Non Si Ruba A Casa Dei Ladri

Non Si Ruba A Casa Dei Ladri
Non Si Ruba A Casa Dei Ladri

Cinquantanovesimo titolo in casa Vanzina. Non accenna ad essere meno prolifico il magico duo del cinema popolare italiano, attivo ininterrottamente per 4 decenni, senza considerare anche i prodromi negli anni '70 con un paio di titoli scalda gomme ai box (Luna Di Miele In Tre - 1976, Figlio Delle Stelle - 1978). Alla filmografia complessiva dei Vanzina's assegno un pollice alto, sono tanti i loro titoli che mi hanno divertito e/o appassionato, pur riconoscendo che ve ne sono quasi altrettanti che non mi pare lasceranno una traccia indelebile nel cinema italiano. Va riconosciuto ai cineasti capitolini un mestiere incredibile, una passione operaia inesauribile nel dedicarsi alla settima arte; tanti dei loro incassi, degli attori da loro battezzati (persino delle musiche da loro inserite nei film) hanno contribuito alla causa generale dell'industria cinema nel nostro Paese.

Tutto questo pistolotto per introdurre la seconda pellicola con la parola "ladri" nel titolo (nel 2004 c'era stata In Questo Mondo Di Ladri, come l'omonima canzone di Venditti, infatti presente nel film), ma queste non sono le uniche all'interno della filmografia vanziniana che vertono sull'argomento (basta ricordarsi I Mitici - Colpo Gobbo a Milano, 2004). Non Si Ruba A Casa Dei Ladri non rientra tra i lavori memorabili dei fratelli V, a parere del sottoscritto (pur estremamente benevolo nei loro confronti, come si è capito) si tratta di uno degli episodi più stanchi e sgonfi della loro carriera. Gli ultimi due o tre lustri non sono stati i migliori in casa Vanzina, rimangono il mestiere e l'esperienza, ma il resto sta andando un po' a farsi benedire. Attori spompati e (sin troppo) rodati, bellone messe a fare le figurine, sceneggiature stiracchiatissime e minimali, belle location (quelle si, sempre), musiche a cercare di riempire i vuoti, ma sopratutto battute e situazioni comiche che non fanno mai ridere e a stento fanno sorridere.

Non fa proprio eccezione questo Non Si Ruba A Casa Dei Ladri, nel quale il ricco imprenditore coatto Massimo Ghini, dedito alla corruzione sistematica ed accompagnato dalla bombastica Manuela Arcuri, viene truffato dalla coppia Vincenzo Salemme/Stefania Rocca, a loro volta defraudati ingiustamente di un appalto proprio dai sistemi di Ghini e dunque tenacemente intenzionati a riprendersi il maltolto e punire il loro aguzzino. Si cita American Hustle, intendendo alludere ad una possibile ispirazione derivante dal brillante film del 2013. In realtà, truffe a parte, non c'è granché in comune; qui siamo agli spaghetti e al mandolino, tutto all'italiana, anzi alla romana. In qualche misura i Vanzina omaggiano la romanità, naturalmente nella sua accezione più deteriore e pittoresca, senza mai abbandonare lo stereotipo neppure per un fotogramma. La coppia (terribile) Ghini/Arcuri pare la copia volgare di quella di Verdone con la Gerini in Grande, Grosso e... Verdone (che già non brillava per raffinatezza). Francamente non capisco perché ci si ostini a considerare Ghini una buona scelta, né la presenza della Arcuri sortisce alcun effetto positivo. Lei e  la pin-up Rita Antoniou hanno il solo scopo di esplodere dentro i propri succintissimi bikini, ma quando porgono la battuta allo sparring partner di turno è buio pesto. Intendiamoci, entrambe svolgono egregiamente il ruolo per il quale sono chiamate a presenziare, così come la Rocca dovrebbe essere invece "l'attrice" del film, e però pure lei, all'interno di una cornice così modesta, pare un pesce fuor d'acqua, per altro ulteriormente penalizzata da un fisico ossuto costantemente messo in parallelo con due le due matrone di cui sopra, tutte burro e margarina.

Salemme quando può un mezzo sorriso lo strappa ma siamo al minimo sindacale. L'eterno Mattioli è sotto tono, parodia di se stesso, poi c'è lo sfizzero che fosse stato tetesco sarebbe stata la stessa cosa, e tutto finisce lì, tra una imprecazione in napoletano e un li mortacci tua in romanesco. Poco più che una fiction televisiva, girata con qualche bello scorcio cinematografico (di Roma e Zurigo) ad impreziosire. Una prova svogliata, una trama banale, un cast povero, un film da serata casalinga feriale senza pretese, dimenticato un attimo dopo averlo visto (anche se certi balconi rimangono impressi appena qualche secondo in più). E rimani a chiederti perché non si ruba in casa di ladri visto che il senso del film è esattamente l'opposto, hanno rubato in casa dei ladri.

Trailer ufficiale

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