Quell’Oscuro Oggetto Del Desiderio

Quell’Oscuro Oggetto Del Desiderio
Quell’Oscuro Oggetto Del Desiderio

Anche se Quell'Oscuro Oggetto Del Desiderio è l'ultimo film di Buñuel, il progetto di girarlo risale addirittura agli anni '50, quando accoglie la proposta di occuparsi di una riduzione cinematografica (l'ennesima) di La Donna E Il Burattino di Pierre Louÿs (1898). Il precedente più famoso è forse quello con Brigitte Bardot, attrice che venne imposta a Buñuel, mentre lui voleva Mylène Demongeot. La trattativa non andò in porto, il regista venne sostituito con Julien Duvivier e nel 1959 venne prodotto Femmina con la Bardot (La Femme Et Le Pantin in originale, come il libro). Il maestro del cinema surrealista si prenderà la sua rivincita 18 anni dopo, prendendo a prestito una frase del libro ("quel pallido oggetto del desiderio") e trasformando le pagine di Louÿs in uno dei suoi film più celebri ed apprezzati sia dal pubblico che dalla critica (apprezzamento arrivato, per la verità, col senno di poi). Mereghetti rileva giustamente come, pur essendo a fine carriera, Buñuel si dimostri ancora estremamente creativo e vitale, dando corso ad una pellicola piena di idee, divagazioni e personalità, per la verità non facilissima da comprendere nella sua interezza per lo spettatore (perlomeno ad una prima visione). La vicenda è quella del vedovo cinquantenne ricco e benestante Mathieu Favère (Fernando Rey) che si invaghisce della sua nuova cameriera, la diciottenne Conchita, che Buñuel fa interpretare da due diverse attrici, Carole Bouquet e la prima a comparire sullo schermo nei suoi panni, seguita poi da Ángela Molina, e già questo di per sé dà la cifra di quanto fosse azzardato il concept del regista. Conchita fa letteralmente impazzire Favère con un tira e molla sentimentale che destabilizza l'uomo (figuriamoci il pubblico), ma così facendo lo conduce alla resa incondizionata, capriccio dopo capriccio, umiliazione dopo umiliazione, un burattino completamente in balia della donna.

L'idea della doppia attrice ad interpretare Conchita esaspera la confusione del protagonista incapace di trovare il bandolo della matassa per relazionarsi alla mutevole ed umorale femmina che gli fa battere il cuore. Anzi, pare proprio essere l'inafferrabilità, l'incoercibilità, l'irriducibilità di Conhita ad attrarre come un'ape al miele il povero Favère. Potrebbe avere qualsiasi donna ma l'unica che gli si nega (sessualmente ed emotivamente) è anche l'unica che lui desidera realmente. Un desiderio oscuro in quanto morboso, torbido, insano, financo autolesionista. Questo sviluppo narrativo, apparentemente lineare e comprensibile, è complicato dalla duplice fisicità di Conchita, la Bouquet e la Molina sono totalmente diverse, tanto di apparenza che di temperamento, algida, elegante e misteriosa la prima, latina, sensuale e teatrale la seconda (non a caso la prima è una francese che recita una spagnola, mentre la seconda è realmente spagnola). La fibrillazione dello spettatore è palpabile poiché non si sa mai quale delle due Conchita aprirà la porta o si presenterà all'appuntamento. In una scena Buñuel fa letteralmente entrare in bagno un'attrice e uscirne un'altra, nel giro di una manciata di secondi. A dissimulare ulteriormente il tutto arriva il "condimento" che Buñuel spalma sulla vicenda, costellando di attentati terroristici la quotidianità di Favère, spesso testimone diretto (altrimenti ci pensano radio, tv e giornali ad informarci) di spargimenti di sangue, autobombe e sparatorie nel bel mezzo di strada da parte di estremisti sovversivi tanto di estrema sinistra quanto religiosi, che alla fine addirittura si uniscono nel loro progetto anarco-insurrezionalista.

E ancora, Quell'Oscuro Oggetto Del Desiderio è scandito continuamente da situazioni grottesche ed assurde (surreali), come quando Favère racconta ai suoi compagni di viaggio nello scompartimento del treno (tra questi c'è Milena Vukotic) tutta la sua storia con Conchita (che noi vediamo in forma di flashback), senza omettere i dettagli erotici pur essendo presenti dei bambini. Buñuel, come suo solito, prende di mira vizi, agi, comportamenti ed idiosincrasie della borghesia, mettendoli alla berlina, ridicolizzandoli, sottolineandone l'insensatezza, la stupidità, la sottile arroganza prevaricatrice. Favère cerca letteralmente di comprare Conchita come si fa dagli sceicchi usando i cammelli come moneta di scambio. Offre alla madre (una beghina dalla dubbia moralità) una quantità enorme di soldi e la trasforma in un cicisbeo che favorisca l'unione con Conchita. Tutto inoltre diventa più febbrile quando Favère scopre che la ragazza sarebbe ancora vergine (in effetti non c'è modo di appurarlo, abbiamo solo la sua parola), elemento che naturalmente manda in sollucchero l'attempato maschio. C'è poi la figura dello psicologo (Piéral), curiosissimo di conoscere i dettagli della relazione tra Favère e Conchita e che cerca sempre di anticipare il racconto indovinandone i dettagli; pare che Buñuel prenda un po' in giro la mania "psicanalitica" che imperversava tanto allora quanto oggi, secondo la quale tutto può essere spiegato e squadernato da quella disciplina, nume tutelare  e chiave risolutiva di ogni comportamento umano. Non a caso lo psicologo è interpretato da un nano, allegoria della statura che probabilmente lo stesso Buñuel intendeva attribuire alla psicologia. Il film termina con una gigantesca esplosione (frutto dell'ennesimo attentato terroristico), una fiammata catartica che tuttavia deflagra e dissolve anche le figure dei due protagonisti nonché la borghesia che per oltre 103 minuti ha popolato meschinamente la pellicola. Tutto sembra chiudersi con una gigantesca e fragorosa risata di Buñuel. Prima della Bouquet e della Molina, il ruolo di Conchita era destinato a Maria Schneider ma dopo un mese di set l'attrice venne allontanata per incompatibilità caratteriale con il regista (non sono nuove le voci di rapporti difficili con l'attrice, rimasta sulla difensiva sin dai tempi del - per lei - traumatizzante Ultimo Tango A Parigi) e fu proprio questo incidente di percorso unitamente ad un paio di martini dry a far balenare a Buñuel l'idea di ricorrere a due diverse attrici per un ruolo.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica