Number 23

Number 23
Number 23

Joel Schumacher è un regista verso il quale ho molta simpatia, magari non ha mai centrato il capolavoro definitivo, ma ha diretto tanti buoni ed ottimi film, e qualche titolo più modesto, in una carriera trentennale che purtroppo si è chiusa con la sua scomparsa nel 2020. Nel 2007 il suo quart'ultimo film è il qui presente Number 23, un thriller dalle forti tinte drammatiche e noir che ha sorprendentemente come protagonista Jim Carrey, una faccia comica e cartoonesca (ma non è l'unico suo ruolo "serio"). Number 23 in fondo in fondo è una bubbola un po' fanfaronesca ma tutto sommato a me ha divertito, intrigato e intrattenuto per i suoi 95 minuti di durata. L'idea è molto buona, è proprio la miglior cosa del film, l'assillo di un numero che dà la caccia alle persone, le possiede, le riduce in schiavitù e ne orienta i destini. Tutta la parte di tessitura di questo assioma (a proposito, sapete quanti sono gli assiomi della geometria euclidea? 23) è molto ben fatta, una costruzione che lievita minuto dopo minuto, assommando tutte le coincidenze possibili che il protagonista Walter Sparrow (Jim Carrey) riesce a racimolare riguardanti il numero 23. Tutta la sua vita ruota attorno a quelle due cifre, le lettere del suo nome, la somma dei numeri della sua tessera sanitaria, il suo indirizzo di casa, la data in cui ha conosciuto (e poi sposato) sua moglie, eccetera eccetera. Persino le lettere dei nomi di Jim Carrey e di Virginia Madsen (sua moglie nel film) fa 23, idem sommando i nomi di Carrey e Schumacher. Dal piano razionale ed investigativo si slitta rapidamente verso quello paranoide e quasi sovrannaturale. 2 diviso 3 dà 0,666 ovvero il numero della bestia. E infatti la scia che lascia quel numero e di sangue vivo, attraverso omicidi, suicidi e visioni di morte e violenza. La vita di Sparrow entra in confusione, tutti i suoi affetti si ritrovano in pericolo e lui stesso pare essere la minaccia. Fino alla risoluzione finale che dovrete scoprire da voi, come del resto accade allo stesso protagonista visto che il libro che sta leggendo e che lo guida nelle sue scoperte, ha solo 22 capitoli, il 23esimo pare debba essere ancora scritto.... oppure no?

Schumacher usa diversi registri narrativi per differenziare passato e presente che si sovrappongono. Ciò che è accaduto viene bagnato di luci fortissime, pallori accecanti, assumendo una dimensione chiaramente onirica e fantastica anche se sempre piuttosto inquietante. Ed è qui che si avvertono più forti le atmosfere noir, persino nell'uso delle musiche. Il presente invece è freddo, diretto e schiacciante, tutto va veloce, si aggroviglia e anziché sciogliere i nodi li attorciglia nella mente di Sparrow. L'atmosfera è tutto in questo film e finché Schumacher ci conduce per mano nella fabbricazione della tensione tutto fila discretamente (sempre a patto di accettare di sospendere l'incredulità verso fatti e coincidenze che obbiettivamente stanno assieme con lo sputo); piuttosto è quando capiamo come stanno veramente le cose che la sceneggiatura si sgonfia un po', o meglio, da un verso si complica tremendamente rendendo ostico lo scorrimento lineare della storia, dall'altro tolto tutto il fumo, l'arrosto si rivela poca cosa, financo un po' deludente. Però Schumacher ha il guizzo finale. La decisione ultima del protagonista pulsa vita e verità, va per sottrazione, anziché spettacolarizzare sceglie la concretezza ed il minimalismo e questo per me è stato un bel colpo di coda.

Jim Carrey ha ricevuto una nomination ai Razzie Award del 2007 per questo film (esagerati!); ribadito che il film ha le sue discontinuità, le sue fragilità e che non lo definirei del tutto riuscito, nelle intenzioni rimane molto forte, e per buona parte sa inchiodare lo spettatore alla sedia. Carrey è il solito buon attore, Virgina Madsen è bellissima (soprattutto quando veste i panni dell'alter ego corvina nel mondo dei sogni di Sparrow), regia e fotografia sono ai massimi livelli. Poi la pellicola è strapiena di giochini citazionistici, visto che sin dai titoli di testa il puzzle del numero 23 comincia a prendere corpo con tutto ciò che quel numero può intestarsi (le lettere dell'alfabeto latino, le pugnalate a Giulio Cesare, i Gran Maestri dei cavalieri Templari, le date di vita, di morte e di prima pubblicazione di William Shakespeare, il Titanic, lo sgancio della bomba di Hiroshima, la morte di Hitler, le profezie Maya sulla fine del mondo, i sabba delle streghe, eccetera). Ogni numero che vedrete nel film, sommato, sottratto, diviso, squadernato, riassemblato in qualche maniera vi porterà a 23, così come le riprese sono iniziate il 23 gennaio del 2006, l'uscita nelle sale americane e britanniche è avvenuta il 23 febbraio 2007, in Italia è stato distribuito il 23 aprile 2007. Diventa oggettivamente divertente, c'è poco da fare e si perdona volentieri a Schumacher di non aver trovato il miglior finale per queste montagne russe. Che ci crediate o no, durante la visione ho guardato una sola volta l'orologio ed erano le 17:33, ora 17+33 fa 50 e il 5 altro non è che 2+3. Maledetto, il numero mi ha trovato!

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