
Film sugli squali ne abbiamo? Beh parecchi da che Spielberg si inventò praticamente il genere. E di ogni risma, persino la serie demenziale della Asylum (Sharknado) o la declinazione in altre specie marine, tutte rigorosamente killer (barracuda, piranha, orche assassine, eccetera). Il genere attraversa carsicamente la storia del cinema da quel fatidico 1975 e ciclicamente torna a riproporsi con qualche nuovo titolo partorito da nuovi cineasti che intendono mettersi alla prova, spesso in condizioni di lavoro affatto semplici. Questo se chi lavora al film vuole davvero ripercorrere le gesta di Spielberg (notoriamente la lavorazione de Lo Squalo è diventata un racconto ancora più epico e sfidante del film stesso) e non piazzarsi davanti ad un green screen e costruire così 90 minuti di pellicola (di cui comunque anche The Shallows fa abbondantissimo uso, seppur abile ed "intelligente").
Nel 2016 è il turno di Jaume Collet-Serra e Blake Lively, rispettivamente regista e praticamente unica attrice di The Shallows (che in italiano, per non sapere né leggere né scrivere e neppure lasciare i titoli così come sono, è diventato tronfiamente Paradise Beach - Dentro L'Incubo). 87 minuti semplici semplici... si fa per dire; una spiaggia, una tavola da surf, un'attrice, l'oceano, un gabbiano, uno squalo bianco. Sostanzialmente The Shallows è tutto qui. Ed in questa mise en scene estremamente parca e disciplinata si avvicina più a cose come Open Water che a Lo Squalo. Tuttavia punti di contatto con Spielberg ci sono. In primis l'intelligenza di mostrare la creatura il meno possibile. In secundis il senso di sfida che pervade il film, tanto a livello attoriale quanto autorale. Come Lo Squalo, anche The Shallows è in fondo un film di serie B, tuttavia realizzato in modo pirotecnico a livello di qualità delle immagini e di effetti speciali (non più meccanici ma digitali).
Nancy Adams, studentessa di medicina surfista, bionda e con il corpo di una modella (infatti, quello di Blake Lively, consorte di Ryan Reynolds), trova finalmente la spiaggia "segreta" che le aveva fatto conoscere sua madre da bambina. Oggi la genitrice è morta di cancro e, un po' come una sfida, Nancy vuole rimettere il piede in quelle acque e poter surfare in onore della madre e del senso di avventura. Lo fa, ma purtroppo la zona è territorio di caccia di uno squalo bianco. Per due giorni e due notti i due antagonisti si fronteggeranno senza esclusione di colpi, tra acqua, meduse, coralli urticanti, una boa di metallo e scogli che periodicamente vedono salire e scendere la marea. Chi l'avrà vinta? - SPOILER: Il finale ce lo rivela ed è la parte più sforzata e tirata del film; poiché se fin lì tutto sommato, pur con delle fisiologiche esagerazioni narrative (la super donna Nancy sembra accusare relativamente le ferite, la mancanza di acqua, cibo e le temperature notturne) quanto visto reggeva, lo stratagemma col quale uno sfidante prevale sull'altro è davvero ai limiti del credibile e del possibile, con lo 0,0001% di probabilità di successo. Ma tant'è, il divertimento è anche quello.
Un plauso alla Lively che, sebbene venga percorsa morbosamente in lungo ed in largo dalla MdP senza che nemmeno un centimetro di epidermide ci venga abbuonato, dà una prova da vera attrice, non è insomma solo la bellona messa lì a far figura. Intelligentemente Collet-Serra riduce il minutaggio al minimo, conscio che non può tirarla lunga a tempo indeterminato. In tal modo il film si fa compatto, solido, muscolare, essenziale e il ritmo si sente. Un po' Point Break la parte iniziale in cui si surfa, con una ricostruzione un po' posticcia della fisionomia della Lively in CG (si vede parecchio che sul surf è una lei digitalizzata), però i colori dell'acqua sono mozzafiato e le riprese belle. Rispetto a Lo Squalo, The Shallows pigia un po' di più sul pedale degli effettacci gore; non che si trasformi in un horror (anche se la situazione è horror di per sé), tuttavia quei due o tre momenti sanguinolenti li ha, indice del volgere inevitabile dei tempi. Curiosa la somiglianza "ideale" tra le ristrettezze di Buried in cui recita il marito Reynolds e questo The Shallows. Stessa povertà di elementi, stessa sfida di un solo personaggio contro il contesto ostile, stessa sfida di tenere lo spettatore incollato alla sedia nonostante tutto.