
Non Si Sevizia Un Paperino è un film che rapportato all'anno di uscita è davvero destabilizzante. Non a caso ebbe problemi sin da prima che arrivasse in sala, e per guai con la censura (numerosi i punti "critici"), e per il riferimento a Paperino, proprio quello di Walt Disney. Nel film il paperino è in realtà totalmente slegato dal mondo dei cartoons, ma sostanzialmente si intende come una sorta di surrogato dei bambini, dei cuccioli; naturalmente l'accostamento non fu gradito e ci furono problemi legali. Fulci ritrae un'Italia meridionale (siamo in Basilicata) ancora estremamente retriva, ignorante, superstiziosa, zotica e a suo modo crudele, vittima di superstizioni, credenze e malelingue, una roba da neorealismo misto al cinema di denuncia socio-politica di Francesco Rosi. In un simile contesto ci inserisce riferimenti esoterici, occulti, di magia nera e satanismo, sempre alla contadina però, nulla di sottile o raffinato, e quindi anche per questo più morbosi e inquietanti. Ci sono punte di commedia all'italiana, date perlopiù dal ricorso al dialetto e anche ad attori che alla commedia all'italiana appartengono (ad esempio Gianfranco Barra); c'è un filo di sexy, con Barbara Bouchet, provocatrice, ammiccante e bellissima; c'è il giallo, naturalmente, che poi è il piatto forte della storia; e c'è persino un filo di western, con quei paesaggi lucani agresti tutti sassi e sterpaglie. Infine c'è l'horror, perché in poche, precise e ben determinate scene Fulci si lascia andare, mostrando dettagli sanguinolenti, espliciti, splatter. Molto drammatica in tal senso la punizione della maciara Florinda Bolkan, un felicissimo sprazzo di genio cinematografico, condito da molteplici elementi visivi e sonori, non ultima la trovata di affidare ad una trasmissione radiofonica (che poi culminerà in un pezzo della Vanoni) la veste di colonna sonora del massacro.
Ci sono momenti di estrema delicatezza e poesia (ad esempio quelli che riguardano la bimba sordomuta), e per opposto, flash di estrema ferocia disturbanti. Non riuscitissima magari la mimetizzazione dell'assassino, almeno io l'ho annusato parecchio prima della fine, ma nonostante questo il film si vede volentieri. Più che i delitti e le atrocità (ancora più rivoltanti perché commesse su dei bambini) ciò che mette realmente in subbuglio lo stomaco è l'ambientazione contadina del meridione, un luogo (ed un momento storico) nel quale sembra possa accadere di tutto, e nemmeno i Carabinieri, unica presenza d'autorità, riescono ad impedire che il male si propaghi, spesso a braccetto con l'ignoranza. Molto intenso anche il Tomas Milian giornalista, così come encomiabile è l'interpretazione "selvaggia" della Bolkan nei panni della maciara. Avvilente l'ottusità del magistrato inquirente, di contro alla saggezza popolana del carabiniere più anziano del posto; mentre il primo agisce in astratto, il secondo si preoccupa delle conseguenze concrete delle indagini, e le sue paure troveranno purtroppo riscontro. Scene come quella della seduzione della Bouchet nuda su di un bambino di una decina d'anni, oggi non le potremmo di certo vedere sul grande schermo; come mi è già capitato di dire in altre occasioni, gli anni '70 ed il cinema di genere italiano sembrano un mondo a parte se si pensa al perbenismo e al moralismo odierno. Caserecci ed artigianali gli "effetti speciali", tutto sommato convincenti per l'intero film, ad eccezione della scena dell'uccisione dell'assassino, una roba veramente inguardabile oggi.
Davvero tanti i particolari salienti e le piccole perle del film, per citarne qualcuno: mi ha molto colpito la morte della maciara, quando, devastata dalle percosse subite, raggiunge l'autostrada, forse nella speranza di essere raccolta da qualche passante; le auto le sfrecciano davanti, dentro ci sono famiglie allegre e contente che vanno al mare, ma mentre la maciara osserva i bambini e forse ripensa al suo piccolo, morto e seppellito sottoterra, gli adulti alla guida delle macchine non osano fermarsi dopo aver visto un semi cadavere, lordo di sangue, adagiato sul ciglio della strada evidentemente bisognoso di aiuto. E anche il pistolotto finale del prete di campagna (intendo proprio gli ultimi 5 minuti del film...e non dico altro altrimenti spoilero) con i bimbi angioletti vestiti di bianco, mondati dai peccati, che lo abbracciano e lo riempiono di affetto come si fa con un padre o un fratello maggiore.....terribile! Pessima idea osservare accuratamente la copertina del dvd Medusa (motivo per il quale non la posto), o leggersi i titoli della tracce della colonna sonora di Riz Ortolani, in entrambi i casi appare cristallino chi sia l'omicida. Riporto per dovere di cronaca (quanto sono deficienti i critici italiani) il parere del Morandini sul film: "disonesto nell'impiego della suspense, abuso dei particolari orripilanti, sadomasochismo a piene mani, recitazione a ruota libera, disprezzo della logica".