Preuve D’Amour

Preuve D’Amour
Preuve D’Amour

Thriller francese di fine anni '80 inizialmente un po' ingarbugliato ma che poi strada facendo si dipana in tutte le sue intenzioni. Gli anni '80 si sentono e si vedono soprattutto nella messa in scena e nella fotografia, ma anche in certe dinamiche relazionali mi spingo a dire, visto che il rapporto che si instaura tra i due protagonisti, Gerard Darmon e Anaïs Jeanneret (all'epoca compagni anche nella vita), è assai peculiare, fatto di sguardi e silenzi che contano più dei dialoghi, di precisi ruoli funzionali all'interno della coppia (seducente e misteriosa lei, deciso e razionale lui), persino con quella accentuata differenza di età che rimanda tanto alle caverne. Non siamo lontanissimi dai film di Nuti, dove lo stropicciato attore toscano si invaghiva di figure enigmatiche e bellissime, come l'Ornella Muti di turno, innescando approcci ed atteggiamenti sempre all'insegna della passione e dell'istinto e quasi nient'altro. Darmon è un giornalista amico di un fotografo che viene assassinato. Pare stesse lavorando ad un rullino che gli avrebbe garantito molto denaro e quel rullino finisce nelle tasche di Darmon. Ora è lui ad essere braccato e per di più incolpato suo malgrado dell'omicidio del fotografo. In questo schema si inserisce la Jeanneret, una bionda dal magnetismo animale coniugato però ad un inquietante candore (una specie di Antonella Elia assai meno evanescente), che si materializza nella vita di Darmon senza una causa apparente. Il fatto che la donna confessi di essere una squillo certo non fa diminuire l'interesse del giornalista, anzi. Il prosieguo della vicenda chiarirà perché la Jeanneret è comparsa - SPOILER: ed anche perché poi scomparirà lasciando Darmon incollato al vetro di un aeroporto che osserva disperatamente un volo Air France che porta altrove la sua bella fiamma birichina.

Preuve D'Amour è una pellicola molto estetizzante che all'intreccio thriller (il contenuto) ama sovrapporre le immagini (la forma). Spesso e volentieri c'è una accesa dominante blu, degna di Bava o Argento, solo che qui incornicia l'erotismo tra Darmon e Anaïs Jeanneret, sorta di tormentati fidanzatini di Peynet. La scena d'amore tra i due ha qualcosa di comico e grottesco. Darmon torna a casa, scopre che è stato tutto devastato dai ladri (quelli che in realtà cercano il rullino dell'amico fotografo morto ammazzato), in un tale soqquadro è per altro in ambasce per la sua amatissima iguana di nome Hypocrite, e nel casino generale al solo schioccare delle dita di Anaïs lui si precipita addosso alla donna sbatacchiandola e tirandole i capelli (tanto che più che desiderio pare una colluttazione) e deve assolutamente giacere con lei immediatamente, sul pavimento. Poi la furia si calma e li vediamo che amoreggiano a letto (con un nudo full frontal dell'attrice) in un clima assai più pacato e soprattutto sensato. Più in generale comunque ci sono diversi personaggi sopra le righe, un po' caricaturali, si veda il sornione commissario di Polizia (Jean Rougerie), il goffo amico di Darmon, Jacques Spiesser, l'agente di polizia brutto anatroccolo Sylvie Orcier, o il criminale brasiliano Teco Celio, una figura tarantiniana ante litteram. Iconica la scena in auto con Darmon novello Bogart che passa dal buio della notte alle sfumate luci guastate dalle gocce di pioggia sul vetro della vecchia auto d'epoca, che scivola tra le vie di Parigi ed il fumo della sigaretta dell'uomo affranto e pensieroso. La presenza dell'iguana (a cui poi si appassiona anche il commissario) parrebbe essere una citazione de La Notte Dell'Iguana di John Houston, mentre Scott Fitzgerald è continuamente citato (si veda Il Grande Gatsby e Gli Ultimi Fuochi) e ad un certo punto vediamo anche il poster di Delitto Nella Strada di Don Siegel e il faccione di Al Pacino, in un qualche gioco di omaggi, tributi e citazioni che forse intendevano esplicitare dei riferimenti cari al film di Courtois. Da notare che Darmon oltre ad essere stato il compagno della Jeanneret lo è poi stato anche di Mathilda May, dalla quale ha avuto due figli. Decisamente di buon gusto messier Darmon.

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