
Venti anni esatti prima di quel Jesus Christ Superstar che lo eterneranno nel gotha dei registi americani forever and ever (ma non sono da scordare neppure La Calda Notte Dell'Ispettore Tibbs, Rollerball, F.I.S.T., Agnese Di Dio, Stregeta Dalla Luna), Norman Jewison dirige per la sua prima volta Doris Day (faranno nuovamente team l'anno dopo in Non Mandarmi Fiori), in un ideale scambio di carriere, Jewison agli esordi, Day prossima al tramonto. Quel Certo Non So Che (1963) è una briosa commedia scoppiettante, tutta incentrata sul difficoltoso menage familiare di Beverly (Doris Day) e Gerald Boyer (James Garner), rispettivamente "donna di casa" e ginecologo. Accade che, per una serie coincidenze, Glenda venga notata da un anziano e facoltoso patriarca produttore del sapone Felice e che questi si impunti per averla come testimonial televisiva del suo prodotto, al posto della panterona sexy Berenice. Beverly, non senza difficoltà ed imbarazzi, inizia la sua avventura nel mondo dorato della tv, uscendo per la prima volta dal guscio delle faccende domestiche. Il suo crescente successo si concilierà maldestramente con la vita di moglie, madre e casalinga, tanto da portare Gerald a inscenare persino un adulterio pur di scuoterla e riportarla a pù miti ambizioni. Tutto è bene quel che finisce bene, anche se una moderna femminista rimarrà sicuramente tramortita dal messaggio (neanche tanto) strisciante che pervade tutto il film.
Rivisto con gli occhi di oggi, Quel Certo Non So Che veicola messaggi effettivamente poco ricevibili. Beverly è la mogliettina perfetta, tuttta dedita ai figli, al marito e alla cottura a puntino dell'arrosto nel forno. La sua dimensione è essere la brava "moglie di", e questo l'ha sempre gratificata a sufficienza. Quando conosce un mondo altro, fuori dalla sua bolla di sapone (di detersivo), le sue velleità ed aspirazioni si rimodellano secondo un nuovo sentire, un nuovo mondo che le schiude orizzonti imprevisti. Ma il dovere la richiama all'ordine. Gerald non tollera tanta libertà, si sentre trascurato, non comprende perché essere la dolce metà di un affermato ginecologo che porta i soldi a casa non sia più l'unico desiderio della donna. Beverly, da par suo, vive la sua nuova professione con senso di colpa, quasi genetico irrisolvibile, poiché non è nata per far quello ma per essere moglie dolce, premurosa e sorridente. Persino il (falso) tradimento e Gerald è condonato pur di riaverlo amorevole e disponibile. Ed infine, quando Beverly assiste il marito durante un parto di fortuna in auto, il mettere al mondo una nuova vita (argomento "sensibile" per una donna) la fa rinsavire e le fa capire quanto importante sia il ruolo del marito ginecologo, al punto da farle effettivamente decidere di smettere con la tv e tornare al focolare (con la promessa di un terzo figlio da procreare quella notte stessa).
Tutto vero, tutto giusto, tutto sindacabile, e però la pellicola del '63 non è un trattato di sociologia, bensì una commedia brillante ben fatta, deliziosa, incardinata su meccanismi pressoché perfetti, piena di trovate comiche ed interpretata magistralmente da una coppia di attori in stato di grazia. Al netto di tutte le considerazioni antropologiche che l'analisi della condizione femminile di quegli anni in America (e non solo) potrebbero far scaturire, Quel Certo Non So Che merita di essere letto come un riuscitissimo capitolo della guerra (comica) dei sessi, inscenata mille volte dentro e fuori Hollywood. La cena a casa Fraleigh è uno spasso assoluto, a cominciare dal vecchio maggiordomo smemorato che accoglie i coniugi Boyer, passando per lo spot in tv di Berenice ragazza Felice e per i siparietti con il vecchio e attaccabrighe Tom Fraleigh. Senza prezzo anche la gag continua di Beverly e Gerald che non riescono a comunicare telefonicamente, lasciandosi messaggi per tutto il film che non vengono praticamente mai recapitati. Meravigliosa la costruzione della piscina in giardino e le sue nefaste conseguenze. Per non parlare della terribile governante tedesca o dele schermaglie amorose tra Doris Day e James Garner. Quel Certo Non So Che ha un ritmo indiavolato, mitigato solo dalla dolcezza della Day, casalinga d'America. Un film divertentissimo, la cui sceneggitura è firmata dal futuro regista Carl Reiner, e che avrebbe dovuto vedere Judie Holliday come protagonista femminile, la quale purtroppo si ammalò di cancro. Attenzione al titolo, omonimo di un'altra pellicola del '53 con Bob Hope, ma l'ambiguità è dovuta al pressapochismo dei distributori italiani, visto che non si tratta affatto di remake (quello con Hope in originale si chiamava That Certain Feeling, quello con la Day invece The Thrill Of It All).