Poliziotto Senza Paura

Poliziotto Senza Paura
Poliziotto Senza Paura

La parola "poliziotto" ricorre continuamente nella filmografia di Stelvio Massi, ben 6 film ce l'hanno nel titolo (oltre a sbirri e commissari). Sei sono anche i film che Massi gira con Maurizio Merli, tra cui questo Poliziotto Senza Paura. Rispetto al classico poliziottesco crudo e violento, la coppia cerca stavolta di andare maggiormente incontro ad alcune critiche mosse dai detrattori del genere, dunque Poliziotto Senza Paura nonostante venga ascritto al filone poliziottesco pur essendo più un poliziesco (e nonostante un titolo fuorviante, Merli è senza paura ma non è un poliziotto, tecnicamente è un detective, ex poliziotto) smorza un po' i toni più truci, inserendo maggiore investigazione e pure un po' di comicità. Il personaggio della volpe (Walter Spada), interpretato da Merli (che si contrappone al lupo, ovvero la Polizia) ha sfumature meno dure ed intransigenti, è un detective sornione, povero in canna, che si arrangia alla giornata, non casca sempre in piedi, quando fa a botte le prende più spesso di quanto le dia e con le donne è mediamente fortunato, non un tombeur de femmes senza se e senza ma. Meno eroico insomma ma forse un pelino più simpatico e "alla mano" come personaggio. Perlomeno in sceneggiatura. Il punto è che Merli però la vena comica non c'è la proprio nel sangue, si sforza e questa impostazione un po' artefatta si avverte nel film. Che poi è molto più accentuata nella prima metà della storia, perché poi quando la trama poliziesca ingrana bene questo aspetto si eclissa un po' e torna in auge una chiave interpretativa più ortodossa. A Merli vengono affiancati Massimo Vanni (altro habitué del filone), quasi tutto vocato al battutismo, e Gastone Moschin, la cui verve comica è assai più spontanea ed efficace, ma purtroppo azzoppata ugualmente da una sceneggiatura che non risulta brillantissima, anche (e soprattutto) nei momenti di alleggerimento.

Merli indaga sul rapimento della figlia di un banchiere e passo dopo passo scopre un giro di prostituzione minorile gestito da una sciantosa viennese (Brigitte/Joan Collins) che si esibisce come spogliarellista in un club di lusso a Vienna  Per buona parte il film è ambientato a Vienna (del resto trattasi di coproduzione con l'Austria), il che dona una certo dinamismo alla storia rispetto alle "solite" città del malaffare italiano. La caratterizzazione iniziale di Merli è ai limiti del parodistico, salopette di jeans, citoren decapottabile di improbabile colore verde, siamo da qualche parte tra il Monnezza e Alan Ford. per altro qui merli si doppia da solo ed avendo una voce meno stentorea rispetto a quella di Pino Locchi (il suo doppiatore abituale), anche questo contribuisce a rendere il suo Walter Spada meno marmoreo e assai più uomo medio. Fascinosissima la Collins, in un ruolo a lei congeniale (lo stesso anno girerà Lo Stallone) che prevede pure del nudo abbastanza sfrontato, che la Collins affronta con la sua consueta spavalderia, incurante dell'età (45 all'epoca). Merli spara pochissimo (nonostante l'inizio che precede i titoli di testa sembra invece promettere molta più brutalità e testosterone), come detto, ne tocca abbastanza quando si tratta di fare a cazzotti, ma ha fiuto e si trova sempre nel posto giusto al momento giusto (pure troppo, basta che esca di casa e si imbatte sistematicamente in chi sta cercando). Massi tocca una tematica alquanto scomoda, come quello della pedofilia, anche se lo fa senza scendere troppo nel dettaglio, tuttavia la scena di Jasmine Maimone che cerca di adescare Merli mette a disagio. Il film si chiude sull'ennesima battuta di Merli con annessa faccia comica di Moschin, ma sottolinea una volta di più quanto il film funzioni poco sotto il profilo della risata ed al contempo nell'ottica poliziesca, pur rimanendo dignitoso, venga comunque edulcorato dal tentativo di ibridare il genere con elementi più "simpatici" ed a favore di critica. Al botteghino non andò male.

Trailer ufficiale

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