
Uno stile contraddistinto da "un forte anticonformismo ed un umorismo nero", così Wikipedia scrive di Bertrand Blier, definizione estremamente calzante (e mi perdonerete se la fonte non è chissà quale cima della intellighenzia critica cinefila) anche per il penultimo film di Blier (al quale farà seguito nel 2010 il solo Le Bruit Des Glaçons). In Italia la pellicola arriva con il (solito) ammiccante titolo Per Sesso O Per Amore?, con Monica Bellucci in sottoveste in locandina e, se uno più uno fa due, lo spettatore italiano è bello che conquistato. Il titolo originale è Combien Tu M'Aimes? (Quanto Mi Ami?), molto più adeguato e poetico rispetto all'opera di Blier. Tutt'al più si sarebbe potuto riformularlo con un Per Soldi O Per Amore?, ma evidentemente in una ideale classifica di biglietti strappati al botteghino, il sesso conquista il primo posto sul podio rispetto al denaro. La vicenda vede un uomo qualunque, François (Bernard Campan), invaghirsi di una prostituta da bar. Le tariffe di Daniela (Monica Bellucci) sono esose per un impiegato d'ufficio come François, ma egli riesce ad incuriosire la donna facendo riferimento ad una multimilionaria vincita al lotto. Per 100 mila euro mensili Daniela vivrà con François e lo accudirà come una moglie premurosa. - SPOILER: strada facendo si porranno alcuni ostacoli, ovvero la naturale idiosincrasia di Daniela per una vita monotona, banale e routinaria, le pretese del suo uomo (Gerard Depardieu), un bizzarro criminale, e la curiosità morbosa di colleghi e conoscenti di François, comprensibilmente invidiosi della sua conquista.
Per Sesso O Per Amore? è una commedia surreale e farsesca, che usa consapevolmente l'erotismo per tratteggiare un affresco delicato e soave di una donna. Daniela è la vera protagonista di tutto ciò che accade, il motore e la scaturigine di azioni, passioni e pensieri di ogni personaggio presente in scena (non solo quelli maschili, si pensi alla vicina di casa di François, Farida Rahouadj). Blier tesse un inno all'amore e alla femminilità, ingraziandosi parecchio il pubblico italiano. L'Italia è presente nel corpo della Bellucci, nella sua cucina, nella musica di Vincenzo Bellini, Verdi e Puccini, e naturalmente nel sentimento amoroso che pervade ogni fotogramma, che non è appannaggio italiano ma per il quale certamente siamo rinomati e celebrati nel mondo. C'è tanto romanticismo quanta sensualità nella pellicola, costruita espressamente su Monica. Il suo fisico (spogliato continuamente) era anche particolarmente burroso al momento della lavorazione poiché l'attrice stava allattando sua figlia. Daniela è una specie di fata dall'emotività molto accentuata, una prostituta dei sogni che svolge il proprio lavoro con senso del dovere (e piacere) e non come qualcosa di sporco, una figura materna e seduttiva al contempo, una donna emancipata e indipendente che decide per sé, scegliendo gli uomini anziché farsi scegliere e dominare. Una bambina ed una personalità matura allo stesso tempo, capace di piegare qualsiasi resistenza con una lacrima come con la scollatura. L'aria incantata e fiabesca della Bellucci incarna alla perfezione questo archetipo, peccato per il doppiaggio (nella versione italiana).
Divertentissimo il Charly di Depardieu, un uomo da cartone animato, un malvagio incapace di far male ad una mosca. Ogni sua scena si rivela irresistibile. Blier gioca con le luci (che improvvisamente irradiano il fotogramma), i colori (vivacissimi) e gli angoli di ripresa che esplorano il corpo della Bellucci in ogni modo creativo e voyeuristico, senza tuttavia mai scadere nel volgare o nel pruriginoso. La sua fisicità è traslata al pari di quella di un'opera d'arte, un canone amoroso che modella e definisce i rapporti interpersonali. Forse solo il finale - molto consolatorio - rovina un po' quanto di buono altrimenti costruito nei 95 minuti di sceneggiatura. E' tutto estremamente delizioso ed all'insegna del buon gusto. Blier inoltre ha cura di inserire variabili all'interno della storia, per evitare che ci si adagi su binari prevedibili; è il caso di di André (Jean-Pierre Darroussin), l'amico medico di François, un personaggio che ha tutta una sua dimensione particolare, rappresenta una parentesi dapprima buffa, poi molto drammatica nella cornice del film e in parte spiazza rispetto al tono brillante della narrazione. Per Sesso O Per Amore? merita un paio di visioni almeno, poiché solo dopo una prima si può assaporare a pieno tutte le sfumature di forma e contenuto che la pellicola offre e che inizialmente sono obnubilate dalla magnificenza della Bellucci e dalla comicità di superficie. Entrambe sono riassunte nel pianto disperato del collega di lavoro di François, che non riesce a farsi una ragione dell'esistenza di una creatura come Daniela e del fatto che lui non potrà mai averla, fino a chiedersi amleticamente se non sia meglio il non essere anziché l'essere (soffrendo a vita di una tale privazione).