Prometheus

Prometheus
Prometheus

Con Prometheus mi sono riconciliato con Ridley Scott, dopo un bel po' di anni e di film modesti (se non del tutto inutili), o perlomeno al di sotto dei suoi standard. La fantascienza ce l'ha proprio nelle sue corde, c'è poco da fare, e il primo a capirlo dovrebbe essere lui, visto che con Blade Runner e Alien ha scritto due della pagine più importanti del genere. Ridley Scott è un regista strambo, capace di mettere in fila film capolavoro e spartiacque nella storia del cinema, con delle mezze schifezze insulse, e diciamo che negli ultimi tempi l'ispirazione pareva mancar vistosamente.

Come è noto, Prometheus è stato considerato una sorta di prequel di Alien, e cronologicamente lo è, ma nei fatti il film si disinteressa quasi completamente della saga, citandola quel minimo necessario a stabilire una liaison più che altro ideale (ed affettiva per i fans), ma senza voler vivere di rendita per quello. Le ambientazioni traggono origine sempre dal genio visionario di Giger; le creature xenomorfe qui sono quasi del tutto assenti, ridotte a polipi e bisce (ad eccezione di una presenza importante nella parte finale). Il film dura due ore, ma sono tutte necessarie alla costruzione della trama; elementi come dialoghi, azione, esplorazione, sono dosati con maestria, senza che mai lo spettatore possa permettersi il benché minimo sbadiglio. Visivamente Prometheus è splendido, per i costumi, le scenografie, l'estetica futuristica. Scott ha preteso dalla 20th Century Fox che oltre al cast di tecnici fosse scritturato pure un team di scienziati, perché contribuisse a dare verosimiglianza e credibilità ai fatti del 2089. Il che ha forgiato un ibrido affascinante di arte e tecnologia, scienza e design.

A tratti mi è sembrato di cogliere delle citazioni di Kubrick; ad esempio l'inizio con Fassbender, padrone assoluto dell'astronave mentre gli umani dormono criogenizzati, sembra riprendere Keir Dullea che girovaga per il Discovery One, allenandosi e studiando per passare il tempo. David (Fassbender) è un robot, e tra gli extra del dvd c'è un finto spot promozionale della Weiland Corporation che ne illustra le potenzialità (credo che sia stato usato anche come promo prima dell'uscita del film, a mo' di viral marketing); David ci viene mostrato mentre gioca a scacchi contro se stesso, e tutti sappiamo che Hal 9000 era imbattibile a scacchi, anche contro gli umani. Inoltre, sul finale, Elizabeth Show si aggira nel modulo di salvataggio brandendo un'ascia, e spia l'interno di una stanza adiacente riproducendo piuttosto fedelmente l'iconografia mitica di Nicholson che appoggia la sua faccia sulla porta in cerca della testolina dell'adorata mogliettina Wendy.

Scott è stato piuttosto paranoico nel far osservare il totale segreto sulla trama; gli attori non potevano leggere la sceneggiatura in privato, men che mai diffonderne dettagli. Questo ha giovato al film, che in effetti ha un plot interessante e ben costruito, molto stimolante da scoprire passo dopo passo. Non ci si salva da qualche stereotipo nella caratterizzazione dei personaggi, ma da accanito fan di Aliens di Cameron (dove i personaggi sono al limite della macchietta), devo dire che si tratta di un difetto tranquillamente sorpassabile. Con l'epica della sua rappresentazione Scott sfida ed osa in direzione di una certa dimensione mitica, addirittura trascendente; in questi casi, se non si affronta l'argomento con una certa profondità, si rischia il disastro ed il ridicolo. Non è il caso di Prometheus, che sfrutta molto più i silenzi e l'azione anziché i lunghi dialoghi esplicativi; come spettatore sei più portato a compartecipare provando sensazioni, piuttosto che elucubrare derimendo questioni filosofiche. Tuttavia Prometheus rimane un film che mira ugualmente alto, pervaso dal misticismo, siamo insomma su ben altri lidi rispetto ad esempio agli Alien Vs Predator; Scott torna da padrone e sovrano indiscusso della saga, riconducendola sotto la sua personale visione e "maniera" cinematografica.

La prima astronave di Ellen Ripley era la Nostromo, una spedizione spaziale esplorativa; coerentemente qui siamo al cospetto della Prometheus, una spedizione scientifica istituita col preciso compito di risalire alle radici della vita, svelarne i segreti e spingersi fino all'eternità e all'infinito. Prometeo voleva il fuoco degli Dei, questi astronauti vogliono il segreto della vita. Ed è inevitabile dunque l'incontro con i Titani; trattasi di umani evoluti e giganteschi, ribattezzati anche "Ingegneri", creatori (pentiti?) della vita e della razza umana. Implicazioni religiose affiorano e ritornano in background; Scott ha dichiarato (fuori dal film) che lo stesso Gesù sarebbe potuto essere un "Ingegnere" inviato sulla Terra per porre freno alla dilagante violenza distruttiva degli uomini. E tra umani e androidi si replica lo stesso schema che esiste tra Ingegneri ed umani, creatori e creati. Per altro la creazione non sarebbe da intendere necessariamente come un atto di amore e generosità, ma anche semplicemente come un esperimento, il dispiegamento di un potenziale, possibile, e quindi da attuare empiricamente. Si potrebbe ritenere che Scott abbia maneggiato tematiche troppo ambiziose con Prometheus, non limitandosi alla mera fantascienza di intrattenimento, ma andando a scomodare questioni più esacatologiche e intellettuali, alla maniera dei vari 2001 e Solaris; e Scott, per quanto geniale, non ha la profondità filosofica e spirituale di Kubrick. D'altra parte non mi associo affatto alle critiche, perché penso che Scott abbia trovato la giusta misura tra cielo e terra, non sovrastimando le sue capacità, ma anzi plasmando il film alla sua portata, senza strafare, semmai facendo e bene.

Basta dare un'occhiata a Wikipedia per cogliere quanti rimandi, anche molto concreti, vi siano ad Alien, seppure si tratta solo di citazioni e non di lunghe pagine di sceneggiatura che avrebbero impedito a Prometheus di vivere di vita propria. Una tra le analogia possibili è sicuramente quella tra la Shaw e Sigourney Weaver, eroine e protagoniste dei rispettivi film, pur con delle differenze. E' evidente che la Shaw sia chiamata a raccogliere il testimone di Ellen Ripley (al cinema, perché cronologicamente invece è vero semmai il contrario, essendo i fatti di Prometheus antecedenti a quelli del primo Alien). Il confronto può apparire imrpobo, la Weaver è una specie di totem intoccabile, ma spezzo volentieri una lancia a favore della Shaw che sa il fatto suo e si difende con le unghie e coi denti (quasi letteralmente....). Assai sprecata invece Charlize Theron, in un ruolo monoespressivo (è sempre e solo incazzata, punto e basta) ma, come detto, il "problema" c'è per la maggior parte dei ruoli, non troppo sfaccettati ed approfonditi, ad eccezione forse del Capitano Janek (ed ovviamente di Fassbender e della Shaw). Visione assolutamente consigliata in bluray, dopo la sala cinematografica mi pare il minimo

Trailer ufficiale

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