E' una provocazione bella e buona. Quale? Ma quella di Piero Vivarelli, che nel 1988 gira un film con Moana Pozzi, già ampiamente inserita nel mondo del porno. Provocazione però non è un film hard, anche se ne avrebbe ben donde, visto che il cast oltre a Moana comprende pure Hula (al secolo Ursula Davis) e Petra Scharbach, entrambe stelline della scuderia Diva Futura di Riccardo Schicchi (il quale, come è noto, non era un agente dello Zecchino d'Oro). Completa la tresca Marino Masé, habitué del cinema erotico nostrano e più recentemente riciclatosi in soap e fiction televisive. Quattro attori quattro per un film noto pure con i titoli di Erotic Games (per il mercato tedesco) e Summer Temptations (per quello americano), tutti piuttosto appropriati pensando alla trama. Masé è "il professore" che ha ricevuto l'incarico da Vanessa (Moana Pozzi) di provvedere alla preparazione per l'esame di maturità delle sue due figliastre Vivi (Hula) e Kiki (Petra). Vanessa è rimasta vedova, beneficiando di una cospicua eredità e di una bellissima villa con piscina. Oltre ai vantaggi però, tra gli svantaggi sono da annoverare proprio le due figlie del defunto marito, arcinemiche di Vanessa. Le tre si scontrano perennemente, Vanessa è delicatamente appellata dalle ragazze "la cagna in calore" o "la troia", così come lei si rivolge loro chiamandole "puttanelle", insomma un clima familiare idilliaco e pieno d'amore. Il professore è stato e continua ad essere l'amante di Vanessa, la sua presenza in villa unisce l'utile al dilettevole, ma Vivi e Kiki fanno di tutto per rendere la sua permanenza impossibile e, contestualmente, rovinare la vita anche alla matrigna.
- SPOILER: il tono squisitamente erotico della prima metà della pellicola si tinge progressivamente di giallo, sfociando in una storia criminale vera e propria. Le due ragazze infatti sono due spostate seguite da uno psichiatra, che però si manifesterà solo nel finale, ovvero dopo che le "bimbe" avranno dapprima eliminato Vanessa, chiudendola nella sauna a temperature luciferine, quindi ucciso il professore durante un maligno gioco erotico che prevede di cospargere il professore di miele e piume (piume alle quali il professore è fatalmente allergico). C'è la "provocazione", poiché l'arma usata 24 ore su 24 dalle maturande è naturalmente il sesso; non solo amoreggiano tra loro incestuosamente e safficamente, ma non perdono occasione per tentare il professore coinvolgendolo in un menage a trois proibito. Ci sono i "giochi erotici" (addirittura di quello muore Masé) e ci sono le "tentazioni estive", visto che il film è ambientato d'estate in una lussuosa villa piena di vegetazione, da qualche parte su un'isola italiana. Per lo stesso motivo però - la limitatezza degli ambienti e del cast - il film a tratti risulta monotono e asfissiante, anche perché i dialoghi (che normalmente in situazioni simili dovrebbero servire a dare dinamismo alla storia) sono ridotti al minimo sindacale, pretestuosi e propedeutici unicamente all'ingroppo. Su quel versante Provocazione offre il suo meglio, le scene erotiche sono abbondanti e generose, anche se - parere personale - le uniche veramente interessanti sono quelle che vedono protagonista Moana. Petra qui è al suo primo film, lontana dalla quasi perfezione estetica che mostrerà ad esempio in Lolita 2000, né Hula pare esattamente uno schianto di figliola (e per altro delle tre è quella che ha meno parentesi hot). Moana invece, già rodata in altri e più espliciti frangenti, ha una carica sensuale enorme. Il fisico è scultoreo, le movenze sono quelle giuste per le situazioni richieste, gli sguardi, gli ammiccamenti ed il magnetismo sono la sublimazione di un film altrimenti modesto e scadente. Lo stesso Masé pare un po' fuori tempo come stallone, tuttavia gli accoppiamenti tra lui e la Pozzi sono i veri highlights del film (su tutti quello sugli scogli, potente, iconico).
Nota di demerito per le musiche rock blues, nefaste e brutte all'inverosimile. Sciatta pure la fotografia; decisamente preferibile il Vivarelli de Il Dio Serpente. Se si fosse insistito di più in sceneggiatura sulla malizia cinica e insensibile delle due ragazze forse il film avrebbe preso una piega più sostanziosa. A livello recitativo nessuno dei quattro brilla particolarmente, Masé fa il compitino ma sul finale (quando è in balia delle ragazze) scade vistosamente, Hula e Petra recitano tra virgolette, la Pozzi ha una sua cifra seriosa e enigmatica ma rimane un'incompiuta; evidentemente più a suo agio nuda e lussuriosa. Sia Hula che Petra riviste anni dopo migliorarono notevolmente quanto a sex appeal. Hula a proposito di Moana ha dichiarato che l'impressione che ricevette sul set dalle lunghe chiacchierate fatte con la star del porno era di una donna con un lato oscuro, inquieta e con dei tratti misteriosi da decifrare, anche se l'immagine pubblica che amava dare di sé andava nella direzione opposta. Si narra anche che Hula sarebbe la nipote di Bette Davis, una certa somiglianza fisica ci sarebbe, ma la notizia è chiaramente un fake.