Psycosissimo

Psycosissimo
Psycosissimo

Un anno dopo Psycho esce al cinema Psycosissimo di Steno, con Tognazzi e Vianello, quasi un instant movie considerando il tenore ultra leggero della trama. Il rimando al capolavoro di Hitchcock è puramente pretestuoso, non c'è il minimo legame a livello di trama. Curiosamente c'è semmai con un altro film del maestro inglese, ovvero La Finestra Sul Cortile, sebbene alla rovescia. Il film infatti inizia con Francesco Mulè che assiste per caso all'omicidio per strangolamento di una donna (Monique Just) per mano di due manigoldi in impermeabile alla Humphrey Bogart (Tognazzi e Vianello). Vede il tutto attraverso una finestra, ovvero il fatto avviene nella camera da letto di un appartamento e Mulè ne è testimone dai binari di una ferrovia, dunque lui è quello all'esterno. Da lì in poi i riferimenti a Hitchcock si perdono e il film prosegue per conto proprio su binari prettamente comici e, a tratti, di una comicità financo un po' stupidina (il finale con la salsiccia è veramente terribile). Tognazzi, Vianello e la Just (fidanzata di Tognazzi nel film) sono attori squattrinati alla ricerca di ingaggio ma per via di quell'equivoco iniziale vengono creduto dei malandrini da Mulè il quale, da testimone involontario, diventa addirittura committente dell'omicidio di sua moglie (Edy Vessel), che a sua volta cerca un modo per far morire di crepacuore il marito, in combutta con l'amante autista (Spiros Focas). I due killer improvvisati si ritrovano tra l'incudine ed il martello, intellettualmente impreparati ad affrontare le strategie malevole del suo Vessel/Focas. - SPOILER: alla fine, sebbene in modo del tutto casuale, le cose si metteranno per il verso giusto, i cattivi verranno assicurati alla giustizia, i buoni se la caveranno e Mulè, purtroppo per lui, rimarrà steso su di un tavolo da obitorio.

Tognazzi e Vianello sono i mattatori della storia secondo lo schema rodato che prevede il primo vittima ed il secondo carnefice. Vianello pensa e ripensa, elabora piani e stratagemmi, Tognazzi non li capisce e li subisce, ed alla fine la situazione si inguaia sempre, tranne che nel finale. Sono sempre sotto scacco delle donne, soprattutto Tognazzi, del quale la Just è gelosissima, Franca Marzi (proprietaria della pensione dove i due risiedono, sempre in bolletta) lo assedia ricattandolo per il pagamento della camera, la Vessel lo circuisce manovrandolo come un burattino. Tra l'altro un trio di donne bellissime e estremamente sensuali, seppur assai diverse tra loro. Steno rende il film minimamente erotico per quel poco che il 1961 gli consentiva, la Just la vediamo in sottoveste, le altre due alludono e fanno sguardi languidi. In alcuni momenti Tognazzi riesce ad essere buffo, come quando fa il verso dell'orango alla finestra come segnale pattuito per attrarre l'attenzione del compare Vianello; dal canto suo Vianello dà il meglio di sé quando fa la parlata del malvivente cinico e spietato. Demenziale oltre ogni limite il finale con la salsiccia animata che apre gli occhietti e parla.

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