - accettò, fiutando l'affare. Il resto è storia del cinema (hard) italiano. L'incasso fu circa pari ad un miliardo, scommessa vinta su tutti i fronti, non c'è che dire. Pur trattandosi di un film con scene di sesso esplicito, Sesso Nero rimane pur sempre un "vero" film a tutti gli effetti, da non confondersi superficialmente con un prodotto standard di quella che oggi viene intesa l'industria del porno, ovvero pellicola (o frame digitali) esclusivamente rivolta a copule a getto continuo, con tutte le varianti e sotto filiazioni del caso, ma senza nessun reale intento narrativo e/o creativo. D'Amato lo gira esattamente come ogni suo altro film, attenzione alle location, alla fotografia, musiche affidate a Nico Fidenco, attori veri ed una sceneggiatura, che magari potrà non piacere, ma che esiste ed ha una sua dignità. La trama ad esempio non è per nulla accomodante e o conciliante, non è finalizzata banalmente alle scene hard; si incarica anzi di dare spessore alle immagini e si caratterizza per una sconfinata amarezza che certo non dispone in modo benevolo lo spettatore.
Mark Lester (Mark Shannon, al secolo Manlio Cersosimo) scopre di doversi sottoporre ad un'operazione che lo renderà impotente, a causa di una grave patologia prostatica che gli causa dolori indicibili sempre più frequenti. Prima di fare il grande e tragico passo, decide di trascorrere a Santo Domingo le due settimane che gli restano con gli attributi. Anni fa conobbe una ragazza locale, Maira, per la quale perse la testa, ma che si lasciò sfuggire per troppa faciloneria. Oggi Mark è sposato con la bella e ricca (e alcolizzata) Lola Burdan (...è lei?), ma solo il ricordo di Maira sembra lenire le sue paturnie esistenziali. Seguiamo quindi le peripezie (anche sessuali) che l'uomo affronta nei Caraibi prima del drammaticissimo finale. Per dare un'idea di come il film fosse un vero e proprio azzardo, tra le primissime scene, ancora sui titoli di testa, vediamo delle persone qualsiasi all'aeroporto, mentre arriva l'aereo di Shannon; tra le comparse inquadrate c'è pure una coppia di genitori con in braccio una bambina di 3 o 4 anni. Con quello che si vedrà dopo, solo quei pochi secondi avrebbero fatto sollevare a furor di popolo 2857 associazioni cattoliche per la protezione dei giovini e della loro moralità intonsa nell'Italia del 2013. Ma, come è noto, quelli erano anni diversi (e nei quali comunque la censura al cinema aveva un suo ruolo).
Per certi versi Sesso Nero assomiglia quasi a un droga movie, col povero Shannon sempre più sbattuto e sofferente, costretto a iniettarsi medicine in corpo per smorzare i dolori lancinanti. Col passare dei giorni, il delirio - anche chimico - di Shannon assume connotazioni oniriche e visionarie degne di un fattone che si fa di eroina. Gli amplessi durano tempi relativamente brevi, non c'è quell'insistenza meccanica che lascia lo spettatore per intere mezzore inerte e intontito davanti ai genitali dei protagonisti in azione, questo perché a D'Amato interessava certamente filmare l'atto sessuale in sé, ma anche inserirlo in un contesto che non ne fosse schiacciato e mortificato. Mark Shannon non è mai stato Cary Grant, pur tuttavia, a suo modo, recita un personaggio a tutto tondo, anche piuttosto impegnativo e gravoso, dalla psicologia nient'affatto evanescente. Le prede che cadono sotto i suoi colpi a Santo Domingo sono diverse: la cameriera dell'albergo nel quale alloggia, la moglie di un suo caro amico stabilitosi in loco (Lucia Ramirez), con la quale per altro torna ad accoppiarsi (anche se solo in sogno), Lola Burdan e, ovviamente, la sua amatissima Maira (Annj Goren, al secolo Anna Maria Napolitano, studentessa di Bologna sparita nel nulla dopo un breve ma intenso passaggio nel nostro cinema di genere). Sia con la Ramirez che con la Goren, Shannon sogna due caldissimi incontri, per altro piuttosto simili tra di loro. Così come anche altre due scene si assomigliano fortemnente, richiamandosi metaforicamente: Shannon costringe la Ramirez ad un rapporto orale, in spregio all'amore troppo tenero e dolciastro che la lega al marito, una felice serenità che il disturbatissimo Mark non può tollerare. Più in là, il suo amico Jack, ferito dal comportamento di Mark, lo ripagherà con la stessa moneta, approfittando della moglie Lola, replicando anche a livello di messa in scena il rapporto avuto da Mark con la Ramirez. Due scene pressoche identiché che D'Amato replica in un beffardo gioco di sponda e riflessi.
Come non spendere due parole sull'atroce balletto presunto sexy che ha luogo nel locale di George Eastman; una coppia (Sandy Samuel, futura pornostar, ed un equivoco Fernando Arcangeli, con tanto di inguardabili guanti verdi con unghie demoniache) che ancheggia e si struscia goffamente. Una coreografia oltre i limiti consentiti del trash, roba che se fossi stato un avventore del locale avrei richiesto i soldi indietro. Pure la Ramirez (scoperta made in D'Amato) è un mezzo mistero; tutt'altro che avvenente fisicamente (la Burdan ad esempio è millemila volta più sensuale) ha come aggravante l'espressività di un paracarro. Ciò nonostante D'Amato se ne servirà più volte durante il suo periodo caraibico. Sesso Nero è un film che mescola depressione ed erotismo, riuscendo tutto sommato in entrambi gli aspetti, anche e soprattutto considerando l'alone di pionierismo che la circonda. I fianchi della attrici mostrano la cellulite senza vergogna; agli amplessi si prestano anche matrone mulatte (sempre senza vergona) e tuttavia l'insieme mostra una naturalezza talmente naive da non turbare affatto. Il finale poi toglie qualsiasi possibilità di spirito lieto visto che .... - SPOILER: Shannon, scoperto di essere stato ingannato per vendetta dalla donna che credeva essere Maira (ma che in realtà è sua sorella minore), ed oramai prossimo al rientro in Italia per l'operazione che lo priverà per sempre della virilità, decide di porre fine alle proprie sofferenze evirandosi su una meravigliosa e placida spiaggia. Pozza di sangue, titoli di coda. Segnalo la valida edizione in dvd della Stormovie, italiana, integrale e con qualche extra.