Dice che la sceneggiatura firmata da William Harrison, estratta da "Roller Ball Murder" (che aveva pubblicato a puntate nel 1973 su Esquire), era molto più cerebrale e politica, mentre Norman Jewison trasse da quelle pagine un film decisamente fisico e attento a non perdere neppure una briciola di azione. L'incontro di queste due polarità dette origine a Rollerball, film interessantissimo e assai importante nella storia del cinema anche perché in qualche maniera inaugurò il filone (ancora oggi poco frequentato) del fanta-sportivo. Bisogna aspettare il 1987 perché un'altra pellicola all'altezza di Rollerball si faccia vedere, intendo L'Implacabile (The Running Man), firmato Paul Michael Dave Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare Starsky Glaser, con Arnold Schwarzenegger protagonista, film che senz'altro deve molto alle atmosfere di Rollerball. Così come Rollerball deve molto alle atmosfere di Arancia Meccanica: l'uso della musica classica (Bach, Albinoni, Shostakovich) come commento musicale, ambienti futuristici molto "retro-vintage-contemporanei", basati su un'estetica anni '70, quindi design, arredamenti, e abbigliamento alla maniera di come quel decennio pensava al futuro. Immagini estremamente pulite, geometrie sempre presenti nel quadro del fotogramma, tempi dilatati, una certa ieraticità e solennità del racconto contrapposte alla violenza e al cinismo dei suoi protagonisti. Jewison sceglie il miglior modello possibile per ingenerare nello spettatore quel forte senso di disagio e scomodità che si prova durante la visione di Rollerball. Siamo comodamente seduti nel nostro divano (o, nel 1975, nelle un po' meno comode seggiole di legno dei cinema), eppure ci sentiamo minacciati mentre vediamo il film, come se ciò che sta capitando a Jonathan (James Cann) potesse un giorno succedere ad ognuno di noi, senza motivo e senza preavviso, esattamente come è stato per lui.
Jonathan è il campione indiscusso del Rollerball, sport violentissimo che fonde baseball (i ricevitori con i guantoni), motori (le motociclette), football (caschi, armature dei giocatori e mete da segnare) e wrestling (le botte senza quartiere che i giocatori si infliggono, praticamente senza penalità di sorta, tant'è che c'è chi ci lascia le penne). Il Rollerball ha una precisa ed inestimabile funzione sociale, come nel Colosseo dell'antica Roma, serve a far sfogare gli istinti più bassi e primitivi della gente, abituata da tempo oramai a vivere in una società che l'ha privata di stimoli e desideri (siamo nel 2018, domani). Non esistono più nazioni né conflitti. L'economia si è sintetizzata in un unico totalizzante governo mondiale (le Corporazioni) che provvede al sostentamento e alle necessità del pianeta. Non esistono più fame, povertà e guerre, tutto fila liscio; lo scotto da pagare è l'assoggettamente inesorabile al Grande Fratello; il Governo delle Corporazioni decide per l'individuo e le sue decisioni sono insindacabili. Jonathan a suo modo diventa una minaccia per questo ordine costituito; i giocatori nel Rollerball durano al massimo un paio d'anni, mentre lui conduce la scena da dieci. La sua forza, come singolo, la sua visibilità, l'affetto del pubblico rischiano di mettere in discussione la filosofia politica del Sistema. Jonathan sta diventando un eroe e sta dimostrando che un individuo può diventare forte quanto il Sistema, addirittura oscurarlo. Per questo motivo viene deciso di fargli abbandonare il Rollerball. - SPOILER: dopo una prima fase di smarrimento, Jonathan acquisisce consapevolezza e decide di ribellarsi alle Corporazioni, costi quel che costi, conducendo la sua battaglia fuori e dentro i campi del Rollerball. La finalissima del campionato mondiale (Houston contro New York) sarà un massacro, una carneficina il cui obbiettivo è innanzitutto eliminare Jonathan.
Il Mereghetti per una volta dice una cosa giusta, la regia di Rollerball ha dei deficit, Jewison sembra talmente coinvolto dalla virilità della storia da trascurare abbastanza l'aspetto formale del film. Come detto prima, la cura dei dettagli e della messa in scena a livello di scenografie e costumi è impeccabile, ma è proprio la macchina da presa a muoversi in modo anonimo, fuori dal campo da gioco (le bellissime scene delle partite infatti sono girate magistralmente, tecnicamente difficilissime), dando talvolta un senso di piattezza. Poco importa però, il film ha una potenza tale da potersi permettere anche questa debolezza. Mai il termine "distopico" fu più appropriato al cinema; Rollerball è la subliminale dicotomia che mostra come il raggiungimento dell'assoluto benessere (addirittura Jonathan riceve in dote una moglie a scadenze regolari, tutte ragazze giovani, bellissime devote...praticamente delle escort pagate dal Governo) sia il punto più basso della libertà degli individui, il loro annullamento. Sintomatica la scena in cui, mentre Jonathan ha uno scontro verbale con Bartholomew, gran cerimoniere della Energy Corporation di Houston, proprietaria della squadra di cui Jonathan è capitano, un gruppo di debosciati che ha appena preso parte ad una festa in onore di Jonathan si appropria di una pistola lancia razzi e dà fuoco random ad alcuni alberi in aperta campagna, divertendosi stupidamente e godendo come bambini che schiacciano delle formiche, all'insegna di un risveglio incoercibile del bisogno di violenza e distruzione insito nell'animo umano, frustrato per troppo tempo dal Governo delle Corporazioni.
Titolo che, inconsapevolmente, è diventato "larger than life", ovvero qualcosa che ha trasceso il suo ambito per esondare ovunque, nella fantascienza, nello sport, nei videogiochi, nella visione di un futuro asfissiante e privo di libertà. Persino il font usato ovunque nel film è diventato immediatamente riconoscibile e riconducibile quasi esclusivamente a Rollerball. La Produzione era americana (Jewison canadese) ma venne girato in Europa, tra Londra (in effetti le atmosfere sono molto anglosassoni) e la Germania. Il palazzo della Energy Corporation è il palazzo della BMW di Monaco di Baviera, mentre il campo da gioco è stato riprodotto sempre a Monaco nell'Audi Dome. La Grande Biblioteca dove i computer conservano la storia del mondo è il Palazzo delle Nazioni a Ginevra. Rollerball è stato il primo film a menzionare nei titoli di coda gli stunts, senza i quali semplicemente non sarebbe esistito. Infine due parole per altrettanti aspetti non secondari della pellicola: un titanico James Cann, architrave maestosa di tutto il progetto, e lo sport in sé, genialoide invenzione capace di essere tanto assurda quanto credibile (e avvincente!) nei suoi dettagli e regolamenti. Nel 2002 John McTiernan (Die Hard, Predator, Caccia A Ottobre Rosso) ha girato un remake, invero decisamente scadente.