Pacific Rim

Pacific Rim
Pacific Rim

Molte delle persone che conosco, alla domanda: "il film del 2013" risponderebbero senza esitazione "Pacific Rim", ed è indubbio che sia stato il film evento dell'anno, bello o brutto che lo si giudichi. Il coro di apprezzamento è stato pressoché unanime e da più parti si invocano già 12 sequel (perché oramai si ragiona sempre e comunque in termini di sequel, finiti i quali arrivano i prequel, e poi i remake, e poi i reboot e poi ricominciano i sequel...). Guillermo Del Toro ha fatto il film che tutti i ragazzetti degli anni '80 avrebbero voluto vedere (negli anni '80), ed anche se oggi sono un po' cresciuti non riescono a resistere davanti all'estetica del mobile suit gundammoso che sbaraglia i cattivi. Qui i cattivi sono dei godzilloni, quindi cosa potrebbe esistere di più gratificante dei mecha-robottoni contro i godzilloni? La gnagna, è qui Del Toro si è un po' perso, non ce l'ha voluta mettere (altrimenti avrebbe fatto il Fast And Furious di turno), perché siamo seri, non mi vorrete chiamare gnagna la giapponesina Rinko Kikuchi (cioè, si chiama veramente Rinko.....) ?

Avendolo visto dopo che tutto il mondo lo ha visto, sono arrivato davanti allo schermo con delle aspettative megagalattiche, mi avevano inculcato nel cervello che avrei visto il film definitivo. E non l'ho visto, il film definitivo. Ho visto un film abbastanza divertente, visivamente spettacolare, nostalgicamente evocativo per quanto riguarda la mia adolescenza a base di Trider G7, Getter Robot, Godsigma e compagnia positronica. Ho anche visto un film però estremamente misero nel delineare i suoi personaggi, figurine stereotipatissime e insulse, una trama di due paginette di sceneggiatura, ed una certa ipertrofia che dopo una novantina di minuti poteva darsi un limite, ed invece porta avanti la baracca fino al 131esimo minuto (perché oramai, anche qui, se fai un film che sta sotto i 90 sei un povero parvenu senza arte né parte).

La giapponese con le ciocche di capelli turchese, i russi ti spiezzo in due, i cinesi cestisti, il comandante nero (pardon, marshall), gli americani atletici, gli scienziati ironici e svalvolati, Pacific Rim è la fiera dei tipi da videogame; al confronto Ken, Ryu, Zangief e Chun-Li erano personaggi della letteratura russa. Sotto questo aspetto, per quanto sia comprensibile la necessaria "leggerezza" di una pellicola del genere, Del Toro non ha veramente perso troppo tempo nell'approfondire i suoi personaggi; c'è una cura infinita nei robottoni, inversamente proporzionale a quella infusa nel rendere minimamente dignitose e credibili quelle sagome bidimensionali che scorrono sullo schermo e che sarebbero addirittura "attori". I dialoghi a tratti sono raggelanti; tipo il discorso gasa e spacca del Marshall che deve guidare i suoi soldati al macello finale, dura due secondi ed è quanto di più trito e vuoto si sia mai registrato in tanti anni di onorato militarismo su celluloide. Ed il bello è che dopo qualcuno accorre anche a complimentarsi per il bel discorso. E il pilota spacconissimo che porta il cane al guinzaglio nella base? Pare una campagna pubblicitaria di qualche brand di abbigliamento fashion chic per maschi testosteronici che non devono chiedere mai.

Le immagini sono di una spettacolarità assoluta, niente da dire, il lavoro estetico è superlativo, e da questo punto di vista Pacific Rim ha sicuramente istituito un nuovo canone, come a suo tempo hanno fatto Il Signore degli Anelli per il fantasy o Matrix per la fantascienza new age complottara; tuttavia, come già scrivevo prima, nonostante ci si perda nella meravigliosa accuratezza dei dettagli tecnologico-ingegneristici, Pacifc Rim ha poi delle ingenuità banali. Ad esempio quando nelle profondità oceaniche, al cospetto della terribile faglia che collega i due universi in lotta, uno dei robottoni jaeger lascia detonare una bomba nucleare di millemila miliardi di cazzigliardi di megatoni (tant'è che quella bomba avrebbe dovuto addirittura sigillare per sempre la faglia) e, a fronte dell'esplosione e della immensa onda d'urto che provoca, un altro robottone nelle immediate vicinanze resiste a tutto semplicemente ancorandosi con la spada sul fondale. Oppure quando Rinko, tutta bardata con la pesantissima armatura da pilota di jaeger, si butta con nonchalance in acqua per raggiungere la capsula del compagno appena riemerso, e nuota come se avesse indosso giusto un costumino Billabong, senza andare a fondo (come era ovvio). Soprassiedo su tutta la fuffa neuronal-bio-figherrima, sta poco in piedi ma è proprio voler spaccare il capello in quattro; in un contesto del genere non stai col manuale di scienze applicate sempre sotto gli occhi, per cui ok, a posto così, me la sono bevuta. Una cosa - a mio parere - è certa, se questo film lo avessero fatto un Michael Bay o un Roland Emmerich sarebbe venuto mille volte peggio, ancora più banale e plasticoso, se invece lo avesse fatto un J.J. Abrams (o addirittura uno Spielberg) si sarebbe potuto forse vedere qualcosa di più corposo, oltre alla spettacolarità.

Trailer ufficiale

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