Rovine

Rovine
Rovine

Ciò che mi aveva maggiormente attratto di Rovine era l'ambito archeologico-mitologico maya, uno scavo nel Messico, uno ziggurat, un antico tempio sommerso di rampicanti dentro il quale già immaginavo misteriosi e sanguinari aborigeni sopravvissuti, con la bava alla bocca, l'accetta in mano, lordi di sangue e con gli occhi iniettati di fame cannibale nei confronti dei malcapitati turisti. Non è andata così. Il film pare abbia avuto un certo successo perlomeno negli States e francamente mi è sconosciuto il motivo se non che oltreoceano spesso sono sin troppo di bocca buona rispetto a questo tipo di prodotti. Rovine è un horror fatto con lo stampino in ogni suo aspetto. Abbiamo la combriccola di ragazzotti infoiati, che ragionano spesso e volentieri di sesso e sono in un resort nel Messico a oziare. Il loro più alto obbiettivo è stare a bordo piscina a bere e prendere il sole; perché per fare ciò siano dovuti andare fino in Messico anziché andare alla spa dietro casa propria è già una domanda che conviene non porsi. I caratteri delle due coppie sono tagliati con la mannaia, abbiamo l'intelligentone (Jonathan Tucker) che studia medicina ed è tutto compito, misurato e garbato, e la fidanzata un po' noiosetta e lamentosa (Jena Malone), con gli occhialini per dare un tono vagamente intellettuale; quindi dall'altra parte dello specchio abbiamo i rispettivi alter ego, ovvero ragazzo sveglio e intraprendente che pare uscito da Laguna Blu (Shawn Ashmore) e relativa fidanzata bionda e decisamente più glamour e frizzante (Laura Ramsey). Come i più classici teen ager americani (anche se sarebbero universitari) hanno il cervellino mononeuronale e si avventurano in qualunque cosa con l'eleganza e la sagacia di una mandria di bufali nelle praterie. Conoscono letteralmente il primo che passa e si fanno portare ad un sito archeologico maya segreto fuori da ogni mappa. Giunti in loco vengono assaliti da dei bollitissimi abitanti locali che li costringono con le armi a salire in cima al tempio. Assediati, i ragazzi provano ed esplorare il tempio e da lì in poi comincerà il consueto bollettino dei morti.

Tanto per cominciare l'ambientazione maya non esiste. Ok, vedete uno ziggurat ma sarebbe potuta essere una piramide egizia, un convento diroccato nell'alto Lazio o i sassi di Stonehenge non avrebbe fatto alcuna differenza. Non c'è nulla di archeologico in questo film, tanto meno maya, semmai è un horror botanico e se lo avete visto sapete benissimo il perché. I personaggi sono talmente banali, lineari e prevedibili che fanno venire l'orticaria (a proposito di botanica). Una volta delineato il loro carattere seguiranno per tutto il film la loro indole e natura, senza la minima sorpresa, eccezion fatta per la Malone, che nei primi 20 minuti è timorosissima e sempre spaventata ma poi inspiegabilmente si trasforma nell'esatto opposto, madre coraggio che prende tutti per mano ed affronta i pericoli a viso aperto. Sembra sempre debba succedere qualcosa, sembra che il film debba finalmente ingranare la marcia e mostrare qualcosa di solido ed appagante, invece è tutto piuttosto statico, il "male" contro cui lottano i ragazzi è quasi ridicolo e quelle sparute scene in cui Smith dimostra di voler esagerare un po' (prevalentemente tutte a tema medico-chirurgico), diventano inutili sboronate gore in un contesto altrimenti parecchio piatto. Il film per altro è tratto da un romanzo scritto da Scott B. Smith che aveva un finale diverso, più truce e spietato, ma come al solito le esigenze di cassetta hanno fatto propendere per qualcosa di più digeribile dal pubblico (pagante) in sala. Per quanto ambientato nello in Yucatán, il film in realtà è stato girato in Australia, nel Queensland per l'esattezza. Tra i produttori figura Ben Stiller.

Trailer ufficiale

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