No Time To Die

No Time To Die
No Time To Die

E venne il giorno.... No Time To Die, capitolo numero 25 della saga di James Bond, personaggio di Ian Fleming, approda finalmente nei cinema, dopo un anno e mezzo di parcheggio nei cassetti della EON Productions causa pandemia. Per un po' si è temuto che persino la fatidica ennesima data del 30 settembre 2021 sarebbe dovuta slittare ma, dopo forse un interessamento della stessa Spectre, la pellicola è stata distribuita worldwide, incassando immediatamente uno sfracello di soldi (e andando - per ora - leggermente peggio solo negli States, mercato tradizionalmente difficile per James). Personalmente avevo letteralmente la scimmia addosso per No Time To Die, tanta attesa era riuscita a farmi trepidare per un film di Daniel Craig, davvero mai avrei creduto potesse accadere una cosa simile (meriti e demeriti del Covid). 163 minuti sono un'infinità e francamente una tale durata mi preoccupava un bel po', trattandosi per altro del film testamento di Craig, e prefigurando quindi una certa tronfia retorica pomposa ed autocelebrativa che puntualmente, ahimé, c'è stata. Le cose che non mi sono piaciute surclassano in numero quelle che ho apprezzato, e penso addirittura di poter dire che No Time To Die sia (per me, ovvio) il più brutto film dell'era Craig. Cominciamo dalla sceneggiatura; per molto meno i film con Pierce Brosnan vennero accusati di scollamento dalla realtà, di eccessiva infatuazione verso situazioni e personaggi ai limiti del fantasy. Il filone Craig si era voluto distinguere proprio per un ritorno crudo, pragmatico e spicciolo alla realtà, alla concretezza, alla contemporaneità; beh, dopo quattro titoli sempre più gargantueschi persino Craig è dovuto capitolare davanti ad uno script davvero improbabile, fumettistico e "incredibile"... ma, come è noto, a Craig viene abbonato tutto. Il cast: in larga parte ripete i personaggi cardine della serie - come è giusto che sia - introducendo qualche novità ovvero, come da tradizione, le nuove Bond girls ed il villain di turno. Per le ragazze il pollice è decisamente alto, apprezzabili entrambe, tosta e credibile la "nuova" 007 nera di Lashana Lynch (per altro con assai più senso dell'umorismo di Bond), smisuratamente sexy e simpatica la Paloma di Ana De Amas (che ha pochissimo tempo a disposizione per farsi apprezzare ma ci riesce al 2000%).

Decisamente modesto e deludente Rami Malek nei panni dell'antagonista supremo di 007 (il quale tuttavia riuscirà nell'impresa nella quale nessun altro prima di lui era riuscito). Quando a suo tempo venne ufficializzata la sua partecipazione al film come cattivo mi tremarono i polsi. Una scelta totalmente insensata, dovuta esclusivamente alla fama grottesca ottenuta da Malek per il film sui Queen, un'operazione di successo viziata dall'incontenibile amore dell'umanità per Freddie Mercury e la sua musica. Malek non ha il phisique du role (né l'età e l'esperienza) per il personaggio che è chiamato ad interpretare. Il suo Lyutsifer Safin - che nome demenziale! - è scialbo, grigio, di nessun magnetismo; tra i peggiori villain di tutta la saga. Un gran filosofeggiare vacuo che alla fine ottiene un esito completamente sovradimensionato, indirettamente proporzionale alla reale potenzialità del personaggio, fragile, scritto sbrigativamente e quasi senza passato (o perlomeno uno che giustifichi l'impero del male che erige in così poco tempo). Potere dello star system... e pensare che nel 2017 per un po' si valutò l'ipotesi di scritturare Kenneth Branagh per quel posto, cosa ci siamo persi! Dobbiamo poi considerare lo spinoso dossier Léa Seydoux, che ci ammorba da Spectre (fino a ieri quello che consideravo il film più brutto con Craig, ma mi sono dovuto ricredere). Almeno un terzo di film è occupato dalla love story tra James e la dr.ssa Swann, un sentimentalismo flautato, nauseante, appiccicoso, che trasforma la spy story d'azione in una specie di drammatica storia d'amore, cosa che so entusiasmare tantissimo Craig ed il suo team, da sempre convinto che questa svolta avrebbe donato spessore e profondità ad un personaggio "datato" e "bidimensionale" come James Bond; e però c'è un limite a tutto, se avessi voluto vedere Love Story avrei noleggiato il dvd con Ryan O'Neal e Ali MacGraw e me lo sarei riguardato con la copertina sul divano e una tisana fumante di mughetto e finocchio. Davvero insostenibili i siparietti spezzacuore tra i due, con la Seydoux che piagnucola sempre e Bond che si lancia in dichiarazioni amorose che neanche Cyrano de Bergerac. Orrenda pure la theme song di Billie Eilish.

E poi c'è il finale... una roba da apocalisse biblica, la morte di Gesù Cristo in persona. Prima di Craig si sono avvicendati 5 attori nel ruolo di James Bond e ad ogni cambio di guardia tutto è accaduto con un basso profilo, il nuovo impiegato in azienda prendeva il posto del vecchio dimissionario, senza tanti clamori o pacchianate, semplicemente con professionalità si proseguiva da dove ci si era interrotti. Naturalmente un tale approccio sarebbe risultato eccessivamente understatement per sua maestà Craig, dunque - SPOILER: il mondo finisce con James Bond aka Daniel Craig. Viene completamente estinta la Spectre, Bond se la porta nella tomba, col risultato che nel prossimo ventiseiesimo film avremo un nuovo Bond (si chiamerà ancora così?) ed una nuova organizzazione criminale. Era proprio necessario farlo morire? Era proprio necessario sconvolgere e deturpare un franchise che durava da oltre mezzo secolo? Personalmente ho trovato terribilmente irritante e megalomane questa scelta, votata al puro sensazionalismo ed al desiderio di volerla sparare sempre più grossa, creando non poche complicazioni per il prosieguo della saga. E quel che è peggio è che ancora dobbiamo scoprire chi raccoglierà il testimone di Craig (e conseguentemente quale sfumatura verrà data al nuovo corso di 007). Date le premesse non mi dispiacerebbe affatto venisse riconsiderata l'opzione Lashana Lynch, tutto sommato gradevole come vice Bond. Dunque cosa rimane di bello di questo estenuante e pretenzioso No Time To Die? Ana De Amas a parte, direi tutta la parte ambientata a Matera, davvero suggestiva, la caccia nei boschi norvegesi e - purtroppo - poco altro. Se penso a quanto ho aspettato questo film.... mannaggia.

Trailer ufficiale

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